Wall Street teme l'aumento dei tassi di Ugo Bertone

Wall Street teme l'aumento dei tassi L'inflazione potrebbe suggerire a Greenspan un rialzo che gelerebbe le Borse Wall Street teme l'aumento dei tassi Martedì la riunione della Federai Ugo Bertone MILANO Non c'è che dire: Lawrence Summers, neosegretario al Tesoro degli Stati Uniti a soli 45 anni, non ha certo avuto a disposizione una gran luna di miele con i mercati finanziari. Nemmeno 48 ore dalla nomina, ed ecco i peggiori dati dell'inflazione daffaprile del '90: +0,7%, un balzo capace di far risalire l'indice tendenziale ad un preoccupante +3,3% su base annua. Di qui l'immediata reazione al ribasso di Wall Street e, soprattutto, la frana a Chicago dei T-bill, i Bot Usa, balzati su di due punti per la paura di un rialzo del costo del denaro. E così, in questo week-end, i riflettori dei mercati finanziari tornano ad accendersi sulla finanza Usa. Quella di domani, in America ma un po' in tutto il mondo, rischia di essere una giornata molto difficile. Nessuno, infatti, se la sentirà di lanciarsi in iniziative di largo respiro prima della riunione di martedì del Fomc, ovvero il Federai Open Market Committee che riunisce Alan Greenspan e i suoi paladini, dieci uomini e una donna. Inutile dire che le decisioni che saranno prese in quell'incontro a dodici potranno segnare una svòlta per la finanza di tutto il mondo, Europa compresa. La minaccia di un aumento dell'inflazione potrebbe spingere Greenspan a ritoccare all'insù i tassi, innescando un processo che, come già avvenne cinque anni fa, potrebbe trasmettersi a tutti i mercati, bloccando l'ascesa delle Borse. Oppure, ed è la previsione più diffusa, il presidente della Federai Reserve potrebbe limitarsi a lanciare alcuni moniti, ritoccando le sue attese sui tassi da «neutrale» a «restrittivo». Una sorta di cartellino «giallo», insomma, che potrebbe però avere comunque grossi effetti sui mercati: il rialzo dei tassi, in questo caso, sarebbe solo rinviato di qualche mese. Ma le cose stanno davvero così? Non mancano, in realtà, gli ottimisti ad oltranza. Il rialzo dell'inflazione, dicono, è legato in buona parte al rimbalzo dei prezzi petroliferi, il 6,1%, nel mese di aprile. La congiuntura Usa, al nono anno di espansione, è sotto controllo, con un dato appena inferiore al 4%; nei primi quattro mesi dell'anno l'inflazione si aggira sull'I,8%, ben meno del 2,4% di un anno fa. Il rialzo dei tassi, infine, è già alle spaile: dallo scorso ottobre ad oggi i rendimenti dei T-Bills sono già saliti di cento punti base, e viaggiano ormai attorno al 6%, una diga che dovrebbe soddisfare le richieste di Greenspan. Ma mister Druckenmiller, gestore dei fondi di George Soros, la pensa in altra maniera: per le obbligazioni, ha detto ancor prima dei dati sull'inflazione, si profila un mercato «Orso», ovvero se¬ gnato da robusti ribassi per un lungo periodo, almeno due anni. ! pessimisti, poi, non sono affatto convinti che il rialzo dei prezzi sia legato solo al rimbalzo del greggio. Anche al netto dell'effetto petrolio, l'indice del costo della vita segnala un aumento dello 0,4%, il più alto dal gennaio del 1995. Registrano segnali d'aumento i prezzi degli affitti, dell'abbigliamento, del tabacco e delle cure mediche oltre ad un balzo del 2% delle tariffe aeree (collegato, ovviamente, all'aumento del prezzo del carburante). Niente di più facile, in un quadro del genere, che i mercati reagiscano con nuovi ribassi dei bond, soprattutto sui titoli a lungo termine. Le conseguenze di questa correzione di rotta possono essere non indifferenti. I meno preoccupati, per la verità, sembrano i ministri del Tesoro europei perché le condizioni della finanza pubblica offrono ampi spazi di manovra nel breve: la Germania non effettuerà emissioni a lungo termine fino a luglio e l'Italia potrà addirittura beneficiare, tra giugno e luglio, di un surplus di bilancio. Ma un rialzo dei rendimenti potrebbe complicare la vita delle Borse: se i Bond, infatti, renderanno di più, molti investitori potrebbero uscire dal mercato azionario, a meno che una forte ripresa degli utili non giustifichi le quotazioni attuali. Un'ascesa dei tassi infine, soprattutto se combinata con una nuova crisi russa, potrebbe compromettere la ripresa delle economie emergenti. A meno che Summers, l'enfant prodige che a 29 anni già aveva una cattedra ad Harvard, non trovi una soluzione. Sarebbe il miglior biglietto da visita... Il segretario al Tesoro Usa Larry Summers. Sotto un momento degli scambi a Wall Street

Persone citate: Alan Greenspan, Druckenmiller, George Soros, Greenspan, Larry Summers, Lawrence Summers, Summers

Luoghi citati: America, Chicago, Europa, Germania, Harvard, Italia, Milano, Stati Uniti