LE MEMORIE DI BINDA E POZZO di Marina Verna
LE MEMORIE DI BINDA E POZZO Mardierita Hack, stelle e star (cU calcio e ciclismo) LE MEMORIE DI BINDA E POZZO Da adolescente i primi brividi con i gialli di Simenon e le trasgressioni di Colette, poi la scoperta di Malaparte, la fiorentinità di Pratolini, il ritorno a Manzoni Swk /■ I Wft /I I in / / la / WèJ W À V _JHL ARGHERITA Hack vive a Triesic in una grande casa foderata di libri. Ma quelli di astrono- mia, la sua materia per così dire, non sono visibili al visita¬ toro. Stanno su, al primo pia- no, nel suo studio. Gli scaffali dei soggiorno sono pieni di letteratura. Perché ha sposato un letterato, ma non solo per un letterato, ma non solo per questo. Tutto, in quella stanza, invita alla lettura amena: i divani, i gatti, il camino, il silenzio. Ma lei di tempo per letture amene non ne ha più. Ne ha avuto tanto da giovane, e l'ha riempito bene: tutti i libri che un'educazione colta ed eclettica suggerisce di leggere, lei li ha letti, Una passione per la narrativa così intensa che la spinse persino a iscriversi - - lei, nata in una strada che faceva angolo con via Cento Stello e cresciuta in via Leonardo Ximénes, astronomo - alla Facoltà di Lottere. Ma le bastò una lezione di De Rbi i i di Ei astronomo - alla Facoltà di LotterRobertis su Pesci rossi di Emilio Cecchi, racconta, per capire che quella Facoltà non faceva per lei e imboccare risolutamente la sua vera strada. Il primo libro - e non poteva proprio essere un altro, per una bimba fiorentina - fu Pinocchio. «Ho imparato a leggere su quelle pagine, Avevo cinque anni e ho scoperto cosi la magia delle parole». Seguirono anni di voraci letture «maschili» - Margherita Hack non ha mai pianto su Piccole donne o Polly Anna con un eroe: Salgari. «Salgari. Voi aite Salgari ma io l'ho sempre chiamato Salgari. Il mio preferito era 11 corsaro nero. Tutti quei sentimenti cosi netti, l'onore, l'amicizia, la vendetta, e quegli ambienti che facevano sognare... Proprio bello». Aveva un angolino dove si metteva con i libri? «Non me lo ricordo. Ricordo solo che leggevo, leggevo tanto. Anche quegli autori che mi piacevano cosi cosi, come Ver¬ vnud no». A Margherita i libri arrivavano in quantità, ogni occasione era buona per regalargliene uno nuovo. «Sui 15 anni c'è stata la fase dei gialli. Mi piaceva quel crescendo di emozioni, la suspense, il brivido, la curiosità di vedere come sarebbe finita. E poi lo scioglimento, con tutti i conti che tornano. Ho letto molto Simenon, poi Agatha Christie e soprattutto Graham Greene. Mi piacevano le sue atmosfere esotiche, sognavo di viaggiare anch'io». Quand'è già una signorina molto bella e molto corteggiata - Margherita Hack incontra Colette, la scrittrice francese trasgressiva e spregiudicata quanto serviva per far appassionare una come lei - «non ho mai avuto il complesso femminile di stare in un angolo, sono molto competitiva, mi piace vincere» - a storie di donne. «Ho letto tutta la serie di Claudine, dalla scuola al matri¬ monio. Mi introduceva nella vita vera, quella dei grandi, dei segreti che si nascondono ai bambini, dell'amore». Poi arrivò il suo primo acquisto. Un libro di stelle? Niente affatto: un libro di calciol «Mi sembra fosse intorno al '34, ero a Londra, l'Italia aveva vinto i mondiali di calcio, Vittorio Pozzo, commissario unico della Nazionale, aveva scritto I miei azzurri. Lo lessi proprio appassionatamente». Lei è sempre; stata una grande sportiva, la competizione la galvanizza, allenarsi e vincere è la sua vita. Quand'è ormai all'Università, incontra Aldo. O meglio, lo ritrova. «Giocavamo insieme ai giardinetti quando avevamo dieci anni. Ci siamo ritrovati da studenti, e abbiamo cominciato a uscire insieme così, "per chiasso". E' finita che ci siamo sposati». Lui, letterato, le suggeriva che cosa leggere. «C'è stato un libro molto importante per noi, La pelle di Malaparte. Sconvolgente, per certi aspetti. Ma si usciva dalla guerra, erano vicende che ci toccavano, ne discutevamo, ci chiedevamo fin dove l'uomo si può spingere. Poi però leggevamo i libri di Vasco Pratolini, Le ragazze di San Frediano, Metello, che ci riportavano alla vita della nostra Firenze». Intorno ai trent'anni, Margherita Hack si ammala. «Una cosa leggera, ma ero in ospedale. Lo ricordo come un bel periodo, niente affatto deprimente: mi riposavo, ero servita e riverita, avevo un sacco di tempo per leggere. Aldo mi portò La montagna incantata di Thomas Mann. Fu una rive¬ lazione, è uno dei libri che ricordo di più. Tutto quel piccolo mondo del sanatorio, con la sua atmosfera stregata, l'amore di Hans per Madame Chauchat, le conversazioni con il coltissimo Settembrini e il gesuita Naphta... Proprio bello». Margherita Hack, al galoppo, percorre tutto il cursus honorum accademico e a 42 anni vince la cattedra di astronomia all'Università di Trieste. Da allora non ha più avuto molto tempo per letture oziose, ma il caso le mette davanti Ipromessi sposi, E' una folgorazione. «Ricordo che gran barba era stata leggerlo a scuola. Ma ero andata in Russia per lavoro e un vecchietto, che parlava italiano, mi aveva chiesto di mandargliene una copia. Così lo ricomprai per lui e prima di spedirlo lo rilessi. E mi piacque molto. Perché? Non saprei, non sono un critico. So solo che l'ho trovato molto bello, tutto quel mondo, quelle avventure, la vita insomma. Scoprirlo da adulta è stata un'emozione». E adesso, che cosa legge? «Ora c'ho pochissimo tempo. Più che altro leggo giornali, riviste, le raccolte di Biagi... Dove? La sera a letto, prima di addormentarmi. O a' tavola, se sono sola». Ma un libro fresco fresco, e che l'attira moltissimo, ce l'ha: le memorie di Alfredo Binda. Gliele ha mandate un ammiratore sconosciuto, dopo aver letto che lei è una grande cicilista - «fo anche una cinquantina di chilometri, vo a Udine, a Gorizia, a Grado, tanto è tutto in piano» - e da giovane tifava per Binda contro Guerra e Girardengo. Marina Verna 6 GiNonhomai pianto su «Piccole donne» o su «Polly Anna»: avevo un eroe: Salgari. Il mio preferito era «Il Corsaro Nero». liuti quei sentimenti così netti, l onore, , Vamkizia, la vendetta.... j IJ
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