Anche Prinakov al tramonto di Anna Zafesova

Anche Prinakov al tramonto Domani la Duma discute la destituzione del Presidente, voci di licenziamento del premier Anche Prinakov al tramonto Alla vigilia dell'impeachment di Eltsin Anna Zafesova nostro servizio da MOSCA Alla vigilia del più importante evento della stagione - l'inizio alla Duma della procedura dell'impeachment contro il Presidente - Boris Eltsin parte al contrtittacco. E sceglie un bersaglio sempre più vulnerabile: il premier Evgnenij Primakov. Ieri, mentro il leader del Pc climmatlij Ziuganov annunciava che l'opposizione nazionalcomunista alla Duma non aveva più imenzione di rinviare il voto per la destituzione di Eltsin e che il «processo» al Presidente sarebbe partito puntuale giovedì alle 10 del mattino, Mosca veniva invasa da voci che il padrone del Cremlino avesse già firmato un decreto per licenziare Primakov e i suoi ministri comunisti. Voci cho ormai vengono dato per corte, anche se le fonti ufficiali le hanno smentite. Il portavoce del governo si è limitato a un secco «no commont», mentro il viceresponsabilc dell'amministrazione presidenziale Olog Syssuev ha negato l'esistenza di qualsiasi documento elio riguardi Primakov. E subito dopo il Cremlino comunicava che per mercoledì era previsto un incontro tra Presidente e premier per discutere «un vasto elenco di argomenti». Del resto, già da due settimane tutti gli uomini che contano a Mosca sono convinti di conoscere la data della morte politica di Primakov: 12 maggio, alla vigilia dell'impeachment. Era stato lo stosso Cremlino a far filtrare insinuazioni e indiscrezioni, lanciando un messaggio ben chiaro alla Duma: se votate per l'impeachmont, perderete i vostri uomini al governo. Lo stesso Syssuev dichiarava la settimana scorsa che «non esistono premier insostituibili». E il Presidente si è permesso nei confronti del suo primo ministro alcuni gesti eloquenti: prima gli ha consigliato di «curaro con calma» il mal di schiena che affligge Primakov e poi, durante una riunione, l'ha apostrofato pubblicamente perché si ora seduto su una poltrona che, a quanto pare, non gli spettava in base al protocollo. Tutti segnali che alla corte di zar Boris vengono subito colti e interpretati. Ieri la maggioranza dei politici - pur senza entusiasmo per via dell'imminente crisi politica - discuteva delle dimissioni del premier come di un fatto praticamente scontato. Viene dato per certo anche il nome del suo successore: Niko- laj Aksionenko, attuale ministro dei Trasporti, un personag- Sio sconosciuto al grande publieo e molto noto nella stretta cerchia della «famiglia» del Presidente, dove viene considerato uno degli uomini più fidati. Primakov ha reagito al clamore attorno al suo nome con la solita maschera di piombo. Impassibile, ha elencato ieri davanti alle telecamere i meriti del suo governo: stabilizzazione politica, rafforzamento del rublo, calo dell'inflazione e una prospettiva di crescita economica. Tutti successi che, a quanto pare, esistono più sulla carta che nella realtà, ma non per questo danneggiano hi po- Eolarità - altissima - di Primaov. Il premier ha anche professato la sua fedeltà al Cremlino: «Sono categoricamente contro l'impeachment», ha dichiarato. Primakov ha convocato ieri i leader dei gruppi parlamentari per esprimere loro questa sua posizione a «titolo personale e del governo». Secondo alcuni commentatori moscoviti, Eltsin avrebbe posto a Primakov un ultimatum: o riesce a placa¬ re la Duma che gli è amica e a farla rinunciare al voto contro il Presidente, oppure pagherà un voto sfavorevole con la sua testa. L'esito della maratona dell'impeachment - la Duma resterà riunita per tre giorni consecutivi per decidere la colpevolezza di Eltsin - è ancora in forse. Anzi, è quasi certo che la complicatissima procedura si bloccherà in una delle fasi successive: la Corte Suprema e la Corte Costituzionale sono fedeli a Eltsin. Ma, secondo i calcoli del Cremlino, potrebbe arenarsi già in partenza, alla Duma: raccogliere i 300 voti necessari, per un rappresentante dell'amministrazione di Eltsin, «sarà molto difficile». Il leader del Cremlino avrebbe dato un ultimatum al capo del governo: ammorbidire i deputati o rinunciare all'incarico. Circola già il nome del successore, il ministro dei Trasporti Aksionenko Il primo ministro russo Primakov (foto a destra) rischia la destituzione da parte di Eltsin (accanto)

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