Corti racconta magie e miti dell'Etna da Empedocle agli eroi normanni di Lorenzo Mondo

Corti racconta magie e miti dell'Etna da Empedocle agli eroi normanni Corti racconta magie e miti dell'Etna da Empedocle agli eroi normanni Lorenzo Mondo macCATASTSAREBBE un peccato se, nel rumore dell' effimero che affligge anche il mondo della scrittura, non trovasse eco proporzionata il Catasto magico di Maria Corti. E' un libretto per molti versi prezioso e insolito, a cominciare dalla difficoltà di inscriverlo in un preciso genere. Si tratta certo di una esplorazione colta del deposito millenario di miti che nascono intomo e dentro le viscere dell'Etna. Ma la ricerca storico-filologica fa di se stessa racconto attraverso l'eccitazione della scoperta e la fascinazione di una montagna che viene sempre restituita al «plein air», fonte immutabile di immaginazioni individuali e collettive. Come rivela d'altronde il registro stilistico che introduce nell'ordito di una discorsività razionale, distaccata e perfino ironica, i fili cangianti di una perplessità cosmico-metafisica, di un lirico trasporto. Misteriosa è la nascita dell'Etnama quando il mondo si popola dsguardi e di parole si adopera a risarcire con la fantasia creativa isilenzio e la meraviglia di quellorigini. Per primi i Greci furono sedotti dalla sua bellezza, dalla terribilità del suo fuoco che prestò fulmini a Zeus e apprestò tormentper i Giganti sconfitti. Dal suo cratere escono a volo le ammaliantsirene e nell'abisso si immergEmpedocle, cercandovi come la fenice la fiamma dell'immortalità. Non c'è scrittore o pensatore importante dell'antichità che non sia misurato con l'Etna. Ma anchle generazioni cristiane, attraversl'idea del fuoco che purifica e rignera, ne sono suggestionate. Gregorio Magno a ipotizzare, nelnotti illuni, la nave dei morti aviati all'espiazione nel Purgatorietneo. Con il passare dei secoli MarCatasEpagine 10 corri WaCiCO Corti Magico udi lire 20 mila monaci visionari si succedono i creatori delle «chansons de geste». La forza generativa e contaminatrice dell'immaginazione, la volontà di dare voce all'inesprimibile non trascurano le occasioni primarie e fattuali della storia, come l'invasione normanna della Sicilia. Al sovrannaturale classico e cristiano se ne sostituisce uno nordico e celtico, soffuso di magia. Adesso sono Morgana e Artù che, emigrati da Avalon, abitano gli immortali recessi dell'Etna, in fiabeschi palazzi e giardini lussureggianti. Maria Corti insegue queste metamortosi del vulcano sollecitando accortamente le fonti coeve e le rifrazioni moderne con la libertà del narratore, senza dotte impuntature che indurrebbero a una «malinconia da dopo laurea» (così Djuna Barnes). La interessa cogliere nell'Etna un simbolo possente della vita: di cui sembra avere «tutto il talento combinatorio nell'alternare nascita e morte, bene e male, spropositata fioritura primaverile...e micidiale colata lavica, eroi bretoni e diavoli della controriforma». Altre stagioni incalzano, l'umanesimo riscopre l'inarrivabile perfezione dei classici, il Seicento oppone alle maligne colate di lava il baluardo delle sante reliquie. Nell'Ottocento i folcloristi cercano le sopravvivenze del mito tra contadini e pastori. Fino ad oggi, quando il fecondo rapporto con il passato sembra interrompersi e l'Etna si trova a vigilare sulla pianura sicula echeggiante di spari e di stragi. E' la une del mito che sembra segnare sinistramente un'epoca. Forse, è la speranza della Corti, il gigante ò in letargo, monologando con se stesso ripensa e rifoggia, per nuove irradiazioni, l'inventario dei suoi prodigi. macia corri CATASTO WaCiCO ■ Maria Corti Catasto Magico Einaudi pagine 104. lire 20 mila

Persone citate: Avalon, Djuna Barnes, Greci, Gregorio Magno, Maria Corti, Morgana

Luoghi citati: Sicilia