Il Polo alla finestra tifa Amato o Mancino di Guido Tiberga

Il Polo alla finestra tifa Amato o Mancino Il piano del Cavaliere: tenterete piedi entrambe la candidature che dividono il centrosinistra Il Polo alla finestra tifa Amato o Mancino Berlusconi: fateci un solo nome, che non sia Scalfaro Guido Tiberga ROMA «Il problema vero è che questo Paese non è in grado di esprimere tre-quattro nomi di grande statura. Ciampi? Quello, al limite, è un nome. E poi, dio mio, ha quasi ottant'anni...». Filippo Mancuso, nel Transatlantico quasi deserto che si prepara all'invasione di domattina, riassume cosi l'ansia del Polo: il bisogno di un nome, di un candidato che non deve «per forza» essere diverso dai due che popolari e diessini si rimpallano da giorni. Ma che, in fondo, sarebbe preferibile che lo fosse. Un nome, ad esempio, come quelli di Giuliano Amato o di Nicola Mancino. Così sussurrano le voci e i bonton che fanno dà corollario alle non-dichiarazioni del fronte di centro destra. Ufficialmente, il Polo continua a recitare il ritornello di sempre: «La scelta tocca alla maggioranza e non saremo noi a togliere dal fuoco le castagne che fanno litigare Marini e Veltroni». Tutti, poi, continuano ad augurarsi un'improbabile elezione al primo turno. Silvio Berlusconi giura di «non voler speculare» sui problemi altrui. Gianfranco Fini, in un bar vicino a via della Scrofa, si esibisce nella gag della previsione in busta chiusa, da consegnare alla cassiera perché lo custodisca come il più prezioso dei segreti. Pieri-ordinando Casini prima liquida1 con una barzelletta il vertice lampo con i ds: «Ci hanno offerto un caffè noi avremmo preferito un candidato, ci hanno detto di non esagerare con le pretese». Poi, davanti alle telecamere, la butta sulla mozione di responsabilità: «Una classe politica che, di fronte al dramma della guerra non fosse in grado di eleggere il Capo dello Stato al primo scrutinio, sarebbe una classe politica di irresponsabili, di gente fuori dal mondo...». Il Polo, in trasferta, continua a giocare d'attesa. Ma in casa, a porte chiuse, disegna le sue strategie. Nell'ora e mezzo in cui, ieri mattina, il vertice azzurro ha ricevuto a via del Plebiscito le delegazioni di Alleanza Nazionale (Fini e Fisichella) e del Ccd (Casini e Fontana) il piano di Berlusconi ha preso qualche elemento di chiarezza in più: tenere in piedi entrambe le candidature che dividono la maggioranza, intervenendo ora per indebolire la più forte, ora per raf- forzare la più debole. Così si spiega l'intervento di lunedì a favore di Rosa Jervolino, liquidata ieri da un Mancuso sferzante («Quella è una rosetta appassita, sono rimaste solo le spine») e definitivamente cancellata da An: «I cattolici italiani - scrive Alfredo Mantovano sul Secolo d'Italia - non sono davvero entusiasti della prospettiva di sostituire il curatro con una perpetua». E il capogruppo di Fi, Beppe Pisanu, ha allargato la polemica accusando la Jervolino anche di «dichiarazioni filo-Milosevich» a propo¬ sito del ritiro - presunto - dei militari serbi dal Kosovo. Così potrebbe spiegarsi anche l'atteggiamento altalenante su Ciampi, tenuto a galla dal Cavaliere nonostante le sue preoccupazioni, espresse ancora nel vertice di ieri mattina, di non nuocere troppo agli interessi di Franco Marini, giudicato sempre un possibile alleato «extra moenia». Un modo per tenere aperte le contraddizioni della maggioranza, in modo da spingerla ad allargare la rosa verso i nomi più graditi di Mancino e Amato. Oggi i leader del Polo torneranno alla carica con Veltroni: «L'intesa è ancora possibile - ammonisce Casini -. Non è il caso di definirla con 48 ore di anticipo», L'obiettivo è quello di contare comunque, per evitare alla maggioranza la tentazione del presidente «fai da te», da eleggere al quarto tentativo, quando il quorum per mandare un candidato al ChUtinafe si ridu- i 66 al 50 per