Ciampi conferma Gifuni

Ciampi conferma Gifuni Ciampi conferma Gifuni Anche una donnei al Colle: Melina De Caro Aldo Cantillo ROMA Prima di partire per la villetta sul mare di Santa Severa, Carlo Aze- Slio Ciampi (che ieri si è dimesso a presidente dell'Interim Committee, massima autorità del Fondo monetario internazionale, con una lettera a Michel Candessus, manager director del comitato) ha scelto. Nella sua squadra ci saranno due pugliesi, un grand-commis che da tempo frequenta i vertici istituzionali, e una donna, la prima a entrare nello staff del Colle. E' la prima decisione del nuovo Capo dello Stato: alla segreteria generale del Quirinale è riconfermato - almeno per la fase iniziale del settennato - Gaetano Gif ut jì; sua vice dovrebbe essere (ma altre fonti parlano per lei del ruolo di consigliere giuridico) Melina De Caro, ora capo del servizio rapporti internazionali della Camera. D'estrazione liberale, in quanto figlio di Giovan Battista Gifuni, studioso di Salandra, ma cattolico con una particolare devozione mariana (si reca in pellegrinaggio al santuario della Madonna dell'Incoronata, vicino a Foggia), Gifuni, 67 anni, nato a Lucerà, è stato segretario generale del Senato dal '75 al '92. Alto, occhiali, capelli lisci, detto dagli amici «Prudenziano» per la sua accortezza, a Palazzo Madama ha lavorato al fianco di Fani ani, Spaglio! li, Modino, Vittorino Colombo, Mologodi, Cossiga e Spadolini. Come i suoi predecessori Nicola Picella e Franco Bezzi, dalla segreteria generalo del Senato è salito a quella del Quirinale, e per sette anni è stato uno dei consiglieri più ascoltati di Oscar Luigi Scalfaro. Al fianco di Scalfaro, allora al Vminaie, Gifuni si era ritrovato, come min ist ro per i Rapporti con il Parlamento, anche nel breve governo istituzionale presieduto da Fanfaiii - il quinto del «cavallo di razza» aretino - che gestì le elezioni della primavera '87. La notizia della sua riconferma è filtrata insieme con il «gradimento» del Consiglio dei ministri : una procedura che si spiega probabilmente con l'obbligo dell'esecutivo di controfirmare gli atti della presidenza della Repubblica. Gifuni si avvarrà dell'apporto della De Caro, 54 anni, di Bitonto, docente alla Luiss, già nella squadra di Ciampi a Palazzo Chigi: segretario generale della presidenza del Consiglio era Andrea Manzella, ora senatore dell'Ulivo; vice Franco Fratturi, oggi deputato del Polo; numero tre la De Caro, che, Eur non avendo un ruolo formazzato, si occupava in particolare dei rapporti con il Parlamento. Non saranno molti gli altri uomini (e donne) del Presidente. «Sapete che non amo gli staff pachidermici, anzi, apprezzo le squadre a cinque dita», è uno dei motti di Ciampi che viene ripetuto in queste ore a Palazzo Giustiniani, dove l'ex ministro del Tesoro ha lavorato per tutto il giorno alla stesura del discorso di investitura di martedì prossimo - passaggi salienti: Kosovo, unificazione europea e il nesso tra riforme istituzionali e sviluppo economico -. Al Quirina¬ le lo seguiranno il capo della segreteria Francesco Alfonso, il consigliere e portavoce Paolo Peluffo, la storica segretaria Cristina T'imperi, il generale Giuseppe Tavormina, ora consigliere per la sicurezza al Tesoro. Ieri Ciampi ha visto il ministro della Difesa Carlo Scognnmiglio, con cui si è consultato a proposito della nomina dell'addetto militare, e ha avuto numerosi contatti informali in vista della designazione del consigliere diplomatico, il consigliere di Scalfaro, Luigi Amaduzzi, non resterà: per lui è pronto un posto da ambasciatore a Londra. Al Tesoro questa figura mancava: la consuetudine di Ciampi con i responsabili eonomici stranieri era tale da renderla superflua. Uno dei rari diplomatici ad aver lavorato con lui, quand'era ministro del Bilancio, è Giampaolo Oavarai, ex vice alla direzione generale economica della Farnesina, da poco ambasciatore a Tel Aviv. Un altro nome che circola è quello di Ferdinando Nelli Feroci, già indicato come possibile consigliere cupio- matico di D'Alema, ruoloora rivestito da Francesco Olivieri. La partita è apertissima. Ciampi ci rifletterà in riva al mare. Alle 18 ha lasciato Palazzo Giustiniani - dove non c'è stato l'atteso incontro tra i tre Presidenti «separati a Palazzo»: il capo dello Stato supplente Nicola Mancino è partito in mattinata per Montefalcione, il dimissionario Scalfaro non ha ancora preso possesso del suo studio di senatore a vita - per Santa Severa. La signora Franca era arrivata nella villetta a due piani di via Monacella alle 17,30, con la colf filippina Florence. Inseguita dai fotografi, la nuova first-lady, gonna blu c goifino marrone, si e alzata sui pedali della sua bicicletta gialla e li ha seminati. Rintracciata in una tabaccheria, ha chiesto una tregua: «Seguitemi pure a Roma, ma non mi pare il caso di farlo anche qui». Fuori dalla villa è rimasta solo la nipotino Virginia, che invano reclamava: «Ti prego; mamma, fammi entrare, ci sono i giornalisti...».

Luoghi citati: Foggia, Kosovo, Londra, Montefalcione, Roma, Tel Aviv