Snia, Interbanca sfida Giribaldi e Veletto di A. Z.

Snia, Interbanca sfida Giribaldi e Veletto Snia, Interbanca sfida Giribaldi e Veletto Pronto un patto «alternativo» in appoggio a Rosa MILANO Dopo le indiscrezioni su nuovi accordi all'interno del capitale Snia, Interbanca conferma: «Sono in corso negoziati - si legge in un comunicato diffuso ieri - per la stipula di un patto di sindacato per una quota di minoranza della Snia che, ove concluso, verrà prontamente comunicato in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente». Un pizzico di cautela («Ove concluso») non guasta ma ormai la mossa di Interbanca, talmente improvvisa d'aver sorpreso - dicono - persino uno dei due vicepresidenti della Snia nonché azionista di peso, Cornelio Valetto, sembra pronta a ridisegnare in tempi non brevissimi, ma nemmeno troppo lunghi, l'assetto di comando della Snia. Assetto che, non più tardi di qualche mese fa, sembrava essersi stabilizzato dopo l'assemblea che aveva visto arrivare al vertice della società i protagonisti della scalata della scorsa estate, Valetto appunto, insieme all'altro vicepresiden¬ te, il finanziere Luigi Giribaldi, legati da un patto di maggioranza forte di un 15% del capitale cui si aggiunge (fuori patto) un altro 14% che il tandem Giribaldi-Valetto possiede insieme alla Banque du Gothard. E, invece, ecco la sorpresa confermata ieri da Interbanca accreditata finora (insieme alla capogruppo Antonveneta) di un 2,12% di Snia: l'istituto amministrato da Giorgio Cirla punterebbe adesso a un nuovo patto «alternativo» a quello di Giribaldi-Valletto e «di supporto al presidente e amministratore Umberto Rosa» capace di mettere insieme una quota di almeno il 10% del capitale Snia. Nell'impresa Interbanca si sta muovendo insieme a vecchi e consolidati soci in affari, la Hopa del bresciano Emilio Gnutti e del mantovano Roberto Cola ninno (già intestatari di un 1,5% di Snia), la Chase Manhattan e, appunto, il presidente di Snia, Umberto Rosa, l'autore del piano industriale per il gruppo, uomo di indubbia esperienza, al quale la cordata Interbanca ha subito espresso il suo appoggio incondizionato. Il capitale Snia è, dunque, di nuovo in movimento: con quali prospettive? L'entrata in campo della merchant bank di Silvano Pontello, anche se ha sorpreso per la tempistica, era in realtà tra le ipotesi possibili e per un motivo semplice: la dichiarata disponibilità di Giribaldi a vendere la propria partecipazione. Si sapeva di una trattativa iniziata tra il finanziere torinese di base a Montecarlo e una non meglio precisata banca estera, finita in nulla per l'eccessiva sproporzione tra il prezzo richiesto (si vociferava tra le 2800 e le 3 mila lire per azione) e quello offerto. Ma, insomma, l'uscita di scena di Giribaldi, più finanziere che indu¬ striale, era tra gli eventi che in Piazza Affari molti consideravano sicuri. Ecco perché, ieri, attorno all'avance di Interbanca in Borsa ha ripreso forza l'ipotesi che alla fin fine sia proprio l'attivissima merchant bank milanese la possibile destinataria finale anche della quota, o almeno di parte di essa, di Giribaldi. Così, ecco spiegata la cautela ma anche l'esplicito riferimento all'«alternatività» del nuovo patto targato Interbanca rispetto a quello di Giribaldi-Valetto. Uno solo, a questo punto, l'interrogativo: cosa farà Valetto, uomo d'industria più che di finanza, che di vendere la sua quota in Snia, a differenza di Giribaldi, non ha finora mai parlato. [a. z.]

Luoghi citati: Milano, Montecarlo