cento dei grandi elettori: traguardo ampiamente alla portata di un centrosinistra eventualmente allargato a Lega e Rifondazione. Berlusconi scaccia l'idea mischiando sondaggi demoscopici e carta costituzionale: ««Quando i padri della patria hanno scritto che il Presidente deve essere il garante di tutti • ribadisce - si riferivano a un Parlamento espresso con il proporzionale. La norma è ancor più valida oggi, con un sistema elettorale che ha dato la maggioranza a una sinistra minoritaria nel Paese. Senza contare che le mie ricerche dimostrano il Polo ormai vicinissimo al 50 per cento...». Anche Casini lancia 1allarme: «Un Capo dello Stato di parte - dice - sarebbe la contraddizione di tutto 0 percorso fatto in queste ore, e la negazione di quanto espresso dalla stessa delegazione diossina». Fini, all'ipotesi Lega, crede poco: «Fidarsi di Bossi sarebbe un azzardo - ammicca -. Anche perché finora, da quel fronte,, ha parlato soltanto Maroni: quello che ha da sempre il ruolo di colui che dev'essere smentito il giorno dopo». Più probabile, per il leader di An, il ritorno dell'ipotesi Scalfaro, quasi una provocazione per lo schieramento del Polo. An si schiera contro la Jervolino «Gli italiani non vogliono che il Quirinale si trasformi in una parrocchia Non sostituiamo il curato con una perpetua» Il centrodestra teme un Presidente eletto al quarto tentativo con un'intesa ira centrosinistra Rifondazione e Lega Casini: ci hanno offerto un caffè ma volevamo un candidato, allora ci hanno detto di non esagerare con le pretese Carlo Azeglio Ciampi prende il volo nel toto-presidente: il ministro è date per vincente ormai da uno schieramento trasversale che supera di gran lunga i Ds. L'affermazione di Ciampi 6 a scapito sia di Giuliano Amato che di Rosa Russo Jervolino. Tra I candidati popolari, sostenuti soprattutto dagli ex de sparsi nei vari partiti, spicca il nome di Nicola Mancino, visto come soluzione istituzionale ai vari veti incrociati. Ma accanto al presidente del Senato spuntano i nomi di Mino Martinazzoli e di Oscar Luigi Scalfaro. La Bonino, nonostante gli appelli, non decolla. , SENATORI: GIUSEPPE AMIA. GIANCARLO SERGONZI, MICHELE BOKATESTA, GUIDO CALVI, FAUSTO CO', DOMENICO CONTESTABILE. TANA OE ZUUIETA. EUGENIO DOHISE, FRANCESCO D'ONOFRIO, BRUNO ERRW, ANTOHELIfl FALOMI, LUIGI FOGUERI. LUCIANO GASPERINI, GIULIO MACERATIMI, CARLA MAZ2UCA, ALESSANDRO MELUTZi, GIUSEPPE MULAS, ROBERTO NAPOLI, GRAZIELLA PAGANO, MARCELLO PERA, MICHELE PINTO, SAVERIO PORCARI, ALDO PREDA, CARLA ROCCHI, CARLO ROGNONI, SERGIO ROSSI, GIOVANNI RUSSO, GIOVANNI RUSSO-SPENA, NICOLO' SELLA Ci MONTELUCE, GIANCARLO TAPPARO, ANTONIO TOMMASIHI, GIUSEPPE VALENTINO, COSMO VENTUCCI. DONATO VERALDI. SAVERIO VOTONE ; DEPUTATI: GIUSEPPE Al BER TINI, ENZO ANGE LONI, V/.lf NTIHA APRE*, BALOCCHI, PAOLO BECCHETTI, BSLU, MARIO 80RGHE2J0, DONATO BRUNO, GIUSEPPE RISI. MARIA UWìlLnmO CAROTU ROMANO CRUCIANfflJ. MAURO CUTRUFO, GIOVANNI KaB.CE, LUISA 01 BIASIO CAUMANO, AUGUSTOFAIfTOZL1. PIERAIJONSO FRATTA PASINI. MARIO GATTO, GIORGIO GAR0IOL, LUIGI GIACCO, FRANCESCO GIORDANO, SIMONE GNASA, GIOVANNA GMGNAFFIW, TULLIO GRIMALDI, ROBERTO GRUGNETR, GIANCARLO LOMBARDI, DIEGO MASI, ANTONIO MAZZOCCHI, GIORGIO MERLO, GIUSEPPE MOLiNARI, ALESSANDRA MUSSOLINI, ANGELO NAPOLI, FEDERICO ORLANDO, EUGENIO OZZA, GIORGIO PAMTOHI, GIOVANNI PANETTA, ADRIANO PAROLI, GIORGIO PASETTO, ALFONSO PECORARO SCANIO, ETTORE Pf RETTI, GIUSEPPE PETRELLA, GIULIANO PISAPIA, DARIO RIVOLTA, ANTONIETTA RIZZA, CESARE RIZZI. SERGIO SABATTINI. ANGELO SANTORI. MICHELE SAPOUARA, LUIGI SARACENI. PAOLO SCARPA BONAZZA SUORA, MARETTA'SCOCA, VINCENZO SINISCALCHI, GIACOMO STUCCHI, MARCO SUSINI, MARCO TABOREUI, MARCO TARAOASH, ADOLFO URSO, MAURO VANNONI, NIKI VENDOLA, ROBERTO VILLETTI Il segretario delds Walter Veltroni eli capo del Polo Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Italia, Kosovo, Napoli, Roma