Rifondazione e Castellani ai ferri corti

Rifondazione e Castellani ai ferri corti Dopo l'assemblea di ieri, giovedì i comunisti decideranno se lasciare la maggioranza Rifondazione e Castellani ai ferri corti Ma la Artesio: rompere è un errore Giuseppe Sangiorgio «Ha fatto male a non venire da noi», dice Stefano Alberione, l'assessore comunale «defenestrato» per essere stato coinvolto noi tafferugli fra polizia e autonomi, durante il corteo del Primo maggio. Lo afferma al microfono del teatro Adua di fronte all'assemblea di Re, rivolto ad un sindaco che non c'è, precisando: «Avremmo discusso sui diversi modi di intendere l'attività istituzionale». Poi la frase più pesante: «La sua assenza, è chiaro, restringe i margini del dialogo. Non si possono praticare solo i territori di cui uno si sente padrone». lori il dibattito era sulla guerra, invocando la paco, con interrogativi su quale sinistra per Torino, ma il discorso si è spesso soffermato sullo strappo fra l'assessore e il sindaco con una domanda ricorrente: Re esce dalla maggioranza di Palazzo Civico? Mario Contu, capogruppo in Sala Rossa, ribadisce che le decisioni saranno assunte giovedì dal comitato federale di via Brindisi, dopo l'incontro del se¬ gretario Gianni Favaro con Castellani e dopo un summit fra i capigruppo della maggioranza che finora ha governato la città. Eleonora Artesio, che al primo turno dello elezioni comunali del '97 era candidata sindaco per il partito di Cossutta e Bertinotti uniti, poco dopo, sempre dalla tribuna, ha chiesto: «Perché queste cose, queste lacerazioni accadono a Torino e non in altre città o amministrazioni d'Italia? Il vero problema sta nel fatto che troppi sono insoddisfatti. Io stessa nella battaglia per le periferie sono stata lasciata sola. Sarebbe bene, quindi, mettersi al lavoro, rimanendo all'interno del centro sinistra per indirizzarlo, per correggerne gli eventuali errori». Un chiaro invito a restare nella «squadra» del sindaco. Anche perché, se Re se ne andrà, la giunta perderà il sostegno di consiglieri che hanno ottenuto, il consenso del suo stesso elettorato. E allora potrebbe non avere più senso la sua permanenza ingiunta. Con Alberjone, oltre ai vertici del partito, c'era il presidente dei senatori Russo Spena. Poi, nelle prime file, l'assessore Eleonora Artesio, i suoi colleghi di Sala Rossa, Ennio Avanzi e Daniela Alfonzi, i verdi Pasquale Cavaliere e Silvio Viale, il «rifondatore socialista», Filippo Fiandrotti, solidale con Al¬ berione, esponenti dei centri sociali, in particolare dell'Askatasuna venuti per spiegare alla platea la loro versione dei fatti accaduti nella sede di corso Regina Margherita, «assaltata e devastata dalle forze dell'ordine». Ultima bordata dal professor Marco Revelli. «A qualcuno - ha detto - sono saltati i nervi. Temo che purtroppo stia passando la logica del ministero di guerra che non consente il minimo dubbio. Non so quanto sia consapevole, ma mi pare che ci sia un progetto che lega la scelta di Castellani di toglie¬ re le deleghe ad Alberione e quella della Camera del Lavoro di sospendere Maurizio Poletto. Mi sembra tuttavia difficile continuare il dialogo con un sindaco che, un anno sì e l'altro anche, ritira il mandato allo stesso assessore: Stefano Alberione». Ennio Avanzi e Daniela Alfonzi. esponenti di Rifondazione in Sala Rossa

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