Dacia, autobiografia di una lettrice di Dacia Maraini

Dacia, autobiografia di una lettrice Dacia, autobiografia di una lettrice La Maraini da Conrad e Verne alle romanziere degli anni maturi Mario Baudlno Torino ONRAD, Melville, Stevenson, Giulio Veme: erano libri d'avventura e di viaggi quelli che Dacia Maraini, bambina, amava e divorava dalla biblioteca di famiglia. Libri con eroi maschili, in un mondo maschile, in cui tuttavia era possibile identificarsi. «E poi ho scoperto che proprio in Conrad c'era una sensibilità che definirei assolutamente femminile». Le autrici della maturità sono poi diventate Anna Banfi, la Ortese, la Morante, la Ginzburg, Lalla Romano. Ma forse in quelle letture dell'infanzia c'è lo stampo della futura scrittrice impegnata in femminismo e lotte civili, e nella passione di raccontare storie. Dacia Maraini ne ha parlato iati con Gianni Riotta, nello spazio della Lavazza, ampio e affollato, invitata dalla Fiera del libro a raccontare le sue letture, a tentare un'autobiografia attraverso i libri. Un'autobiografia cominciata in biblioteca, che delle biblioteche non ha la polvere. I libri erano della mamma e soprattutto del papà, il grande Fosco Maraini, orientalista e alpinista, che oltre a essere un maestro della .iamatologia si è anche tagliato di netto un dito, nel campo di concentramente giappo- nese dove era rinchiuso con là famiglia dopo il '43 per non aver aderito a Salò, davanti a un ufficiale nipponico intento a dipingere gli italiani come vigliacchi. Tagliò per dargli una lezione. La scrittrice, che ha parlato dei suoi anni giapponesi e del lager, non ha menzionato forse per linde rata tement questo episodio. Ma è certo che l'avventura, in quella sua famiglia colta e «povera», come ha ricordato, era di casa, non solo in biblioteca. Fosco scelse il Giappone dopo aver litigato col suocero che gli aveva regalato la tessera fascista; la figlia Dacia scelse di volta in volta di sfidare i conformismi con la stessa decisione. Racconta degli Anni 50, di quando era la moglie di Moravia e scriveva libri «scandalosi». «In realtà noi parlavamo di sesso, in un modo che ora appare assolutamente pudico, in segno di rivolta contro moralismo e ipocrisia. Era una vera voglia di cambiare la mentalità, come è poi avvenuto negli Anni 60». Voglia di «passione»: «Oggi forse è difficile capire che cosa significhi la passione di cambiare il mondo. Ma io l'ho conosciuta. E per fortuna non sono caduta nel fanatismo». Dacia Maraini

Luoghi citati: Giappone, Salò, Torino