Vita e imprese di quell'erotomane che buttò giù il Muro di Berlino di Giuseppe Culicchia

Vita e imprese di quell'erotomane che buttò giù il Muro di Berlino Vita e imprese di quell'erotomane che buttò giù il Muro di Berlino Giuseppe Culicchia SI', è vero. Sono stato io. Io ho buttato giù il muro di Berlino»: intervistato da un giornalista del New York Times, Klaus Uhltzscht si assume senza esitazioni la presunta responsabilità di quanto accaduto sotto la Porta di Brandeburgo la notte del 9 novembre 1989. E, sollecitato dall'inviato americano, ripercorre i primi venti anni della sua esistenza. Interamente trascorsi entro i confini della Germania comunista. A partire dalla sua nàscita, la sera del 20 agosto 1968: quando, spaventato dal rumore dei carri armati sovietici in partenza per la Cecoslovacchia, aveva deciso di rompere le acque per dare un'occhiata a quanto stava succedendo al di fuori del ventre materno. Il protagonista di Eroi come noi, di Thomas Brussig - berlinese, classe 1965, ex fattorino d'albergo, ex guardiano in un museo -, cresce nella capitale della Ddr a quattro passi dal ministero per la Sicurezza dello Stato: oppresso da una madre iperigienista e ca gstrante, capace di scatenare nel figlio vere e proprie fobie nei confronti della sessualità, e assillato dalla figura del padre, un uomo tutto d'un pezzo, probabilmente agli ordini della Stasi, con il quale gli è impossibile instaurare un dialogo e rispetto a cui non ha mai smesso di considerarsi un fallito e un incapace. Pur affannandosi nel tentativo di compiacere i suoi genitori - «la mia infanzia è stata un eccesso di docilità» -, Klaus finisce per deludere le loro aspettative. Ben presto si ritrova in balìa di eccessi ormonali e fantasie erotiche. In preda a prolungate e incontrollabili erezioni passa le sue giornate dedicandosi allo studio, all'a- nalisi e all'esplorazione del suo pene. Ma al primo rapporto completo si procura una fastidiosa gonorrea. Questo non gli impedisce di continuare a tenere in grande considerazione il suo membro - «la storia della caduta del Muro è la storia del mio uccello», dichiara -, assurto a paradossale lente d'ingrandimento di una realtà grottesca, tra totalitarismo, propaganda e guerra fredda. Ad un certo punto, Klaus entra a far parte della polizia segreta - senza però essere mai del tutto sicuro che si tratti davvero di essa - e, dopo un periodo di addestramento in ilit un campo militare, intraprende la sua carriera di agente presso l'Ufficio distrettuale della Sicurezza Nazionale di Berlino. Qui, circondato da funzionari alle prese con slogan incomprensibili riguardanti la «negazione della negazione» o il «post-post-strutturalismo» - e incaricato di portare a termine sconclusionate missioni, Klaus concepisce un piano volto a escogitare perversioni e strumenti di piacere al fine di «far trionfare il socialismo». Inutilmente. Per il regi il f è b ne di Honecker il futuro è breve, e l'incorreggibile Uhltzscht riesce anzi ad accelerarne la caduta: indovinate con che cosa. A ogni capitolo del romanzo corrisponde uno dei nastri dell'intervista all'ex uomo della Stasi, e dentro tale struttura Brussig riesce ad alternare monologhi ed episodi non di rado esilaranti. Leggendo Eroi come noi vengono in mente II lamento di Portnoy e certi personaggi di Woody Alien: e non sorprende che tifi libro dal tono tanto dissacrante sia' statò accolto con entusiasmo in Germania quale primo resoconto della caduta della Repubblica Democratica scritto da un autore dell'Est.

Persone citate: Brussig, Honecker, Klaus Uhltzscht, Portnoy, Thomas Brussig, Woody Alien

Luoghi citati: Berlino, Brandeburgo, Cecoslovacchia, Ddr, Germania