Maigret, Wolfe, poi Montalbano E un «Ciak» anche per gli «junior»

Maigret, Wolfe, poi Montalbano E un «Ciak» anche per gli «junior» Maigret, Wolfe, poi Montalbano E un «Ciak» anche per gli «junior» SPETTATORI in aumento (quasi sette milioni) per «La voce del violino», il secondo romanzo di Andrea Camilleri tradotto per la televisione: questa volta si parte dall'assassinio di una giovane e bella signora, sposata a un uomo anziano e impotente, fedele ad un unico amante che poi l'ammazzerà. Ma prima di arrivare all'assassino. Salvo Montalbano-Luca Zingaretti dovrà passare attraverso scambi, equivoci, orgogli e pregiudizi. Anche attraverso 1' «informaticela», che sarebbe l'informatica, dell'ottimo agente Catarella salvato (o rovinato, secondo i punti di vista) dal computer, anche attraverso la mancata paternità adottiva. Dal materiale che in un solo libro offre Camilleri, di puntate se ne potevano ricavare tre o quattro. Invece è stata scelta la strada impervia della concisione, «oggi non ho tempo per essere breve», diceva quella miniera di citazioni che è Oscar Wilde. Un intero racconto deve stare racchiuso in due ore di spettacolo. Che quindi filano tese e galoppanti verso il finale. La Sicilia, la sua luce, le sue case bellissime, i protagonisti non soltanto mafiosi. Ma soprattutto il com- sua u I suoi I mafie Aìessandra Comazzi missario, cui Zingaretti è riuscito a dare la dignità di personaggio. Come il Nero Wolfe di BuazzeUi, come il Maigret di Gino Cervi. Sono ragazzini che giocano, nel senso migliore del termine, a fare gli attori, gli sceneggiatori, i registi: scrivono e girano un breve film, poi raccontano la loro esperienza. Qualcuno va anche sul video, nel programma «Ciak Junior», in onda la domenica su Italia 1 alle 10,30, dal 2 maggio al 13 giugno. Ma «Ciak Junior» non è soltanto una trasmissione, arrivata alla terza edizione, è anche e soprattutto un progetto che vuole «unire simbolicamente i giovani» di alcuni Paesi del mondo, Germania, Slovenia, Repubblica Ceca, Irlanda, Spagna, Polonia, Cina, Italia. I bambini vengono spesso «usati» dalla tv: per divertire, per vendere prodotti, persino per far riflettere. Ecco, questa esperienza rende invece davvero protagonisti i bambini. I quali saranno senz'altro seguiti da qualcuno mentre realizzano il loro piccolo film, e ci saranno i più disinvolti e i più timidi, i fotogenici e i non. Li accompagnerà pure la retorica dei buoni sentimenti. Però si sente soprattutto molta autentica partecipazione, come se i ragazzini coinvolti fossero davvero diventati responsabili del prodotto, consapevoli di partecipare al grande gioco dello spettacolo: dove si può essere molto seri, senza perdere la leggerezza e le sacrosante speranze dell'età. Io penso positivo, perché son vivo, stile Jovanotti. Il piccolo film in onda domani si intitola «Un amico senza passaporto», e racconta l'odissea di un ragazzino albanese sbarcato clandestinamente nel porto di Ancona. Cadrà nelle mani della mafia albanese, ma i suoi amici della «Scatola magica» riusciranno ad aiutarlo. C'è molta poesia, in un quel piccolo film, e c'è anche nei racconti stentati o fluidi che i giovanotti hanno fatto del loro lavoro, o del gioco, che dir si voglia, del cinema. Per finire con altre immagini di film che hanno trattato la guerra: «I due colonnelli», «1941 allarme a Hollywood», «Forrest Gump», «Il dottor Stranamore», «Train de vie», «La vita è bella», la chiave comica per descrivere la tragedia, ma anche per combatterla, e, possibilmen te, vincerla. Un bel programma non solo per i ragazzi. nennmaj