Segni: attenti all'inciucio

Segni: attenti all'inciucio 11 «padre» dell'Elefante: il cancellierato è una cosa seria in Germania, in Italia è una favola Segni: attenti all'inciucio «Berlusconi tentava intese con Marini» ROMA A Mario Segni è già venuto un sospetto: «Il 13 maggio è stata una grande giornata per l'autorevolezza del Presidente eletto e por la sconfitta della restaurazione neocentrista. Ma ora si profila un pericolo serio: all'ombra di una grandissima maggioranza, anziché la strada delle grandi riforme, può partire la strada delle rilormette, dei pasticci. Diciamo pure, dell'inciucio...». Ma agitando lo spauracchio dell'inciucio, non si ingigantisce il ruolo di Berlusconi? Lei crede che il Cavaliere abbia avuto un ruolo trainante nell'elezione di Ciampi? «Sono lieto che Berlusconi abbia contribuito ad eleggere Ciampi, ma mi è sembrato di capire che sino a poco prima fosse tentato da un accordo con Marini. Sono soddisfatto perché la nascita dell'Elefantino ha contribuito all'elezione di Ciampi, costituendo un baluardo e dando una sponda a chi, come Veltroni, lavorava per lo stesso obiettivo». Ammesso che sia così forte la tentazione di «inciucio», lei e Fini cosa potete fare per arginarlo? «L'Elefantino ora dovrà mettersi a correre e dare a tutta l'opposizione una linea chiara e alternativa». Concretamente? «Da una parte preparando una vera battaglia antistatalista, dall'altra rilanciando l'idea del Sindaco d'Italia. A me interessa meno se si elegge il capo dello Stato o del governo, ma interessa molto che governi chi sia stato eletto dal popolo. Che senso ha chiamare 50 milioni di italiani per eleggere un garante? 0 un patriarca?». Lei lancia l'allarme ma ha qualche indizio concreto? «Il primo tema all'ordine del giorno è il presidenzialismo. Le possibilità concrete? Il precedente della Bicamerale è fresco e in ogni caso il presidenzialismo è una scatola enorme entro la quale ci sono la Repubblica di Weimar e gli Stati Uniti...». Qualche mese fa D'Alema parlava di un «presidente di garanzia»... «E infatti io dii non dimentico che D'Alema guida un governo di sinistra nel quale l'idea di un presidenzialismo serio è combattuta da almeno metà della coalizione». In Forza Italia c'è chi rilancia il sistema tedesco. «Ma il cancellierato è una cosa seria in Germania. Portato in Italia è una favola da raccontare ai bambini». Non c'è in lei una prevenzione ideologica verso quel modello? Lì c'è il proporzionale, ma dal dopoguerra i governi non sono stati stabilissimi? «In -Italia lo sbarramento al 5% significherebbe che nessuno ha la maggioranza e che tutto dipende da Bossi. In ogni caso, oggi sarebbe un errore ricominciare dalla legge elettorale. Ril idili partiamo dal presidenzialismo». Come va il rapporto tra lei e Fini? «Bene. In vista di un grande progetto, io ho avuto coragio, ma Fini forse ne ha avuto i più per la responsabilità che ha di un grande partito. Abbiamo storie e culture diverse, ma la battaglia comune per alcuni granai obiettivi può rappresentare la vera novità del futuro. Del resto lo facciamo per un grande progetto: l'Elefantino. E cioè creare una forte alternativa liberaldemocratica». [f. m.] Il leader referendario Mario Segni

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma, Stati Uniti, Weimar