Scoppia la crisi Unalat

Scoppia la crisi Unalat Le dimissioni in piena trattativa per l'accordo con l'industria Scoppia la crisi Unalat 7/ presidente Andena sbatte la porta ROMA Non c'è pace per il latte. Nella complessa vicenda delle trattative per il nuovo accordo interprofessionale è calata come un fulmine a ciel sereno la decisione di Nino Andena, presidente di Unalat, di dare le dimissioni. «Ho scelto questa strada per costruire e non per rompere la nostra realtà associativai, si ò limitato a commentare Andena, lasciando la poltronissima dell'unione a cui fanno riferimento allevatori che producono circa l'80% del latte bovino italiano. L'Unalat nel '98 ha avviato un profondo processo riorganizzativo, introducendo, tra l'altro, il sostegno diretto attraverso l'autofinanziamento e, secondo gli addetti ai lavori, sta proprio in questa riorganizzazione la chiave di lettura delle dimissioni del presidente. Insomma Andena l'ha messa giù dura: o riformiamo Unalat o me ne vado, ha detto in pratica tempo fa ma, vedendo che i cambiamenti tardavano, ha deciso di andarsene sbattendo la porta. Al gesto di Nino Andena plaude la Coldiretti, che in una nota lo definisce «un atto di responsabilità che chiama ora tutti gli operatori del comparto ad un impegno coli ni ni; per la rise ritti ira delle regole del settore». Tutto questo avviene mentre le posizioni nella trattativa sul prezzo del latte, che oppone gli industriali dell'Assolane ai produttori rappresentati da Unalat, appaiono ancora distanti: l'industria vorrebbe una riduzione delle quotazioni, attualmente le più alte dell'Unione europea, ma gli allevatori si oppongono decisamente. Così Assolano lia ribadito alle industrie lattiero-casearie l'invito a corrispondere agli allevatori 600 lire al litro più Iva, fino a quando non sarà trovato un accordo sul prezzo per la campagna 1999-2000. A sbloccare la situazione potrebbe essere il tavolo interprofessionale permanente convocato dal coordinatore del confronto, il sottosegretario al ministero per le Po¬ litiche agricole Roberto Borroni. «Ci sono problemi complessi, che vanno oltre lo specifico tema in discussione - spiega il sottosegretario -. Appare necessario, quindi, ridefinire le linee di sviluppo dell'intero sistema ed individuare contestualmente le regole per armonizzare i rapporti tra le parti». Tanto i produttori quanto gli industriali sono disponibili a proseguire il confronto. I primi «per la determinazione di un prezzo che si mantenga sugli attuali livelli e risponda alle esigenze degli operatori», i secondi «per definire un prez¬ zo che renda di nuovo competitiva l'industria nazionale del settore». Intanto, quasi ad anticipare i tempi, all'assemblea annuale di Asprolat Piemonte è stato lanciato un appello per definire con l'industria un progetto comune di filiera: «Nei momenti difficili occorre unire le forze - ha detto il presidente di Asprolat, Pietro Depaoli -, Questa svolta radicale è necessaria per consentire a produzione e trasformazione, gli anelli deboli della filiera, di fronteggiare una grande distribuzione sempre più agguerrita». [v. cor.] Al ministero si sta mettendo a punto un tavolo di confronto su tutta la filiera lltottot^r<,^oRobertoBorronl

Persone citate: Andena, Nino Andena, Pietro Depaoli, Roberto Borroni

Luoghi citati: Asprolat Piemonte, Roma