«La Duma contro Eltsin, l' udienza è aperta» di Anna Zafesova

«La Duma contro Eltsin, l' udienza è aperta» Nei corridoi si lavora per la fiducia al nuovo premier Stepashin, forse una carica per Primakov «La Duma contro Eltsin, l' udienza è aperta» Parte l'impeachment tra veleni e trattative segrete Anna Zafesova nostro servizio da MOSCA Davanti alla Duma, ieri mattina, l'atmosfera sembrava rovente: bandiere, canzoni, slogan gridati con eguale convinzione, ma contenuto completamente opposto. Davanti all'entrata i deputati venivano accolti da 2 nula «babushke di ferro», la pattuglia inflessibile dei comunisti che cantavano canzoni patriottiche agitando drappi rossi e ogni tanto si mettevano a scandire «Stalin, Beria, gulag» e «Eltsin giuda». Dall'altro lato della strada, quasi non udibili dietro il rumore del traffico, i sostenitori di Eltsin, una specie che sembrava ormai estinta dalle strade di Mosca. Qui c'è qualche faccia giovane, il comportamento è meno «pasionario», ma la preoccupazione è maggiore: «Se passa l'impeachment e arrivano i comunisti, ci ritroveremo tutti in Siberia». Appena oltrepassate le pesantissime porte della Duma, nell'atrio di marmo la temperatura scende drasticamente. Nessun' atmosfera grave o nervosa da grande giornata, soltanto l'eterna routine. I deputati si affrettano a prendere un ultimo caffè e a fornirsi all'edicola di giornali da leggere durante la seduta. Una seduta che pure si presenta come storica: per la prima volta la Russia democratica mette sotto accusa il proprio Presidente. Il processo «Duma contro Boris Eltsin» si è aperto alle 10 del mattino e si è subito rivelato t ut t'altro che spettacolare. I deputati hanno deciso di ignorare gli sconvolgimenti del giorno prima, che ha visto cadere il governo Primakov, e procedere come se nulla fosse. E cosi alla tribuna sale l'anziano Vadim Filimonov, il presidente comunista della commissione per ' ' l'impeachment, per enumerare con voce monotona tutte le colpe del Presidente,..^.,, . , . I capi d'accusa sono cinque: scioglimento dell'Urss (qualificato come «tradimento della patria» e «complotto per prendere il potere»), il bombardamento del Parlamento nel '93, la guerra in Cecenia, la distruzione «intenzionale» delle Forze armate e altrettanto «intenzionale» - il «genocidio del popolo russo». Un'imputazione surreale che si basa sul codice penale sovietico e viene corroborata da citazioni da giornali di opposizione. II discorso che dura un'ora e mezzo è più propagandistico che giuridico, mette insieme colpe come l'allargamento della Nato a Est. e il crollo demografico. L'aula si svuota, lo show non c'è, la retorica è nota e anche le posizioni: il Pc voterà «sì», il partito di Cernomyrdin «no», gli uomini di Javlinskij appoggeranno solo l'accusa sulla guerra cecena o, forse, quella de! bombardamento del Parlamento. Anche il gruppo di Zhirinovskij è contrario all'impeachment, ma il suo leader dice che «decideremo all'ultimo momento», per alzare la posta nella trattativa con il Cremlino. Il vero intrigo si consuma fuo¬ g ri dall'aula, nei corridoi e negli uffici del Parlamento, dove si aggira cupo il premier designato Serghej Stepashin. La sua candidatura verrà esaminata dalla Duma solo il 19 maggio, dopo il voto sull'impeachment di sabato prossimo, quando i deputati si sentiranno tutelati dall'immunità contro lo scioglimento garantita dalla Costituzione. Ma l'esito del voto di mercoledì - e forse anche quello di sabato - dipende dalle offerte e dai ricatti che si faranno ai parlamentari. Tutti i candidati al governo negano di aver ricevuto proposte. Ma lo speaker della Camera bassa Selezniov è infastidito: «C'è mezza Duma che corre avanti e indietro, il governo è pieno di posti vacanti». Secondo i calcoli del Cremlino, l'unico capo d'accusa che può a fatica raggiungere i 300 voti necessari per avviare l'impeachment è quello sulla Cecenia e ogni defezione nello schieramento parlamentare potrebbe essere decisiva. Per il momento comunque le prospettive dell'approvazione di Stepashin da parte della Duma sembrano abbastanza buone. Perfino i comunisti lasciano una porta aperta. Dopo che ieri mattina il Pc sembrava intenzionato a bocciare Stepashin, il numero due del partito Valentin Kupzov ha smentito: «Dobbiamo ancora esaminare la situazione». Una carta che il Cremlino potrebbe giocare per blandire l'opposizione è assegnare una carica all'ex premier. Primakov ha dichiarato che si sarebbe dedicato alle sue memorie. Ma ieri si è diffusa la voce che ha ricevuto proposte «importanti». Se Eltsin vuole conservare Primakov, dovrà però contenderselo con Jurij Luzhkov: il sindaco di Mosca ha già proposto all'ex premier di guidare la lista del suo partito. Manifestazioni di oppositori e sostenitori di Zar Boris Cinque capi d'accusa dal tradimento al genocidio Incontro tra Chirac e il capo del Cremlino in piena crisi di governo e istituzionale Anche il ministro degli Esteri in bilica Il precidente russo Eltsin durante l'incontro con Chirac ieri al Cremlino

Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Russia, Siberia, Urss