De Crescenzo il divo di Marco Neirotti

De Crescenzo il divo De Crescenzo il divo Al fianco diMonia per mostrare che le donne a volte sono diverse Marco Neirotti TORINO L UCIANO De Crescenzo è simpatico e fa venire il nervoso. Viene qui, alla Fiera, a presentare Le donne sono diverse (Mondadori) e rie¬ sce a snobbare i tasselli della sua fortuna senza per questo segarne le basi. Grande volpe lui e grande presenza Mania che lo accompagna all'appuntamento per confermare meglio che «le donne sono diverse». Questo ingegnere napoletano che sfanga la società, racconta tradizioni, snellisce a suo modo la filosofia, viaggia con un catalogo che scatena invidie: 22 libri, 18 milioni di copie nel mondo (un terzo in Italia) con traduzioni in 21 lingue. E ha la faccia tosta di scandalizzarsi ogni volta che lo placcano per esordire: «L'ho vista m tv». E' arrivata molto presto la star che fa finta di non essere star. Si alza alle cinque e non sa che fare: «Guardo la tv e c'è uno che scrive formulo matematiche su una lavagna. Sono il suo unico spettatore. Anzi, lancio un appello attraverso La Stampa; vorrei conoscerlo di persona». Alle sei esce dall'albergo e va a comprare i giornali perché, dice, l'albergo te ii fa trovare alle sette. Poi fa colazione e incomincia la trafila dei «dottore, mi fa un autografo». Al Lingotto compare ufficialmente per presentare questa tipografia capace di ricerche archeoìibrarie dell'Ihm. Vuoi un testo fuori catalogo? Te lo ritrovi stampato in tempo reale, rilegato e limpido. Gli domandano di tutto, e di fronte agli incassi ha la sfrontata cortesia di rispondere che non sa. Però ammette: «Siamo in sei o sette in Italia a non dover fare un altro mestiere». Mentre si sposta per il pranzo, tra fotografi che lo assediano («Chissà quante mie immagini con mafiosi che non conosco: altro che Andreotti»), tra sciagurati fidanzati che vorrebbero un suo braccio intorno alla loro ragazza, spiega, in ordine crescente, le stra- de che fanno un successo: «La prima e la recensione. La seconda e la pubblicità in prima pagina. La ter za è la tv, il Costanzo show». Fin qui dell'autore non c'è nulla, se non la faccia e la capacità di offrir si. «Appunto. Il gradino più alto è la semplicità di ciò che scrìvi Mi sono creato un programma che mi avverte se una frase è troppo lunga, se ho troppi avverbi interminabili. Oddio, Proust da 11 non ci pas sa va». Ma non scendeva nella Sala dei 500 con Monia. Luclano De Crescenzo

Persone citate: Andreotti, De Crescenzo, Luclano De Crescenzo, Proust

Luoghi citati: Italia, Torino