Separarsi sarà meno costoso

Separarsi sarà meno costoso Deciso dalla Corte Costituzionale. Sondaggio: una donna su 4 non crede al matrimonio Separarsi sarà meno costoso Stesse esenzioni del divorzio ROMA Separarsi costerà di meno. Da oggi se marito e moglie decidono di separarsi non dovranno più pagare imposte ipotecarie e catastali, di registro, bollo e Invim su atti e provvedimenti relativi al procedimento di separazione. Lo ha deciso la Corte Costituzionale dichiarando illegittima la nuova norma sulla disciplina dei casi di scioglimento di matrimonio, nella parte in cui non estende l'esenzione dal tributo f;ià prevista per i documenti reativi al divorzio, anche a quelli che riguardano la fase preliminare della separazione. «Il profilo tributario - spiega la Corte - non può ragionevolmente riflettere un momento di diversificazione delle due procedure (separazione e divorzio), visto che 1 esigenza di agevolare l'accesso alla tutela giurisdizionale, che motiva e giustifica il beneficio fiscale per gli atti del divorzio, è ancor più accentuata nel giudizio di separazione: sia perché in quest'ultimo la situazione di contrasto tra i coniugi presenta di solito una maggiore asprezza e drammaticitaT rispetto alla fase già stabilizzata dell'epilogo divorzile, sia in considerazione dell'esigenza di agevolare nel più breve tempo una soluzione idonea a garantire l'adempimento delle obbligazioni che gravano, ad esempio, sul coniuge non affidatario della prole». Una buona notizia, anche alla luce dei risultati di un'indagine per il mensile «Noi donne»: le giovani donne non credono alF amore eterno. E c'è di più: una su quattro si sposa per interesse. Motivo che, di pari passo, si affianca ad un altro: la paura di restare soli. L'indagine è stata condotta su un campione di 600 giovani spose italiane. Il risultato?TI 27 por cento si sposa per raggiungere una buona posizione economica e soddisfare il desiderio di farsi mantenere. In egual misura, le mogliettine intervistate hanno risposto di aver compiuto il grande passo sia per il desiderio di staccarsi dalla famiglia d'origine (27%), per sia per la paura di restare «sole» (19%). Un altro 16 per cento ha confessato che, al posto dell'amore eterno, il motivo che l'ha spinto all'altare è stato «il grande desiderio di avere dei figli». Per l'8 per cento, invece, il motivo è da attribuire alla «paura di essere estromesse dal gruppo delle amiche tutte sposate». C'è poi un 4 per cento, decisamente contrario a legami stabili e duraturi, che ha deciso di sposarsi solo per assaporare la «prima» tappa di una vita avventurosa e non monotona, fatta di divorzi e separazioni. Chi, invece, ancora crede nell'amore eterno, l'amore che portò Paolo e Francesca al gesto estremo, è ormai solo una sparuta minoranza: il 14 per cento delle intervistate. Il matrimonio, dunque, alle soglie dell'anno 2000 è ritenuto più un vantaggioso contratto che un «caldo nido d'amore». Tra le ricette, poi, che le spose intervistate da «Noi donne» hanno dato per far durare più a lungo un matrimonio, troviamo: una buona intesa sessuale con una certa fantasia erotica per non far affievolire il desiderio (19%); interessi ed amicizie in comune (18%); amicizia e complicità con il marito (14%); il desiderio di avere dei figli (8%). Curiosità ed anche stupore, destano i pensieri che avvolgono le menti delle quasi-mogli a poche ore dal «si». La maggioranza delle intervistate ha confessato che al centro dei suoi pensieri vi era «l'arredamento della nuova casa» (28 per cento). Per il 21 per cento, invece e per fortuna, vi era il marito, per il 19 per cento la paura di aver sbagliato, per il 12 per cento i regali di nozze, per l'I 1 per cento il viaggio di nozze e per il sette per cento il «nome da dare ai figli». [r. cri.1 Turner e Douglas, coppia che si odia fino alla morte ne «La guerra del Roses»

Persone citate: Roses, Turner

Luoghi citati: Roma