Ross a Roma rilancia la pace

Ross a Roma rilancia la pace LA MISSIONE DELL'INVIATO USA PER IL MEDIO ORIENTE Ross a Roma rilancia la pace Sì dei palestinesi: si tratta dopo il voto retroscena Maurizio Molinarl SUBITO dopo l'esito del voto in Israele Washington pensa di rilanciare i negoziati di pace sulla base degli accordi di Wye Plantation e i palestinesi sono d'accordo. E' questo il risultato della missione svolta dall'inviato americano per il Medio Oriente, Dennis Ross, impegnato in due giorni di contatti a Roma con una delegazione dell'Autorità Nazionale Palestinese per discutere lo sviluppo dei rapporti bilaterali e le prospettive del negoziato di pace. Fra i rappresentanti dell'Anp giunti a Roma c'era anche Mohammed Dahlan, responsabile della sicurezza nella Striscia di Gaza e membro della commissione bilaterale presieduta dal segretario di Stato, Madeleine Albright, e dal braccio destro di Yasser Ara- fat, Abu Mazen. Nei primi contatti Dahlan ha confermato a Ross l'impegno di Aralat nella lotta al terrorismo smentendo quanto denunciato dal governo israeliano in merito all'avvenuta liberazione di alcuni palestinesi responsabili dell'uccisione di cittadini americani. «Tra noi e gli Stati Uniti raccontano fonti palestinesi - c'è stata un 'a t mosiernia di piena collaborazione sul piano della sicurezza e nell'impégno per il negoziato di pace». In effetti Ross (che è ripartito da Roma mercoledì mattina) ha trovato concordi i palestinesi sulla possibilità di rilanciare la trattativa con Israele sull'applicazione degli accordi di Wye Plantation (delle tra fasi concordate fra Clinton, Aralat e Netanyahu nell'autunno 1998 solamente una è stata finora completata) all'indomani delle elezioni che si celebreranno lunedì nello Stato ebraico. Sarà questa probabilmente la prima mossa di Wa¬ shington dopo l'esito del voto. «Sappiamo bène che le elezioni di lunedì sono una questione intema ad Israele - dice Nemer Hammad, delegato palestinese in Italia - ma le speranze di pace sono legate per noi all'affermazione del leader laburista Ehud Barak perché con lui i negoziati andranno avanti». Durante il suo soggiorno a Roma Ross ha rifiutato ogni contatto con la stampa, confermando la linea di stretto riserbo scelta dall'Amministrazione alla vigilia del voto, ma chi gli è stato vicino in questi giorni racconta che «a suo avviso in caso di vittoria di Barak potrà ripartire subito il negoziato di Wye Plantation in un'atmosfera distesa mentre se dovesse prevalere Benjamin Netanyahu i palestinesi reagirebbero rilanciando la sfida della dichiarazione di indipendenza» e quindi si riproporrebbe l'attuale situazione di stallo. La scelta di Roma come sede per questi contatti Usa-palestinesi viene spiegata da fonti arabe come «un riconoscimento per il ruolo di neutralità svolto dall'Italia» ma è anche vero che Dennis Ross ha sfruttato il pur breve soggiorno per alcuni incontri con diplomatici e politici italiani, dentro e fuori la Farnesina, durante i quali ha affrontato gli altri temi caldi del Medio Oriente: negoziati Israele-Siria e Israele- Libano, Iran e Iraq. Forse non a caso l'unico ministro della Repubblica ad aver stretto la mano a Ross - durante un pranzo con un gruppo scelto di vip della politica estera italiana - è stato Gian Guido Folloni, titolare dei Rapporti con il Parlamento e protagonista di intensi contatti con gli Stati che Washington guarda con maggiore sospetto. Folloni è infatti presidente della sezione Italia-Libia dell'Unione Interparlamentare, presidente dell'Asso- dazione di amicizia Italia-Iraq, vice presidente dell'Associazione parlamentare euro-araba e membro di «Italia- Iran». «Dennis Ross è un profondo conoscitore dei dettagli del Medio Oriente e la conversazione con lui è stata ricca di spunti» si limita a dire Folloni ma l'impressione è che nei contatti romani il tema dei rapporti con gli «Stati canaglia» sia stato ben approfondito. Nessuna conferma ufficiale invece è giunta alle indiscrezioni della vigilia su contatti Usa-Libia durante la presenza di Ross anche se - forse solo per coincidenza - l'ambasciatore di Tripoli, Abdel Ali Al-Obeidi, in quei giorni ha modificato la propria agenda. Dennis Ross l'inviato americano per il Medio Oriente a Roma per trattare con l'Anp