Prove di ribaltone per il patio Comit di Ugo Bertone

Prove di ribaltone per il patio Comit Il mercato punisce il titolo di piazza della Scala. I due pretendenti non rinunciano alle loro offerte Prove di ribaltone per il patio Comit Intesa e Unicredit studiano una controffensiva Ugo Bertone MILANO Il patto per il ribaltone in casa Comit ha acceso i motori. Ieri, infatti, gli undici aderenti all'accordo del 5 maggio scorso, forti del 20,72 per cento del capitale (in realtà la quota com- Elessi va supera il 24 per cento), anno chiesto che ai consiglio di venerdì l'ordine del giorno preveda la revoca degli amministratori e la nomina dei nuovi previa determinazione del numero dei componenti (lo statuto prevede un massimo di 17 membri contro gli attuali 14). Di questo dovrà discutere l'assemblea dei soci che, con ogni probabilità, si terrà nella prima parte di giugno. Nel mirino dell'armata dol 5 maggio coordinata da Mediobanca ci sono i due amministratori delegati Alberto Abelli e Pierfrancesco Saviotti oltre ad alcuni consiglieri non omogenei alla linea anti-Unicredito: Diego Della Valle, Giuseppe Stofanel ma anche Vincenzo Sozzarti, rappresentante della Pirelli. Ad essi va aggiunto Francois Poncet, rappresentante di Paribas, e, ovviamente, l'ex presidente Luigi Fausti oltre ad altri extra patto (Cerutti, D'Ali Statiti, Peschek). E' prematuro, però, sostenere che il blitz, nelle intenzioni di Cuccia e Marenghi, punti a far piazza pulita di tutte le opposizioni in consiglio (anche perché l'azionariato non è poi così compatto su questa linea). L obiettivo immediato è un altro: far slittare la discussione sulla offerta pubblica di scambio avanzata da Unicredito, prevista proprio per venerdì. II consiglio di Comit, infatti, aveva dato mandato ai due amministratori e al presidente Luigi Lucchini di compiere una ricognizione sull'offerta Unicredit e su «altre proposte», prime fra tutte quella (hnora informale) di Banca Intesa. L'esigenza più immediata della compagine guidata da Mediobanca, insomma, è di evitare che gli attuali amministratori si esprimano a favore dol progotto portato avanti da Alessandro Profumo e Lucio Rondelli. Meglio che di questa materia si occupi un nuovo consiglio. O che, meglio ancora, la questione venga sotterrata nel frattempo dal veto di Fazio all'offerta Unicredit. Il clima di guerra non ha fatto bene ieri al titolo Comit, vittima di uno scivolone del 3,5 per cento, subito dopo l'ennesima conferma dei malesseri di piazza della Scala. Ma anche ieri i quantitativi trattati in Borsa non sono stati trascurabili, a dimostrazione del fatto che mani forti, probabilmente prò o contro «1 accordo del 5 maggio», stanno rafforzando Te trincee. «Loro hanno il 24 per cento - spiega un banchiere avversario - vedremo come la pensa il restante 76 per cento...». Si respira proprio aria bellicosa, dalle parti della City meneghina. Ieri si sono riuniti i consigli dei grandi pretendenti alla fusione con la Commerciale: Banca Intesa e Unicredito. «Da noi non si è parlato di Comit», ha tagliato netto Alfonso Desiata, neo presidente delle Generali e membro del consiglio della banca capitanata da Giovanni Bazoli. Di ben altro tenore le reazioni in arrivo dal fronte di Unicredito, ieri in ribasso in Borsa (-1,01%): l'offerta andrà avanti, sostengono in coro gli uomini del Credit e elle fondazioni. «Sì, mi hanno letto il comunicato della Comit», ha detto Dino De Poli, consigliere di Unicredit e uomo forte della Cassamarca di Treviso. E allora? «Adesso ho paura - aggiunge con ironia il banchiere del Nord Est - che intervenga la Nato». E a giudicare dai toni sembra che a lui l'atmosfera di battaglia non dispiaccia affatto. Unicredito andrà avanti, sembra sia stata la conclusione del consiglio, incuranti delle mosse dei blindati di via Filodrammatici. E la Banca d'Italia? Non sarà facile opporre un veto come nel caso San PaoloImi con Banca di Roma. In quel caso, infatti, il consiglio dell'istituto capitolino bocciò all'unanimità l'offerta di Arcuti. Stavolta, comunque vada, il fronte Comit non sarà compatto. Più facile che il governatore intenda bloccare sul nascere un'operazione che di sicuro dividerà il fronte della finanza italiana. Ma in tal caso l'assemblea Comit sarà davvero rovente, perché, in quella sede, favorevoli e contrari si dovranno contare per davvero. Sono nel mirino di Mediobanca gli amministratori Abelli e Saviotti Venerdì in programma la riunione di consiglio sulle strategie per le alleanze GLI AZIONISTI DI LUCCHINI (Tutti i soci della Banca Commerciale. L'asterisco segna quelli uniti dal patto di sindacato) (Dati in percentuali) GRUPPO-SOCIETÀ' Quota Gruppo Generali-Alleanza 4,96* Commerzbank 0,07* Deutsche Bank 4,18 Sanford & Bernstein 3,68 Paribas 3,26 Gruppo Sai 2,#0* Hdp 2,20* San Paolo IMI 2,19 Gefim (Burgo) 2,03' Gruppo Fondiaria 2,00° Mediobanca %,99* Comit First European Fund 1,60 Gruppo Munich Re 1,64° Banca del Gottardo 1*19 Gruppo Pesenti 1*06* Gruppo Pirelli 9,99 Gruppo Lucchini 0,97 Asia Capital Corporation 0,90 Harbor International Fund 0,88 Fondi gruppo Unicredit 0,81 Fondi gruppo Banco Intesa 0,81 Bankhaus Sal. Oppenheim Jr. 0,70 Fondo Janus Aspen 0,80 Gruppo Diego Delia Valle 0,50 Ivy Internalional Fund 0,42 Gruppo Fiat 0,40 Giacomo D'Ali Staiti (Sibad) 0,37 Gruppo Cerutti (Cerfin) 0,3B Gruppo Monte dei Paschi 0,34 Gruppo Ratti (Socopar) 0,31* Banca di Roma 0,28 Gruppo Falck 0,28* , Gruppo Stefanel 0,07 .:.]

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