Amato: l'economia italiana non galoppa di Stefano Lepri

Amato: l'economia italiana non galoppa Timi si aspettano da lui la riforma delle pensioni. Spaventa: occorre fare qualcosa entro due anni Amato: l'economia italiana non galoppa «E' difficile l'eredità di Ciampi» Stefano Lepri ROMA Com<! c'era da aspettarsi, appena prese le consegne Giuliano Amato dice che «non è facile raccogliere l'eredità di Ciampi». E' allegro all'uscita del Consiglio dei ministri, come si vede dalle battute che inanella, dalle frasi studiatamente non rituali. Corca di stupire e di distrarre i giornalisti, quando non vuole rispondere. Porge bene l'ovvio: «L'economia italiana non ò tru quelle che galoppano». Eredità difficile? Por l'appunto, la chiacchiera romana ribolle: «Gli si dimettono duo sottosegretari», si sfalda la squadra Ciampi, timorosa di un ministro più politico e che metterà il naso dappertutto. I due sottosegretari interessati smentiscono. Non ha intenzione di lasciare, ò pronta alla nuova esperienza Laura Pennacchi (Ds). «Sarò al mio posto martedì mattina per una riunione sul Dpef», dichiara Piero Giarda, esperto di spesa pubblica che, sì, da tempo sogna di tornare a faro il professore, ma non abbandona il lavoro cho ha cominciato. La chiacchiera intanto si sposta: «Va li per faro la riforma delle pensioni». Si sbagliano allora i leader sindacali, tutti contenti della sua nomina? «Ne penso tutto il bene possibile - dice il segretario Cisl Sergio D'Antoni - ed 6 un uomo che crede nella concertazione». Concertazione significa mettersi d'accordo con i sindacati, e Cgil Cisl o Uil non vogliono parlaro di pensioni fino all'inizio del 2000. «Certo che l'impegno è quello, e per ora In spesa del '99 è in linea, come ha detto il presidente- dell'Ili]):; - dico una VOCC governativa - ma si potrebbe anche agiro prima, per lungimiran¬ za». «Entro un paio d'anni occorrerà fare ancora qualcosa», sostiene Luigi Spaventa, presidente della Consol) e amico di Amato. Il problema, per l'appunto, è quando. Da mesi i consiglieri di D'Alema esplorano gli spiragli per dare qualche aggiustamento a questo settore decisivo di spesa senza perdere, magari guadagnando consensi. Se si cercava la persona adatta, tutti la indicano in Amato. Lui non stima quelli clic si limitano ad escogitare grandiosi progetti di riforma, senza preoccuparsi degli strumenti concreti con cui veiranno realizzati, con cui verranno fatti passare attraverso il farraginoso meccanismo di decisione della politica italiana. Se vuol fare qualcosa, ne parlerà poco e preparerà molto. Se vi si deciderà, cercherà a tutti i costi di non chiedere sacrifici a una parte sola. Spiegherà che è interesse di tutti. Si chiamino le eventuali misure, tecnicamente, «calcolo prò rata» o ri equilibrio delle gestioni degli autonomi, saprà inserirle in un progetto ampio di dare e avere. E' praticamente certo che nel Dpef, il documento di programmazione 2000-2002, di pensioni non si parlerà in modo esplicito; è a buon punto il lavoro dei tecnici sulle cifre, sulle quali Amato si dichiara ancora all'oscuro. Certo la parte iniziale, con le indicazioni di politica economica, vorrà scriverla a modo suo, con il suo gusto della parola chiara e ragionata. E se Ciampi era stato battezzato «supermmistro» per l'indiscussa autorità tecnica e morale. Amato sarà probabilmente ■(superiliinistro» nel senso di suggeritore di idee di politica economica a tutto il governo. Su altre questioni è possibile che i sindacati trovino un alleato. Quando si parlerà dei contenuti del patto sociale, Amato è relativamente poco entusiasta della «flessibilità del lavoro» reclamata dagli industriali; perché le «rigidità» che vuole abbattere sono ovunque. «I lavoratori sono ingiustamente accusati di essere i responsabili unici dell'immobilismo» gli è capitato di dire: perché le regole che ostacolano il mercato e l'impresa, a favore degli inclusi e a danno degli esclusi, sono difese da disparati gruppi di interesse e ceti. Per liberalizzare l'economia il nuovo ministro del Tesoro cercherà di andare «oltre il solito triangolo» governo-sindacati-Coniindustria.

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