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V V La gatta di Celli e i dubbi di Regge Giovanna Favro TORINO EORSE sono diventato scienziato grazie alla mia gatta Giuditta. Da bambino la vidi allattare e cominciai a pensare che tra noi e gli animali non c'era quella gran differenza». Così, ieri, l'entomologo Giorgio Celli (nella foto) al convegno sulla scienza come avventura e passione moderato da Piero Bianucci. «Ma la scienza - ha chiesto Bianucci - non è tutta razionalità?». Gli hanno risposto, con Celli, il fisico Tullio Regge, il matematico Piergiorgio Odifreddi, i biologi Edoardo Boncinelli e Tijs Goldsmidt, e Giuseppe Longo, docente d'Ingegneria. Concordi nello spiegare quanta passione guidi la ricerca: «Spesso - ha detto Regge - ci si mette a cercare qualcosa, e si scopre altro, più importante di ciò che si cercava». Boncinelli ha parlato del genoma umano: «Una molecola di dna contiene 3 miliardi di informazioni. Si apre un'era pari alle grandi scoperte geografiche».

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