La crociera non passa più da Venezia

La crociera non passa più da Venezia Adriatico a rischio, le grandi navi della Costa e della Festival trasferiscono le partenze a Genova La crociera non passa più da Venezia Paolo Barbaro LE grandi navi della «Costa» e della «Festival»-non partono— più da Venezia: trasferite a Genova le partenze delle loro famose crociere. Buon per Genova e per jl Tirreno, ma per Venezia e per l'Adriatico è un brutto colpo. Tra le banchine inquiete dello scalo veneziano, si parla di altri trasferimenti di linee marittime se la guerra in Jugoslavia continua. La situazione investe continaia di lavoratori, preoccupa per l'immagine della città all'inizio della stagione, delude i croceristi di mezzo mondo. Il signor Tanaka, ingegnere giapponese che cerca di regalarsi una crociera - ci racconta - ogni tre anni («difficile vacanza», sospira), ha preso ieri un taxi da Genova per dare almeno un'ocdiiata-anehea-Venezia: die eia • di* ce - «il bigliotto da visita della crociera». Le grandi navi bianche - racconta come se non le avessimo mai viste - cominciavano da qui il loro giro nel Mediterraneo, sfiorando il Canal Grande, sfilando davanti a San Marco, traversando la città e la laguna. Ora partono solo le navi che al confronto, nella traversata di Venezia, sembrano corno nascoste tra le vecchio case. Il taxi di Tanaka si è dovuto formare al porto, lo spettacolo della laguna gli è mancato, non sa se tornerà in crociera da queste parti. Per ora resistono i traghetti adriatici, lo navi greche e turche. Sono scomparse le belle gigantesse dei mari, le navi-sogno. Nel nuovissimo Bar del Porto si scommette oggi sugli arrivi per la prossima Festa del Redentore. Orini anno in luglio l'ammiraglia delle crociere, la Grand Princess, si ferma a lungo a Venezia per la Festa. L'immensa mole è amata e odiata dagli abitanti del quartiere di Castello: bellissima, ma impedisce alle case di mezzo quartiere la vista della gran festa d'acqua. La nave però ricambia con inviti a bordo; e ora an¬ che loro, ai Castellani, dispiace la sparizione di quella Princoss di sogno, di quei brevi momenti destinati a loro. Quest'anno speriamo solo ripetono tutti - che la buriana finisca presto. Uno maledice Milosevic, l'altro la Nato. Nei grandi numeri delle presenze e delle prenotazioni turistiche in città e nelle spiagge, non si segnalano al momento variazioni di rilievo "■rispetto agli aruiracttrsirma"la~ra- ' gione è appena cominciata, gli operatori stanno col fiato sospeso: si sa che basta poco, assai meno d'un conflitto pieno di incognite, per mutare scelte e flussi della delicata macchina turistica. Nel frattempo, all'aeroporto, ritardi mai visti, traffici spostati ad Ovest, vacanze in Dalmazia e in Grecia rimandate. Né mancano le difficoltà per la pesca: la bassa pescosità lungo la costa spinge le barche venete il più possibile al largo, ma ora le dotazioni di sicurezza vanno potenziate: aumentano i rischi d'un mare, tra mine e bombe vecchie e nuove, sempre malsicuro. Si spera che non arrivi anche qui qualche improvvisa pioggia di missili in laguna, come quella capitata nei giorni scorsi nel Lago di Garda. La notte si odono dal mare rombi di aerei che non riconoscia¬ mo: col vento da Nord-Est, nel silenzio lagunare, TlÈRfcigiilamo nettamente i colpi del muro del suono. Non si rTaTiTofe'tTog'W di andare in crociera; e nemmeno in barca a vela. Un po' più in là di queste banchine oggi semivuote su cui ci troviamo, 31 sta ultimando un'altra magnifica nave da crociera, la '/.riandarti, che segue la Volendam e altre, varate da poco. Le vedremo sfilare in laguna con ospiti di ogni Paese? Venezia non dimentica gli sbarchi degli esuli istriani approdati qui con le prime maledette pulizie etniche, cacciati con la violenza dalle città venete sull'altra sponda. Ora teme e soffre per i kosovari: offre il più possibile strutture, soldi, aiuti. Ma anche spera il pronto ritorno di quelle grandi presenze sul mare, che partendo da qui rinsaldano il raccordo tra sponde diverse: teme la perdita del sogno su questo breve, amaro Adriatico. Una nave da crociera a Venezia

Persone citate: Milosevic, Paolo Barbaro, Tanaka