«Ci vuole una Borsa dei vigneti»

«Ci vuole una Borsa dei vigneti» Diritti di reimpianto «Ci vuole una Borsa dei vigneti» Sergio Mlravalle acqui terme Nascerà una «Borsa nazionale dei vigneti» ohe consenta di trattare alla «luce del sole» diritti di reimpianto, e faccia da termometro delle necessità vitivinicole delle varie regioni? E' una delle proposte emerse durante il convegno sulla riforma dell'Ocra vino che si è tenuto ad Acqui. «L'Agenda Duemila valutata a Berlino è logicamente il frutto di un compromesso politico ha commentato Maurizio Chiappone, a capo del settore vino della Commissione europea -. E' prevalso, ad esempio, lo status quo sulla questione arricchimento dei mosti, ma ci sono novità che vanno sottolineato». Chiappone cita l'abolizione della distillazione obbligatoria,'il divieto di importazione di mosti extracomunitari per evitare manipolazioni e la nascita di vini «made Ue» solo in etichetta e soprattutto la «ristrutturazione» dei vigneti europei che «rovescia il concetto di intervento comunitario» e potrà consentire di sanare irregolarità. «Ma la Comunità ha stabilito che per accedere ai 68 mila ettari di nuovi impianti, dei quali circa 13 mila già spettano all'Italia e gli altri 54 nula sono ancora da assegnare, bisognerà che tutti i Paesi entro il 2002 forniscano lo schedario vitivinicolo e qui cominciano i dolori», annota Giuseppe Martelli, direttore dell' Assoenologi. L'Italia, con Grecia e Portogallo e in parte la Spagna, non ha ancora la mappa esatta dei vigneti. E se in Piemonte l'anagrafe vitivinicola regionale pruduce tabelle e statistiche, in altre aree la differenza tra verità cartacea e realtà sarebbe abissale. Tanto che le fotografie aeree commissionate per documentare l'estensione dei vigneti sono rimaste nei cassetti del ministero. La Ue sarà disposta a concedere forti contributi dal 75% al 50% dei costi di nuovi impianti ma pretende chiarezza. E all'orizzonte si profila una viticoltura «mondializzata» con costi dei terreni e della mano d'opera più bassi. La vite cresce in aree nuove come le Americhe, l'Australia e l'Asia e nell'Europa dell'Est pronta ad entrare nella comunità. «Per questo noi siamo per la valorizazione dei vini di alta qualità dei nostri vitigni tipici - ha ribadito Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli Piemontesi - e chiediamo di poter impiantare nuove vigne per compensare i forti abbandoni dei decenni scorsi». Da qui la proposta di una «Borsa dei vigneti» dove chi ha mercato per i propri vini acquisti il «diritto» di produrre.

Persone citate: Chiappone, Gianluigi Biestro, Giuseppe Martelli, Maurizio Chiappone, Sergio Mlravalle