Rubin passa a Summers lo scettro del Tesoro Usa di Andrea Di Robilant
Rubin passa a Summers lo scettro del Tesoro Usa Tracciata la politica economica e chiusa la crisi finanziaria asiatica, il grande risanatore lascia l'amministrazione Rubin passa a Summers lo scettro del Tesoro Usa Decisione annunciata, ma Wall Street si fa cogliere di sorpresa Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON Robert Rubin, l'uomo che molti a Wall Street considerano il più grande segretario al Tesoro della storia americana, lascia l'Amministrazione. Al suo posto il Presidente Clinton ha nominato il suo vico ed erede designato, Larry Summers. «Ringrazio Bob dal profondo del mio cuore - ha detto Clinton nella cerimonia di addio sul prato della Casa Bianca - Ha mostrato di essere un vero patriota e un vero amico. Mi mancheranno il suo cervello fine e il suo cuore caloroso». A lungo annunciata, a lungo temuta, alla fine l'uscita di scena di Rubin non ha provocato il trauma che molti si aspettavano. Ci sono stati attimi di panico subito dopo l'annuncio - il Dow Jones ha perso duecento punti in pochi minuti. Ma dopo lo stordimonto iniziale, la borea si è ripresa, ed ha chiuso a 11.000,37 (-0,23%). La transizione, spiegano gli analisti, e nel segno della continuità. La politica economica dell'Amministrazione è ormai tracciata. Il peggio della crisi finanziaria mondiale è alle spallo. E la statura di Summers, un brillante economista con una notevole esperienza di governo al fianco di Rubin, è molto aumentata in questi ultimi anni. La sua partenza rimane comunque una grande perdita per l'Amministrazione. Partecipava ogni giorno alla riunione dei più stretti collaboratori del Presidente alla Casa Bianca. Si diceva scherzosamente che era «l'unico adulto» nell'entourage di Clinton e la sua influenza si estendeva oltre la sfera economica. L'ottimo rapporto instaurato con Clinton gli permise di avere sin dall'inizio un ruolo determinante nella politica economica impostata da questa Amministrazione. Clinton era stato eletto nel 1992 dopo aver promesso una riduzione delle tasse per la classe media. Ma Rubin, che presiedeva il neonato National Economie Council - creato da Clinton apposta per sottolineare la priorità che il nuovo governo intendeva dare all'economia - convinse il Presidente che se voleva davvero aggiustare l'economia non poteva ridurre le tasse: dovovu dare priorità assoluta al risanamento del bilancio. La battaglia dell'Amministrazione pur il bilancio nel 1993, baltaglia elio Cu vinta per un solo voto nel Senato, fu una grande vittoria della squadra economica di Clinton, e ih Rubin in particolare. Oggi quella vittoria viene considerata da molti economisti come la pietra miliare del Grande boom americano degli Anni Novanta. Due anni dopo Clinton nominò Rubin segretario al Tesoro al posto dell'anziano senatore texano Lloyd Benlsen. Da allora, la sua reputazione è cresciuta di pari passo con l'economia americana. Osannato da Wall Street, rispettato dal Congresso, Rubin ha anche stabilito un rapporto quasi simbiotico con Alan Greenspan, il presidente della Federai Reserve - l'altro grande urtefice della straordinaria stagione economica americana. Rubin, 61 anni, studiò economia a Harvard e alla London School of Economic8 e diritto a Yale. Negli Anni Sessanta venne assunto alla Goldman Sachs, uno dei grandi templi della finanza a Wall Street, e salì tutti i gradini diventandone il presidente e ammassando miliardi. Ma in un ambiente tradizionalmente repubblicano, rimase fedele al partito democratico e si diede da fare per raccogliere fondi elettorali. In un tributo al suo amico e consigliere, Clinton disse recentemente: «La grande qualità di Rubin è quella di voler davvero capire fino in fondo quali sono le conseguenze delle nostre scelte economiche sulla vita quotidiana della gente». Ma dopo sei anni di Washington Rubin voleva chiaramente andarsene. Da tempo si mormorava di una sua partenza imminente. Ma quando scoppiò lo scandalo Lewinsky decise di rimandare per non dare la sensazione che stava abbandonando una nave alla deriva. Poi scoppiò la grande crisi finanziaria in Asia: una sua uscita di scena in quel momento avrebbe probabilmente piombato la finanza internazionale nel caos. Con rinnovato vigore si mise a lavorare per far rientrare la grande crisi asiatica, che lo scorso settembre minacciò di contagiare anche il Brasile. Ora la crisi internazionale è sotto controllo, l'economia americana continua a correre e il suo «allievo» Larry Summers ha completato la sua educazione. E' il momento giusto per passar la mano, dice Rubin. E i suoi ammiratori, che sono tanti, già dicono che anche la sua uscita di scena è riuscita alla perfezione. Andrea di Robilant
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