Telecom, Bonn tratta con Roma di Roberto Ippolito

Telecom, Bonn tratta con Roma Telecom, Bonn tratta con Roma Eicheh la Deutsche ha piena autonomia Roberto Ippolito ROMA Le aziende dialogano. E gli Stati trattano. Continuano le discussioni dei governi di Roma e Bonn sul progetto di fusione tra la Telecom Italia e la Deutsche Telekom. Il proseguimento del confronto è confermato dal ministro delle finanze Hans Kichel ad Aix-En-Provcnce, dopo l'incontro con il collega francese Dominique Strauss-Kahn. Eichel parla apertamente del matrimonio pur conoscendo l'irritazione della Franco Télécom che era alleata della Deutsche Telekorn e si sente tradita. La fusione in cantiere è seguila con attenzione nel governo tedesco: il cancelliere Gerhard Schroeder, come annunciato venerdì dal suo portavoce, affronterà l'argomento nei colloqui del 17 e 18 maggio a Bari con il presidente del consiglio Massimo D'Alema. L'accorpamento fra i gruppi di telecomunicazioni è un all'are di stato perché la Germania ha solo avviato la privatizzazione della Deutsche Telekom la cui quota pubblica scenderà a fine giugno al 66% dall'attuale 72%. Grazie a questa partecipazione, con la fusione la società unica potrebbe avere un predominio tedesco: il governo italiano vuole perciò verificare l'esistenza di garanzie adeguate affinché questo non avvenga. Altrimenti sembra pronto a impedire la «statizzazione» tedesca della Telecom privatizzata in Italia, ricorrendo alla golden share, i poteri speciali ancora goduti dallo Stato nella società. Eichel spiega che «la politica del governo tedesco è quella di non interferire» nella Telekom. E aggiunge che però lo Stato tedesco, essendo azionista di maggioranza, vuole fare in modo che la sua privatizzazione sia realizzata nel momento in cui risulti economicamente più conveniente. L'obiettivo comunque è «favorire la nascita delle imprese europee». Strauss-Kahn si mostra realista dopo l'allontanamento dell'azienda tedesca dalla France Télécom: «Due grandi coccodrilli non potevano convivere nella stessa palude». C'è fermento fra le aziende del continente e a Genova, a un convegno trapela che l'interesse spagnolo per un eventuale coivolgimento della Telefonica al matrimonio italo-tedesco. L'idea piace a Nino Andreatta, ex ministro del tesoro e della difesa: «Se la fusione diventasse triangolare con la partecipazione della Telefonica, alcune difficoltà potrebbero essere superate». D'accordo anche Enrico Letta, ministro per le politiche comunitarie, secondo cui la fusione Telecom-Telekom è «utile alla politica estera e alla politica economica estera». Ma sul contrastato cammino del¬ la fusione incombe l'offerta pubblica di acquisto della Telecom promossa dall'Olivetti di Roberto Colaninno e in corso dal 30 aprile. Con una nuova inserzione pubblicata oggi sui quotidiani, l'Olivetti insiste e cerca di convincere gli azionisti Telecom a consegnare i loro titoli per fare un «buon guadagno» e mi «buon investimento». Con una battuta il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi commenta l'annuncio del presidente d'onore della Fiat Giovanni Agnelli dell'uscita del suo gruppo dalla Telecom in caso di successo dell'opa: «L'avvocato Agnelli ha espresso le sue linee di condotta, quella del governo è una linea di condotta del tutto autonoma». Andreatta propone un'alleanza a tre con la Telefonica Nuovi spot Olivetti L'amministratore delegato della Telecom Italia Franco Bernabò In alto a destra, il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi

Luoghi citati: Bari, Bonn, Genova, Germania, Italia, Roma