Almodóvar risveglia Cannes di Fulvia Caprara

Almodóvar risveglia Cannes Il regista presenta «Todo sobre mi madre», divertente analisi della femminilità: e punta alla Palma d'oro Almodóvar risveglia Cannes 4 4 4 4E lui a suscitare i primi applausi del Festival Fulvia Caprara inviata a CANNES La Palma d'oro. E magari anche l'Oscar. Perché io, scherza Fedro Almodóvar, «sono uno che dalla vita vuole tutto, tutto quello che si può avere». Fluviale, entusiasta, generoso, Fedro Almodóvar fiuta l'aria di gran successo che circola intorno alla sua pellicola, la prima a ricevere, ieri mattina, un lungo e caloroso applauso dalla platea più esigente, quella dei critici e dei giornalisti. Insieme con l'autore spagnolo sorridono le attrici protagoniste di «Todo sobre mi madre», Cecilia Roth, Marisa Paredes, Penelope Cruz, Antonia San Juan, Candela Pena, tutte pazze per Pedro che le ha guidate, valorizzate, celebrate come lui solo sa fare. «Al cinema ho sempre trovato le donne molto più interessanti degli uomini - dichiara il regista -. Ricordo che, quand'ero ragazzino, non amavo i film di guerra perché non avevano personaggi femminili. E tutte le pellicole che ho girato finora trattano sempre storie di donne. Forse perché in Spagna è più facile trovare brave attrici che bravi attori oppure perché il nostro è un Paese dove le donne sono più espressive, e questo da sempre. Se leggete Lorca ve ne accorgerete. Loro sanno essere più dirette, più esplicite, più complesse e meno pudiche degli uomini. L'ho imparato quand'ero piccolo e vivevo con mia madre nella Mancha; ho visto quanto lei, mia nonna, le mie zie, fossero brave nel mentire agli uomini, in modo da mantenere l'unità della famiglia». Nella capacità di raccontare i sentimenti, Almodóvar vede la salvezza del cinema europeo, a patto, però, di non cadere nel «sentimentalismo di cui si occupa già abbondantemente la televisione, con soap opera e telenovelas. Quando parlo di film di sentimenti, penso a Kieslowskij e al Lara Von Trier di "Le onde del destino", cioè a un modo sincero, mai compiaciuto, di descrivere le emozioni». E a proposito di registi, ecco tornare in ballo il paragone tra Almodóvar e lo scomparso Fassbinder: «E' vero, avevamo dei punti in comune - ammette l'autore di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" - : la corporatura un po' grossa, il gusto per la cocaina e una certa confidanza con le persone del nostro stesso sesso. Però veniamo da due culture diverse, anzi opposte: tedesca la sua e mediterranea la mia. Nelle mie pellicole c'è sicuramente più umorismo e una maniera di ridere tutta spagnola». Una maniera che, racconta Penelope Cruz, ha creato buffe alternanze sul set: «E' capitato spesso che, subito dopo aver recitato scene altamente drammatiche, ci ritrovavamo stese per terra a ridere perché Pedro ha un incredibile senso dell'humour». In un'atmosfera che l'argentina Cecilia Roth descrive «di grande intensità ormonale», le eroine di Pedro hanno sposato fino in fondo il suo progetto d'artista: «E' bello lavorare con lui - spiega Paredes - perché i suoi personaggi nascondono sempre un segreto, una perversione, non sono mai solo a una dimensione». Al Festival anche con il film di Arturo Ri ■ pstein «El coronai no tiene quien le scriba», Paredes lavora per la quarta volta sotto la guida di Almodóvar: «Mi santo completamente parte del suo universo: lui comprende meglio di chiunque altro la sensibilità femminile. Il fatto che la donne sono animate da uno spirito di sopravvivenza invincibile, dalla forza di restare vive contro tutto. Ci ho pensato anche in queste settimane, guardando in tv le immagini dalle donne in fuga dalla guerra, sempre con i bambini in braccio: sono loro le vere guardiane dalla vita, quelle che traggono la loro forza dalla terra». Trentasettenne, attrice da quando aveva 19 anni, Antonia San Juan ha vissuto, sul set di «Todo sobre mi madre», la sua prima volta con Pedro. Un incontro fulminante, raccontato con appassionata precisione: dalla volta in cui Almodóvar è andato a vederla nel piccolo cabaret madrileno in cui si esibisce, al primo appuntamento nella sede della casa di produzione «El desco», alle 5 della sera «ora torera». Ricorda San Juan: «Pedro era pieno di energia, entusiasta come un bambino nel parlarmi del ruolo. Abbiamo provato per tre ore di seguito e quando sono andata via mi sono sentita completamente priva di forze, come se mi fosse stato succhiato via il sangue. Poi ho douto fare una cura dimagrante per perdere dieci chili e centinaia di prove di costumi, capelli, trucco. Infine un giorno è arrivata la telefonata di Pedro che mi diceva "stasera puoi interrompere la dieta per andare a far festa: hai avuto la parte"». E' Antonia che, recitando il monologo di Agrado nel film, dice: «La vera autenticità non è nell'essere come si è, ma nel riuscire a somigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi». La Roth: «Con Pedro è bello lavorare. I suoi personaggi nascondono sempre un segreto» schermo non raccontare uomini: sono interessanti» schermo non raccontare uomini: sono interessanti» Peter Fonda, interprete con Terence Stamp di «The Limey» di Steven Soderberg, presentato fuori concorso Qui accanto Pedro Almodóvar posa abbracciato a due attrici del suo film, Antonia San Juan (a sinistra) e Cecilia Roth

Luoghi citati: Cannes, San Juan, Spagna