Skunk Anansie, brividi sensuali un rock tra dolcezze e perversioni

Skunk Anansie, brividi sensuali un rock tra dolcezze e perversioni Skunk Anansie, brividi sensuali un rock tra dolcezze e perversioni Alessandro Rosa 1SEGNALI si moltiplicano: il mondo rock ha preso una piega più morbida. Questo non vuol dire che rinnega la sua natura, che rinuncia a graffiare, a cercare e miscelare nuove 'sonorità per vestire le proprie storie. C'è però un forte desiderio di giocare sulle tonalità morbide, sui contrasti. Soprattutto gli americani. Esempio più evidente e meglio confezionato del momento è «Post orgasmic chili» (Virgin, 1 Cd). Contiene dodici brani con i quali gli Skunk Anansie ci coinvolgono in brividi sensuali, fra dolcezza e perversione. Equilibrato e cangiante, fatto di provocazioni e carezze. Molto merito ha la voce di Sion, bellezza nera inquietante con quel cranio rasato, nel dipingere venature melodiche tra accelerazioni ritmiche. Affascina la loro nuova tensione drammatica, vestito perfetto per queste istantanee che ritraggono situazioni sociali e amorose a tinte forti. La formula voce-chitarra-basso-batteria è vecchia più del rock, ma può ancora fare miracoli se mossa da un grande gruppo come gli Skunk Anansie. «Charlie big potato» e «Tracy's flw» sono i brani da sottolineare. Dopo sei anni di attesa, non ci aspettavamo un Tom Waits così. Con «Mule variations» (Epitapb, 1 Cd) questo figlio musicale della «beat generation» ci offre un blues dai piaceri semplici. Sa scolpire parole e immagini inedite per vestire con nuovi stracci le sue vecchie figure. Un esempio da «Black market baby»: «Figlia del mercato nero, diamante che vuole restare carbone». Nel disco Waits spinge a volte il post-modernismo fino a ritrovare sensazioni di ubriacone da piano bar. La struttura di blues rurale si veste di velluto jazz. Ma si avvertono anche riferimenti nostalgici ad album degli Anni 70 («The heart of saturday night», «Nighthawks àt the dinner»). Molto bella è «Hold on» dove il fedele Marc Ribot trova sulla chitarra scintille di ballata «springsteeniana». Si può parlare di regressione? Tenendo presente il suo lungo persorso, può darsi che Waits abbia pensato che il 1999 potesse essere una buona data per chiudere un ciclo. Piega morbida anche per i Crash Test Dununies, band di Winnipeg che nel 1994 ci conquistò con un disco, e soprattutto con «Mmm mmm mmm», dove trionfava la voce baritonale di Brad Roberta. Il trasferimento di Roberta a New York ha portato al gruppo a cercare altre ispirazioni ed aspirazioni. Hanno scelto e percorso sofisticate eleganze jazzy, a scapito di quella istintiva freschezza che li marchiò 5 anni fa. In «Giva yourself a hand» (Bmg, 1 Cd), poi Roberts cede un po' di peso canoro con Ellen Reid, ma resta la sua profonda voce (qui mai a piena gola, ma in sinuo se variazioni) a caratterizzare il suono della band nuo- | CI

Luoghi citati: New York, Winnipeg