Kosovo, Fischer ferito nella guerra Verde di Emanuele Novazio

Kosovo, Fischer ferito nella guerra Verde Colpito da un proiettile di vernice deve farsi medicare. Grida di «guerrafondaio e ipocrita» Kosovo, Fischer ferito nella guerra Verde La sua linea passa al Congresso tra violente contestazioni Emanuele Novazio invialo a BIELEFELD Alla fino, quando al Congrosso straordinario dei Verdi la mozione che chiedeva la fine «incondizionata e immediata dei bombardamenti Nato» è stata respinta, e ha vinto un compromesso che appoggia la linea del governo ma chiede una «sospensione temporanea» degli attacchi e accetta per la prima volta l'idea di un intervento militare, Joschka Fischer ha sorriso. Per la prima volta, in una giornata ricca di violenze non solo verbali che hanno costretto il ministro degli Esteri - e vicecancelliere - a l'arsi medicare una ferita al timpano dell'orecchio destro provocata da un proiettile di vernice rossa. A lanciarglielo, subito all'avvio dei lavori, era stato un «pacifista radicale», entrato nel palazzetto dello sport di Biolefeld di corsa e nudo insieme con due compagni armati di bottigliette di ketchup, barattoli di vernice rossa e fialette puzzolenti. Quando, alla fine, Fischer ha ringraziato i delegati che hanno evitato una crisi di governo (444 contro 318), il leader storico dei Gruenen era finalmente rilassato. Ma l'assemblea straordinaria dedicata alla guerra nei Balcani resterà segnata di interrogativi imbarazzanti, che peseranno sul futuro degli ecologisti; e da un paradosso che a molti delegati è sembrato il segno di «un mondo alla rovescia»: il Congresso di un partito che per anni ha «disturbato l'ordine pubblico» si è svolto grazio all'imponente schieramento della polizia, mobilitata in tutta la regione per consentire ai quasi 800 delegati di superare le «barriere radicali» strette a cor- dono, ed entrare. Al compromesso si è arrivati grazie a un discorso denso di emozioni. Un appello a non far naufragare gli sforzi negoziali del governo che Fischer non ha pronunciato, ha urlato con passione rauca, soffocato dalle ovazioni e dalle urla di «guerrafondaio» e «ipocrita». Per mezz'ora, l'ex contestatore diventato capo della diplomazia tedesca ha difeso la scelta di «andare fino in fondo» con il leader serbo; ha ricordato il doppio impegno preso già negli anni della giovinezza, «mai più guerra» e «mai più Auschwitz»; ha negato di essere «il guerrafondaio» che i radicali lo accusano di essere «mentre preparano forse un Nobel per Milosevic»; «La guerra non l'ho cominciata io ma Milosevic, dieci anni fa», ha ricordato, evocando «il lungo colloquio con il Signore di Belgrado nel quale ho fatto di tutto per convincerlo a evitare il confronto e la violenza». Senza mai pronunciare la parola «dimissioni», ma avvertendo che «non avrebbe accettato» una mozione per la fine immediata e senza condizioni dei bombardamenti. Un'allusione alla volontà di restare comunque nel governo, anche nel caso di sconfessione del partito? O l'accenno implicito a un possibile ritiro? Di certo, il Congresso di ie¬ ri non ha sciolto il doloroso dilemma dei Verdi di fronte al conflitto nei Balcani. Ha dato respiro a Fischer, e con lui al governo, in un momento delicatissimo e grave. Ma ha riproposto la contraddizione di fondo del partito: di fronte alla crisi nel Kosovo i Gruenen sono spaccati in due; e il compromesso sulla guerra li ha privati - agli occhi di una parte consistente della base - dello storico marchio pacifista-radicale. Il nuovo riferimento di quanti continuano a inseguirne il sogno sono i postcomunisti eredi della Sed di Honecker, . la Pds. Altre tempeste aspettano il partito ecologista e Fischer. Guerriglieri dell'Uck in marcia in una zona di confine con l'Albania ifoto ansaj In sequenza, il ministro degli Esteri tedesco joschka Fischer dopo estere stato colpito con un sacchetto di vernice rossa ' al viso e a un orecchio al congresso straordinario del Verdi Respinta per 444 voti contro 318 la mozione che chiedeva la fine incondizionata dei bombardamenti ed evitata una crisi di governo. Cinquecento agenti per mantenere l'ordine

Persone citate: Fischer, Honecker, Joschka Fischer, Milosevic

Luoghi citati: Albania, Belgrado, Kosovo