Infortuni dimezzati per legge

Infortuni dimezzati per legge Secondo le ultime rilevazioni sono 108.558 Tanno contro i 203368 del 1991 Infortuni dimezzati per legge Meno denunce con le assicurazioni più restrittive Mario Valpreda TORINO Il lavoro dei campi è uno dei mestieri più pericolosi. Nel nostro Paese, secondo le denunce ufficiali, nell'ultimo decennio i morti sul lavoro in agricoltura sono stati, in media, quasi duecento all'anno, mentre il numero complessivo di incidenti è variato dai 203.368 del 1991 ai 108.558 (163 mortali, 4563 con lesioni permanenti) del 1996. Ma sono cifre bugiarde, largamen ■ te sottostimate, perche la flessione registrata a partire dal 1994 è prevalentemente dovuta all'applicazione di una legge, la 243/93. Questa normativa infatti, rendendo più restrittive le condizioni per la tutela assicurativa dei lavoratori autonomi e dei loro familiari in un settore, come quello agricolo, in cui questo tipo di conduzione riguarda l'ottanta per cento delle aziende, ha provocato una drastica riduzione delle denunce di infortunio. La radice di questa grave insufficienza è assai discutibile: per l'a- §ricoltura, considerato un settore ebole da proteggere, il legislatore ha posto, in tema di sicurezza del lavoro, meno vincoli rispetto al settore industriale. Così la cultura della prevenzione fatica a farsi strada e spesso accade che le nuove tecnologie vengano introdotte senza passare al vaglio di rigorose valutazioni di sicurezza. Gli stessi servizi sanitari di prevenzione operano tra notevoli difficoltà a causa di aspetti strutturali specifici del settore, che ostacolano l'azione di vigilanza sull'applicazione delle norme antinfortunio. Il sistema agricolo in Italia è infatti caratterizzato da un'estrema variabilità, territoriale e stagionale, delle tipologie colturali, con predominanza, come si è visto, del lavoro autonomo che negli ultimi anni ha registrato una crescente presenza di donne ed anziani. Un rilievo che trova conferma nell'età media dei lavoratori autonomi in¬ fortunati, che è superiore ai 50 an- •ni. . L'uso" delle macchine diventa così sempre più a rischio anche per il frequente ricorso a manodopera avventizia, per lo più inesperta. Gli infortuni causati dalla trattrice rappresentano infatti il 60% di tutti i casi mortali ed un terzo di quelli che si concludono con invalidità permanente. Ma non vanno dimenticati i rischi collegati al massiccio impiego di prodotti chimici, spesso maneggiati senza cautela, e gli incidenti di allevamento, più frequenti da quando sono comparse le cosiddette «stalle senza terra», dove una gran massa di animali viene confinata in spazi ristretti, con i pericoli relativi. Altro fattore molto sottovalutato, come emerge dall'indagine conoscitiva sull'igiene e la sicurezza del lavoro effettuata nel 1997 dalla Commissione presieduta dal senatore Smuraglia, è quello delle patologie croniche e degenerative.

Persone citate: Mario Valpreda, Smuraglia

Luoghi citati: Italia, Torino