IBANEZ, POETA DI LIBERTAD
IBANEZ, POETA DI LIBERTAD AL FOLKCLUB IBANEZ, POETA DI LIBERTAD Paco in concerto martedì 18 poi un incontro a Palazzo Nuovo CON la sua chitarra e la sua voce e con nient' altro, da più di trent'anni Paco Ibanez gira il mondo e lascia dietro di sé un mare meno crudele. L'esordio è del 1964, con un disco che inaugura una formula destinata a rimanere uguale anche nelle incisioni successive: testi impegnati di poeti spagnoli classici e contemporanei, da Quevedo a Machado a Lorca, messi in musica e cantati con una naturalezza e un'incisività che richiamano George Brassens e Atahualpa Yupanqui. Ogni disco è completato dalle illustrazioni di un pittore: prima Dalì, poi Ortega, Saura, Corneille. Oltre ai dischi ci sono i concerti, memorabile quello del 1969 all'Olympia di Parigi davanti a un pubblico di francesi e di esuli spagnoli, stipati in platea e perfino sul palco, che acclamano «Paco Paco» e si stringono intorno al giovane trovatore che ormai è diventato un simbolo della resistenza al franchismo. E da allora Paco Ibanez comincia a portare un po' ovunque il suo canto di libertà e di protesta, soprattutto in Sud America, dove alcuni brani diventano classici della musica popolare. Per due volte il ministro della cultura francese Jack Lang gli offre la «Medaille des Arts et des Lettres» e per due volte Paco la rifiuta, sostenendo di riconoscere come unica autorità quella del pubblico. Anarchico, o sem- glicemente libero, per la liertà ha sempre lottato, pagando questa scelta con l'esilio e con la censura della propria musica in Spagna. Manuel Vàsquez Montalbàn ha parlato delle sue canzoni come di «poesie al servizio dell'emancipazione individuale e sociale». Forse grazie a una vitalità e una coerenza piuttosto rare Paco Ibanez ha stretto profonde amicizie con importanti figure di questo secolo: i poeti Rafael Alberti e José Agustin Goytisolo, i cantautori George Brassens e Jacques Brel, £f filòsofo Jean-Paul Sartre. «Se ho perso la vita, il tempo... se ho sofferto la sete, la fame... mi resta la parola». Me queda la palabra. Un verso tra i tanti passati nella gola di Paco. Martedì 18 maggio, in occasione del concerto che Paco Ibanez terrà alle 21,15 nella tradizionale sede al Folk Club in via Perrone 3 bis, oppure mercoledì 19 alle ore 18 durante l'incontro programmato con gli studenti a Palazzo Nuovo (via Sant'Ottavio), consigliamo a tutti di ascoltare quella parola. Pier Mario Giovannone Gianmaria Testa
Luoghi citati: Parigi, Spagna, Sud America
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