Quirinale, si riparte dalla Jervolino

Quirinale, si riparte dalla Jervolino Tra i partiti della maggioranza prende nuova forza la candidatura del ministro dell'Interno Quirinale, si riparte dalla Jervolino Vertice Marini-Veltroni: ma Ciampi non è fuorigioco Maria Teresa Meli ROMA Non ha più l'aria abbattuta dei giorni scorsi. Franco Marini. Il segretario del Ppi, reduce dall'incontro con Walter Veltroni, ostenta una gran soddisfazione. «E' fatta dice - io sono sicuro che ormai i Ds sulla Jervolino ci stanno». Già, il leader della Quercia ha accettato la richiesta del segretario popolare: le consultazioni sul Quirinale d'ora in poi si faranno su un solo nome, quello del ministro dell'Interno. E' la titolare del Viminale il candidato della maggioranza, sebbene ancora in via ufficiosa. Al capo di piazza del Gesù, l'onere di cercare di convincere Berlusconi. Ma anche il numero uno d; Botteghe oscure, quando incontrerà il Cavaliere, martedì, gli farà il nome della Jervolino. Ciampi addio, dunque? Non è proprio così. La candidatura del ministro del Tesoro resta sullo sfondo, perché il leader della Quercia non ha abbandonato il suo progetto e spera che si verifichino condizioni tali da permettergli di portarlo avanti. Marini, che lo sa, dopo aver fatto sfog- gio di gran sicurezza, confida le proprie paure e perplessità ai più fedeli tra i fedelissimi. Paure e perplessità, che per Veltroni rappresentano, al contrario, speranze, e che si possono riassumere con questo interrogativo: se il Polo dicesse che su Ciampi si può trovare l'intesa, che cosa accadrebbe? Il colloquio chiarificatore tra il segretario Ppi e quello Ds dura quasi due ore. Lo scontro tra i due è duro. Veltroni e Marini si danno botte da orbi, metaforicamente, si intende. Il leader popolare attacca: «Walter - dice - la rosa che sostenevi di non volere l'hai costruita tu. Sondando su due nomi permetti al Polo di decidere». Il segretario diessino si difende. Prima accusando l'interlocutore: «Veramente - osserva - è da piazza del Gesù che è partita una girandola di nomi». Poi spiegando che se si «vogliono portare avanti le riforme è necessario raggiungere un'intesa la più ampia possiede». Ma Marini gli replica così: «Il Polo ha già posto il suo veto su Scalia ro, non è che ne può porre altri». «Bene - risponde Veltroni - allora convinci tu il centrodestra sulla Jervolino. Ma se il Polo non dovesse starci, allora che cosa si fa?». Il segretario Ppi non ha dubbi: «In quel caso si va a maggioranza, con Rosetta, coinvolgendo Rifondazione comunista e magari anche la Lega». Su questo punto Veltroni non è d'accordo: «Attenzione - avverte - perché rischiamo di bruciare un candidato importante come il ministro dell'Interno. 0 centrosinistra può uscirne male. Eppoi è vero che il Polo non può sce¬ gliere il nome, ma noi non possiamo avanzare una proposta per sfidarli». «Guarda - controreplica Marini - che quelli non vogliono l'intesa: quelli vogliono dividerci». I due si salutano dopo aver siglato il patto sulla Jervolino. Un patto che però è molto ambiguo. In caso di «no» di Berlusconi, infatti, le subordinate di Marini e Veltroni sono assai diverse tra loro, anzi sono opposte. Il primo ritiene che di fronte a un'eventualità del genere si dovrebbe proseguile sulla candidatura Jervolino. Secondo il segretario Ds, invece, la maggioranza dovrebbe tornare a riunirsi per decidere di mettere in campo Ciampi. Marini, che conosce i progetti del leader della Quercia, tenta di preparare già la controffensiva, però teme che una mossa del Polo lo spiazzi. E dal centrodestra giungono mormorii in questo senso. Non sarà oggi, non sarà domani, ma dall'opposizione potrebbe arrivare una proposta d'intesa sul ministro del Tesoro. Lo sperano quelli di An. Lo confida a un amico Gianni Bagct