«Cinque killer per il furgone»

«Cinque killer per il furgone» Milano, gli inquirenti: «Pensiamo che sia stata una banda italiana, non slava, con molti assalti alle spalle» «Cinque killer per il furgone» Trovate impronte digitali sul plastico MILANO Grande caccia ai banditi, dunque, ma ancora senza esiti: solo tracce da seguire, molte perquisizioni, molti posti di blocco, controlli agli aeroporti e alle stazioni, un pregiudicato fermato (ma nessuna attinenza con l'assalto), informatori torchiati e un fascicolo (ancora contro ignoti) che contiene l'accusa di «tentato omicidio» di 10 poliziotti, 2 carabinieri, 6 guardie giurate, 4 passanti. Uno solo di loro, l'agente Vincenzio Raiola, ancora in prognosi riservata e bollettino medico che parla di condizioni «stazionarie» e «gravissime». Parecchi i dettagli precisati. Il bottino mancato. Non 5, come si è pensato fino a ieri, ma 7,5 miliardi in contanti e non segnati stavano dentro alla cassaforte del furgone blindato. E' l'incasso quotidiano di una serie di supermercati che «ogni mattina, intomo alle 5, gli uomini della Mondialpol spostano dai loro uffici ai caveau di una banca». Dunque un trasferimento di routine è «non necessariamente la soffiata di un basista». Il commando. Confrontando le dichiarazioni di «almeno una quarantina» di testimoni, gli uomini della Mobile e i carabinieri pensano che i banditi «fossero certamente almeno 5». Due a bordo del camion che ha bloccato il furgone blindato. Due a bordo della Jeep che lo ha speronato dal retro. Uno a guardia delle 2 auto pronte per la fuga. «Di quei 5 siamo sicuri - dicono in questura -. C'è ancora la possibilità che fossero di più, 7 o addirittura 8, ma al momento ci limitiamo a lavorare sulle cose certe». Ipotesi sulle identità? «Pensiamo sia una banda italiana, non slava o altro, gente molto esperta, probabilmente con un parecchi assalti alle spalle». L'esplosivo. Hanno usato plastico e in quantità niente affatto esagerata (come sembrava ieri) per aprire la parete blindata della cassaforte. Un chilo di plastico, ma distribuito «a striscia», lungo i quattro bordi del portellone, più una quinta striscia piazzata lungo la diagonale. Quello che non ha fun¬ zionato è l'innesco e per ben 2 volte. Su questo dettaglio c'è la testimonianza diretta delle 3 guardie giurate, tirate giù dal. furgone, costrette a rimanere in ginocchio e faccia al muro. «Al primo innesco c'è stata solo una nuvola di fumo raccontano -. Poi, mentre era già iniziata la sparatoria, il bandito ci ha riprovato: ancora cilecca... E a quel punto si è sganciato». Armi e proiettili. I bossoli fino ad ora classificati sono 204, in gran parte di grosso calibro, con ogiva rinforzata. «Tutti per armi da guerra, probabilmente fucili mitragliatori kalashnikov, usati con grande perizia e parecchia calma». I proiettili - raccolti e selezionati dalla scientifica - saranno tutti fotografati e poi analizzati dalla banca dati di Roma. «Scopriremo da dove arrivano, e se qualcosa di simile è stato usato in altre rapine». Impronte e altre tracce. Ci sono impronte digitali sul plastico inesploso e sulle due borse abbandonate che sarebbero servite a portare via il bottino. Ci sono i passamontagna lasciati su una delle 2 auto usate per la fuga, una Audi con il muso rinforzato, abbandonata a Paderno Dugnano. Ci sono piccole macchie di sangue vicino all'Audi. Le testimonianze. Tra le molte, quella di un appuntato dei carabinieri rimasto illeso: «Era ancora buio. Siamo arrivati di corsa e abbiamo sentito dei piccoli colpi sul cofano. Ci siamo accorti un secondo dopo che erano proiettili. Abbiamo frenato, ci è comparsa davanti la nuvola bianca di un fumogeno. A quel punto avevamo raffiche tutto intomo. Ci siamo buttati sulla destra, siamo riusciti a sparare solo 2 colpi. Cosa pensavo in quei momenti? Non vedevo l'ora che arrivassero i rinforzi». Ir. m.J (VpARABINfERI "'" ' Una scena dell'assalto al furgone portavalorì tentato all'alba di venerdì a Milano

Persone citate: Vincenzio Raiola

Luoghi citati: Milano, Paderno Dugnano, Roma