Frenano i conti Fiat, ma la ripresa è vicina

Frenano i conti Fiat, ma la ripresa è vicina Cala l'utile, dividendo invariato. In corso l'azione di riequilibrio con meno costi e più «core business» Frenano i conti Fiat, ma la ripresa è vicina «Andrà bene la fine dell'anno» Marco Zatterln TORINO Il dividendo è invariato nonostante il secondo semestre '98 «diffìcile» che ha portato la Fiat a conseguire risultati ritenuti «non sufficienti». Anche l'andamento del primo trimestre '99 non è proprio entusiasmante, eppure il gruppo torineso promette un anno in crescendo. Le aspettative sono per un esercizio speculare a quello passato che, dopo un avvio brillante, si è chiuso in frenata; ora al Lingotto stimano che il peggio sia alle spalle, e che piani e strategie in cantiere possano assicurare un rapido aumento della redditività. Per questo la remunerazione dei soci -120 lire ad ordinarie e privilegiate, 150 per le risparmio, in pagamento dal 26 luglio - non è stata toccata. Per questo si è deciso di chiedere all'assemblea una delega all'acquisto di azioni proprie, per mettere fieno in cascina in vista delle opportunità future. Corto il consiglio di amministrazione della Fiat • riunitosi ieri sotto la presidenza di Paolo Fresco avrebbe preferito approvare conti migliori. Per colpa della micidiale combinazione di fattori come il crollo della domanda automobilistica in Sud America, la fine degli incentivi in Italia, la guerra dei prezzi con i concorrenti esteri e il rallentamento del mercato dei'trattori, il fatturato del gruppo si è attestato a fine 1998 a quota 88.621 miliardi, con un aumento del 2,2 per cento al netto della dismessa Snia Bpd. Il risultato operativo è stato di 1.445 miliardi (3.467 nel 1997); l'utile prima delle imposte di 2.792 (4.182); l'utile netto di competenza del gruppo di 1.203 miliardi (2.417); la posizione finanziaria netta a fine anno è risultata attiva per 2.749 miliardi (2.594 il dato di riferimento). Ut bussa velocità di uscita dal 1998 era attesa, in più occasioni lo stesso umministralorc delegato Paolo Cantarella aveva sottolineato le insidie che minacciavano il Lingotto. Il gruppo lui cercato di controbilanciure la debolezza dell'Auto (persi 500 miliardi in dodici mesi) con la crescita degli altri settori, impegnandosi nel proseguimento della localizzazione del portafoglio di attività attorno ai suoi core business uutoinotoristici e ai servizi ad essi collocati. Centrale è risultato l'im¬ pegno per la riduzione dei costi e la semplificazione aziendale, con il ricorso crescente all'outsourcing, cioè all'uso di strutture esteme per migliorare l'efficienza complessiva. Tutto ciò rientra, afferma la multinazionale, nella missione «volta a creare valore crescente per gli azionisti attraverso il mantenimento dell'eccellenza competitiva e della soddisfazione dei clienti, e con il convolgimonto e la valorizzazione delle persone». La carta per la riscossa è dunque in primo luogo legata all'applicazione di una chiara filosofia industriale. Su questa sarà costruito il resto. Il gruppo conta da un lato su una ripresa dei mercati dell'America Latina per la seconda parte dell'anno, e dall'altro sui prodotti in arrivo, il Daily Iveco appena presentato e la nuova Punto che sarà lanciata in estate. «Ce la facciamo, è nei fatti» assicurano al Lingotto, dove l'attenzione al mercato per eventuali gran¬ di accordi internazionali è viva: «Puntiamo a proseguire con le nostre risorse, le nostro strategie e le nostre persone: è questa la condizione fondamentale per mantenere il pieno controllo del nostro destino. Alleanze ed acquisizioni, tuttavia, rappresentano un valido strumento per accelerare il nostro cammino verso l'eccellenza e la leadership competitiva, cogliendo le opportunità derivanti dal processo di riorganizzazione e consolidamento in atto nell'industria mondiale». Morale: la Fiat è alla finestra e, se sarà il caso, non si lascerà scappare il colpo. In tal modo il gruppo conta di ribaltare una situazione per il momento complessa. Nel primo trimestre il fatturato consolidato è stato di 21.300 miliardi contro i 22.190 dello stosso periodo dello scorso anno. Il risultato operativo di gruppo è stato di 12 miliardi, in brusca flessione rispetto ai 501 miliardi di rife¬ rimento: «L'altr'anno era speciale si rileva alla Fiat - e quest'anno risente di un '98 finito male». La redditività del fatturato delle sole attività industriali è stata dello 0,3%. Dietro le cifre dei «mesi difficili» c'è comunque un discreto ottimismo. «Il nostro business principale, l'Auto, - dice la Fiat - dovrà attendere la seconda parte dell'anno per cominciare a sfruttare tutto il potenziale dei nuovi prodotti, che gli permetterà di entrare nel Duemila con solide basi per la ripresa». Nel breve, in questo anno di centenario, «le sfide sono severe e vanno affrontate con determinazione». Andrà avanti la trasformazione, arrivano modelli di punta, si gioca con energia la carta del rinnovamento. All'assemblea del 23 giugno, che coinciderà col rinnovo del Patto di sindacato, ci sarà modo di spiegarsi con gli azionisti. A quel punto la metafora del «'99 speculare al '98» potrebbe aver già trovato delle conferme. IL LINGOTTO IN CIFRE (I PRINCIPAL! DATI DEL CONSOLIDATO PER IL 1998) 1998 "199/ 199/' ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ (*) Dati calcolati escludendo i valori relativi a Snia Bpd

Persone citate: Paolo Cantarella, Paolo Fresco

Luoghi citati: America Latina, Italia, Sud America, Torino