Bozzo. Qualcuno, dentro Forza Italia, ricorda le parole pronuncia¬ te qualche tempo fa da Berlusconi: «Ciampi potrebbe essere un garante, certo lui non farebbe i ribaltoni come Scalfaro». Ma il Ppi si spenderà in ogni modo per convincere il Cavaliere. Anche con la minaccia, avanzata dal ministro Enrico Letta, di una possibile rielezione di Scalfaro. Il ricompattamento (per quanto ancora precario) tra Marini e Veltroni, comunque, soddisfa D'Alema. Il ragionamento del presidente del Consiglio, infatti, è questo: «L'accordo con il Polo è importante, ma lo è di più la tenuta della maggioranza». Voci diessine descrivono un D'AIenia infastidito per come è stata gestita la «questione Quirinaleu. Irritato con il segretario dei Ds. E anche con quello popolare. Ma nonostante una certa arrabbiatura con il leader Ppi, quello che sta a Palazzo Chigi è un premier preoccupato per i contraccolpi che questa vicenda può avere sul suo governo, e che quindi, in caso di bocciatura della Jervolino dà parte del centrodestra, assai difficilmente asseconderebbe il progetto di Veltroni rompendo con Marini. Se il Polo non ci sta il leader Ppi vorrebbe proseguire a colpi di maggioranza Il segretario Ds invece mette in campo il superministro Berlusconi, Fini e Casini si vedono a cena: «Pare che la maggioranza la sua proposta l'abbia già fatta Martedì andremo tutti insieme all'incontro con Veltroni» IL SONDAOOJO In e senatori interpellati nel sondaggio si attesta sulle posizioni già espresse nei giorni scorsi. I pochi che hanno cambiato opinione determinano il passo all'insù di Carlo Azeglio Ciampi e Rosa Russo Jervolino, che si contendono la candidatura della maggioranza. Si spiega cosi anche la relativa debolezza degli outsider, da Giuliano Amato a Franco Marini a Sergio Mattarella, che perdono qualche sostenitore. Da tener Cocchio Oscar Luigi Scalfaro: complici le tensioni nella maggioranza, crescono i supporter di una sua rielezione. A CURA DI Mono Crollo Bainone, Mano Corbi e Francesco Grignetli GIUSEPPE AYALA. GIANCARLO SERGONa, MICHELE FRANCESCOaCS ODO CALVI FAUSTO CÓ, EUGENO Di ZULUETA, BRUNO ERRO, ANTONELLO FALOMì, MICHELE FURINO, LUIGI FOGLERI. LUCIANO GAS PERINI, LUIGI ANTONIO MONTAGNINO, GIUSEPPE MULAS. ROBERTO NAPOLI, GRAZIELLA PAGANO. MARCELLO PERA, ENRICO RANETTA. CARLO ROGNONI, GIOVANNI RUSSO, GIOVANNI RUSSO-SPENA. rJCÒlO SELLA Di MONIELUCE. HWKESC0 SPERONI. CaANCAfUD TAPPARO, COSIMO VENTUCCI, DONATO VERALDI ALTRI MARTINAZZOLI, ANDREOTTI2 PAISSAN, VIOLANTE. NAPOLITANO, FORMENTINII ASTENUTI DEPUTATI: GIUSEPPE ALBERIVI, ENZO WlGELONI, VALENTINA APREA, SABATINO ARACI). ANTON» ATTILI. MAURIZIO BALOCCHI, WALTER BELLI UGO BOGKETTA, MARIO 60RGHF7K). DONATO BRUNO. MARIA CARABI, PIETRO CAROTTI. ROt.WIO CARRATELL). ALDO CENNAMO, PAOLO CENTO, FAMANO CWJOANELU. MAURO CUTRUf 0, EMUO DELB0N0 GIOVANNI DELLELCE, ALBERTO DI UJC\. LLiCIATiO DUSSI, AUGUSTO FA-NIOSI. MARCO FERTWiDO. FRANCO TRATTINI ANGELO FREDDA, PAOLO GALLETTI, GIORGIO GAFlDIOt. UVG! GIACCtt SftWC GNAGA. FRANCESCO SORDANC. GIOVANNA GFtIGNAFFN, TULLIO GRIMALDI ROBERTO GRUGNFTTl, EUGENIO JANNELU, GENNARO MALGIEM, VALENTINO MANZONI. DIEGO MASI, ANTONIO MAZZOCCHI, GIORGIO MERLO, GIUSEPPE MOUNARI, ALESSANDRA MUSSOLWI ANGELA NAPOLI, FEDERICO ORLANDO. EUGENIO OZZA, GIORGIO PANATTOW. GIOVANNI PANETTA. ADRIANO PAROLI, GIORGIO PASETTO. ALFONSO PECORARO SCANIO. ETTORE PEREÌTI, GIUSEPPE PETRELLA, DARK) RIVOLTA, ANTONIETTA RIZZA. CESARE RIZZI, ANGELO SANTO», MICHELE SAPONARA, VITTORIO SGARRI, VINCENZO SINISCALCHI, SERGIO SABATTWI. GIACOMO STUCCHI, MARCO SWMAFtMWOttUJ.lANrTWNra ADOLFO URSO. ROBERTO VILLETTE NIC!» VENDOLA Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi Qui accanto: Gianfranco Fini all'assemblea milanese di An A destra: Walter Veltroni e Franco Marini

Luoghi citati: Roma