Palazzo Farnese svela i disegni del mistero

Palazzo Farnese svela i disegni del mistero CONCLUSO IL RESTAURO DELLA FACCIATA l AMBASCiATORE PARLA DEI SIMBOLI SCOPERTI INTORNO ALLE FINESTRE Palazzo Farnese svela i disegni del mistero Maurizio Mulinar! ROMA COMPLETO grigio e lampadina tascabile: accesa, Jacques Blot, scende le scalo elio portano ai sotterranei di Palazzo Farnese: li conosce a menadito ma non cessa di esplorarli. Lo scorso febbraio è stato lui a scoprire un tunnel secreto, che porta fuori dal Palazzo, seguendo d'intuito una prosa d'aria nascosta dalle ragnatele. La mano dell'ambasciatore di Francia guida il debole fascio di luce sui particolari dei mosaici equestri del II secolo a.C, scena il confine fra mura antiche e rinascimentali, descrive le esoteriche macchie sulle pareti di una cistoma romana. Lei passione per Palazzo Farnese - sede dell'ambasciata di Francia - è il segreto dichiarato di Blot, tenace negoziatore più volte personalmente alle prese con il presidente serbo Slobodan Milosevic e buon amico di Ibrahim Rugova, di cui ricorda «la grande collezione di pietre» nella casa di Pristina. Blot racconta il restauro della facciata e la scoperta dei misteriosi disegni tradendo un iilo di emozione. Che cosa distingue questo restauro dagli interventi eseguiti dalla Repubblica Francese negli ultimi cento anni? «Lo sforzo della Francia per questo Palazzo ò antico e costante. I primi sono stati lavori di consolidamento, necessari a inizio secolo contro la troppa umidità. Tront'nnni fa iniziammo il restauro del Palazzo col piano quinquennale del ministro della Cultura di De Gaullc por restituirgli il volume c le fattezze dell'epocu dei Farnesi. Dopo lavori o restauri di affreschi e stucchi adesso ci siamo impegnati sulla facciata disegnata da Sangallo, allievo di Bramante, e modificata da Michelangelo. Grazie a questo abbiamo ritrovato i disegni». Guali disegni? «La facciata e una meravigliosa interaziono di colori grazie ad un'alternanza di travertino e mattoni di tre colori: gialli, rosa, rosso. Pulendola abbiamo trovati! disegni diversi. Quelli grandi sono decorazioni permanenti e probabilmente si devono al fatto clic l'idea di festa è stata sempre associata al Palazzo: non solo per la cerimonia della Chinca, raffigurata da Giuseppe Vasi nel 1756, e per i carnevali ma anche per le corse di tori e di mucche. Sull'architrave delle finestre vi sono invece disegni geometrici più cabalistici, esoterici, massonici con raffigurazioni di stelle e segni precisi. Gli esperti d'arte dovranno lavorare a lungo per identificarli, riconoscerne l'origine. La strada da seguire è quella di studiare le similitudini esistenti con altri Palazzi». Jean Baluc nel 1482 fu il primo francese ad affittare il Palazzo. Dopo di lui sono stati in molti a passarvi, dal fratello maggiore del Mazzarino a Murat, fino a De Gaullo. Che cosa rappresenta per la Francia questo edificio italiano? «E' un patrimonio dell'umanità e la Francia lo considera al pari di un Palazzo di Versailles. E' un gioiello di cui siamo fieri. E' un palazzo italiano sede dell'ambasciata di Francia, simbolo della cooperazione fra i due Paesi perché tutto quello che si fa qui avviene di comune accordo con la Sovrintendenza, l'Ente per i restaturi e gli storici d'arte italiani. Il comitato scientifico che presiedo non prende decisioni se non si trova l'accordo». La Francia riuscì finalmente ad acquistarlo nel 1011. Come fece Mussolini a riottenerlo nel 1936 da Pierre Lavai? «Il contratto del 1911 prevedeva dopo venticinque anni la possibilità di riscatto per l'Italia, che Mussolini fece valere. Nacque cosi il contratto d'affitto per una lira uguale a quello Jier l'Hotel la Rochefoucauld, 'ambasciata italiana a Parigi». Papi, guerrieri o artisti, che idea si è fatto dei Farnese? «Una famiglia etnisca che riuscì a varcare il soglio pontificio, ma una volta al potere scelse il nepotismo. Una famiglia di umanisti che con Alessandro, poi divenuto Paolo III, si formò alla corte dei Medici a Firenze, anche se poi divenne protagonista della Controriforma, visto che fu proprio Paolo III a convocare il Concilio di Trento». Ma è un palazzo anche di miracoli diplomatici. Fu entrando a Palazzo Farnese che i Borboni si riappacificarono con la Santa Sede nel 1738... «Non solo. Basti bensare che quando Cristina di Svezia rinunciò alla religione luterana fu qui che il duca di Parma la ospitò per diciotto mesi. Per non parlare della Pace di Nizza fra Francesco I e Carlo V favorita dal viaggio di Paolo III». E Alphonse de Itichelieu? «Il fratello maggiore del cardinale Mazzarino soggiornò qui per tre anni, ma i suoi risultati non furono all'altezza della fama di famiglia: a lui Palazzo Farnese non portò fortuna». Perché De Gaulle pochi giorni dopo la liberazione di Roma nel giugno del 1944 si precipitò a Palazzo Farnese? «Al termine-di un conflitto tanto violento ed ideologico la riappropriazione di Palazzo Farnese fu segno forte, liberatorio, come quello di Notre Dame a Parigi. Palazzo Farnese è per tutti i francesi il monumento romano fuori del Vaticano». Secondo lei, che lo conosce di persona, Milosevic a quale personaggio dei Farnesi assomiglia di più? A Papa Paolo ni della pace di Nizza o a quel Pier Luigi che si uni ai Borboni nel sacco di Roma? «Non metterei certamente Milosevic fra quelli che conclusero la Pace di Nizza. Ciò che ha caratterizzato questo Palazzo è la ricerca di una cultura umanista in uno spirito di tolleranza. Non credo che Milosevic abbia questo spirito perché le sue radici sono estranee al Risorgimento. Milosevic si è comportato in Kosovo come quelli che si resero responsabili del sacco di Roma: distruggendo e uccidendo». «Adesso toccherà agli esperti d'arte identificare questi segni geometrici di origine esoterica o massonica confrontandoli con quelli esistenti su altri palazzi» Qui soggiornarono Murat e De Gaulle e nel 1738 fu raggiunta la pace tra Chiesa e Borboni Mussolini nel 1936 lo affittò alla Francia alla cifra simbolica di una lira 1 W?M A fianco, l'ambasciatore di Francia a Roma Jacques Blot. In basso e a sinistra, due immagini di Palazzo Farnese. La facciata appena restaurata a spese del governo francese sarà inaugurata il 21 maggio