Caro direttore, anch'io... di Jas Gawronski

Caro direttore, anch'io... La replica dijas Gawronski a Vattimo Caro direttore, anch'io... Jas Gawronski _____ CARO direttore, ho sempre avuto, davvero, grande stima per Gianni Vattimo pensatore di grande caratura che ha, in filosofia ma anche, perché no, nelle questioni etiche o sociopolitiche, grandi capacità di innovare. Dall'articolo sulla Stampa di ieri direi però che bisogna accreditare a Vattimo oltre che il pensiero debole e il rilancio dell'ermeneutica, anche l'ideazione di una nuova forma di campagna elettorale. Quella che si fa dicendo che non la si fa. In fondo una prosecuzione in politica del pensiero negativo: il candidato che ha forza perché si nega. Mi spiego: Gianni Vattimo scrive: «Caro direttore, avendo deciso di candidarmi alle elezioni europee, so che dovrò ulmeno temporaneamente rinunciare agli aspetti più specificamente politici della mia collaborazione. Prima però che cominci il periodo di blackout previsto dalle norme della par condicio, desidero...», e giù con una doverosa sottolineatura dell'importunza dell'Europa por poi proporre, gurbatumente, i grandi principi per i quali il candidato Vattimo si batterà ma per i quali mai e poi mai farà campagna elettorale sulla Stampa. Ora, l'innovuzione politica vattimiana mi hu colpito, come dicevo, e meditavo se scrivere anch'io, dato cho sono candidato alle europue: «Caro direttore, so che dovrò rinunciare ecc. ...» e poi sparare i principi per i quali mi batterò a Strasburgo. Cosi mi sarei sentito più sicuro con la coscienza. Fino a prendere i voti (forse quelli religiosi, più probabilmente quelli sulle schede). Poi però essendo scandalosamente meno capace di innovare di Vattimo, ho pensato che (sono meno immaginifico, ripeto) essendo in Europa, quindi nell'Occidente democratico, le norme sulla par condicio valgono solo per i mezzi di comunicazione pubblici. I giornali privati si comportano liberamente secondo la loro lùtea editoriale. A proposito di lmea editoriale, è sicuro Vattimo che i suoi principi, ad esempio in tema di bioetica, siano univocamente «i valori che hanno ispirato questo giornale». Valori che trovano maggiore coerenza politica, aggiunge Vattimo, nelle liste ds. Quindi La Stampa, nell'ardito sillogismo vattimiano, sarebbe diossina. Cielo, non lo sapevo. Temo che La Stampa si sarebbe trovata in groppa all'asinelio di Prodi se Vattimo non l'avesse abbandonato all'ultimo momento. Va bene che il filosofo sappia pronunciare parole che arrivano a grandi orizzonti comuni, va bene lanciarsi, come fa Vattimo in questa corsa al seggio europeo, verso nobili cause quasi sempre sottoscrivibili da tutti (ds, asinelio, ma anche, perché no, il centrodestra). Verrebbe anzi quasi da votarlo, Vattimo, al Parlamento europeo, per quelle nobili cause, peccato però che sulla stragrande maggioranza di quelle nobili cause, il Parlamento europeo non abbia alcun potere.

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