Parte con un flop il processo a Eltsin di Anna Zafesova

Parte con un flop il processo a Eltsin Il ministro della Difesa passa in rivista le truppe: entrerete a Mosca? No, senza ordini del Presidente Parte con un flop il processo a Eltsin Nell'aula semivuota si presentano solo 5 testi su 29 Anna Zafesova nostro servizio da MOSCA Alla vigìlia del voto sull'impeachment al Presidente - atteso con il fiato sospeso come un evento cruciale nella storia russa - il dibattito alla Duma assume toni da farsa e l'accusa diventa sempre meno convincente. In un'aula semivuota si è svolta ieri una seduta tutt'altro che spettacolare, inframmezzata soltanto da qualche battibecco tra deputati e discorsi retorici degli accusatori di Elisili. Il nasco di quello che doveva diventare un clamoroso processo del Parlamento contro zar Boris si è intuito fin dalla mattina, quando è giunto il turno di parlare degli «esperti». Delle 29 persone convocate dalla Duma per testimoniare sui crimini del Cremlino, si sono presentate solo 5. Non c'erano né l'ex ministro della Difesa Pavel Graciov, che doveva rivelare i retroscena della guerra cecena, né altri ex seguaci del Presidente. Non si è presentato nemmeno il «superteste» Mikhail Gorbaciov che non ha voluto sottoporsi all'umiliazione dell'interrogatorio da parte di una Duma che lo odia ancora più di Eltsin. E così il tempo riservato agli «esperti» - un'ora e tre quarti - si è ridotto ad appena 35 minuti. I 5 saliti sulla tribuna hanno tutti parlato a favore dell'accusa. Il medico Venediktov ha sostenuto l'imputazione di «genocidio» con cifre sul crollo della sanità e l'anziano scrittore Vassilij Belov ha addirittura fatto a meno di prove: «Il fatto del genocidio è noto a tutti in quest'aula c non ha bisogno di spiegazioni». Nel dibattito i deputati liberali hanno tentato di smantellare le accuse indicando tutti i punti deboli di questo «processo» surreale—Ma il più acceso sostenitore di Eltsin è stato Vladimir Zhirinovskij che, fedele al suo ruolo di pagliaccio senza freni, ha insultato i comunisti e si è dichiarato «l'uomo più grande del mondo». E poi ha lanciato un avvertimento all'opposizione-:: «Con il vostro comportamenjb avete già perso il governo Primakov». Come a dire: se insistete perdete anche la Duma. Una chiara allusione alle voci che, in caso di verdetto di colpevolezza, Eltsin potrebbe sciogliere la Duma nonostante la legge glielo vieti. Ieri il ministro della Difesa Igor Sergheev ha passato in rassegna le truppe della brigata motorizzata Tjoplyj Stari, alla quale spetta il compito di entrare nella capitale ii) caso di emergenza. Alla domanda se l'esercito interverrà nel conflitto tra Presidente e Parlamento il ministro ha risposto: «No, senza una decisione politica». In altre parole, senza ordine di Eltsin. Se il Presidente decidesse comunque di andare allo scontro perderebbe un alleato fedelissimo come Jury Luzhkov. Ieri il sindaco di Mosca è stato esplicito: «Siamo disposti a tollerare le decisioni del potere solo fino a che saranno costitu- zinnali». Altrimenti i moscoviti «reagiranno attivamente». Tutto si deciderà oggi, quando i deputati passeranno al voto sull'impeachment. L'unico capo d'accusa che potrebbe raggiungere i 300 voti necessari è quello sulla guerra cecena. Dall'esito della votazione dipenderà anche il voto di mercoledì prossimo sulla candidatura di Serghej Stepashin. Per ora, a quanto pare, i deputati non hanno intenzione di scontrarsi con Eltsin anche sulla candidatura del premier designato: il Po ieri si manteneva cauto e gli agrari hanno fatto capire di essere pronti a votarlo se «presterà attenzione ai problemi della campagna». 50 voti a suo favore dei 226 necessari il neopremier li ha già: il solito Zhirinovskij ha dichiarato di appoggiarlo senza condizioni. in attesa della sua approva- zione Stepashin ha continuato, in assoluta riservatezza, le t rat- tative con i leader della Duma. Ma, ha affermato, il suo non sarà - a differenza di quello di Primakov - un gabinetto di eoa- lizione: «In questo momento di transizione la Russia ha bisogno di un governo tecnico», ha detto ieri, rivelando per la prima volta le sue strategie. ATTACCO AL CREMLINO IN CINQUE MOSSE In base all'orticolo 93 della Costituzione russa il presidente può essere destituito solo suda base di un'accusa di alto tradimento o di un altro reato grave. Ecco le tappe della procedura: 1. La Duma prende la decisione - raccogliendo almeno 150 firme di deputati - di formare una commissione per esaminare l'esistenza o meno di accuse contro il presidente. Questa tappa ò iniziata quasi un anno fa con la formazione della commissione che ha formulato 5 capi d'accusa e, dal 13 moggio, ha cominciato a presentarli alla Duma. 2. La Duma respinge o approva l'avvio della procedura dell'impeachment sulle accuse presentate. Per avviare l'impeachment ci vuole una maggioranza qualificata di due terzi (300 voti). 3. La Corte Suprema emette un verdetto sulla presenza o meno del reato nelle accuse presentate dalla Duma. r 4. La Corte Costituzionale emette un verdetto sulla legalità dello svolgimento della procedura da parte della Duma. (Le tappe 3 e 4 possono svolgersi contemporaneamente). S. La camera alta, il Consiglio Federale, decide se il presidente deve essere destituito o meno. Per rendere la decisione valida ci vogliono i due terzi dei voti dei senatori (105). • Tra l'avvio della procedura da parte della Duma e il verdetto del Consiglio Federale devono passare non più di 3 mesi. Se nel frattempo il Consiglio Federale non prende una decisione, l'accusa contro il presidente cade automaticamente. L'immunità della Duma contro lo scioglimento dura solo per questi tre mesi. • La Corte Costituzionale è composta da 19 giudici. Le candidature dei giudici vengono presentate dal presidente e approvate - o respinte - dal Consiglio Federale. La Cade Suprema non ha un numero di giudici fisso. La procedura per la loro nomina ò identica a quella dei giudici della Corte Costituzionale. Membri del gruppo parlamentare comunista discutono ieri alla Duma durante una pausa dei lavori

Luoghi citati: Mosca, Russia