Peggio di COSÌ
Peggio di COSÌ Peggio di COSÌ Lietta Tornabuonl POSSIBILE che le gerarchie militari americane delle forze combattenti della Nato stiano cercando, per interessi corporativi, di far fallire i tentativi di negoziato e la pace? Sembra un po' forte, un'idea supercomplottarda, ma delle due una: o la morte di altri civili e di alcune persone della sede diplomatica di Cina a Belgrado è stata voluta, fatta apposta per poter continuare con i bombardamenti; oppure deve perdere il comando un qualche responsabile dei troppi «errori» J^tàtLche JSttt depongono affatto bene sulle capacità dai bombardieri. Dal 24 marzo, gli aerei Nato hanno compiuto circa 17.000 uscite nella guerra di diciannove Paesi contro uno, la guerra il cui principale obiettivo dichiarato era quello di proteggere dalla brutalità dei serbi gli albanesi del Kosovo, la prima guerra combattuta dalla Nato nei cinquant'anni della sua esistenza. Questa guerra non poteva andare peggio di così, ha avuto esclusivamente effetti disastrosi: ha distrutto un Paese in nome dei diritti umani, ha annullato l'informazione in nome della verità, ha violato ogni diritto internazionale in nome della solidarietà. Dal 24 marzo gli albanesi del Kosovo, a centinaia di migliaia, hanno patito e patiscono come mai prima; i serbi hanno sofferto e soffrono sotto i bombardamenti; l'informazione è stata mutata in disinformazione dal conflitto di missili contro parole e immagini che ha azzerato la tv serba e dal conformismo bellico che ha alterato giornali e telegiornali dei Paesi della Nato. E' andato tutto nel modo peggiore: che i militari stipare la pace, di proseguire la guerra nella speranza di mutarne le spiti e maMvàreTTà fàccia,' è un'ipotesi infame ma possibile. Dal 24 marzo, pure nella cultura europea l'assurdità della guerra, la confusione e lo smarrimento hanno invaso molte teste, generato schieramenti imprevisti. Gunther Grass, Hans Magnus Enzensberger, Elie Wiesel, Vanessa Redgrave si sono detti favorevoli ai bombardamenti. Christa Wolf ne ha parlato con orrore, Peter Handke è dalla parte dei serbi. Moltissimi sono rimasti incerti e muti, oppure hanno affrontato l'argomento in maniera trasversale. Otar Ioseliani, il regista georgiano.in un'intervista all'«Unità» ha parlato del suo Paese: «In Georgia i russi giocavano a pallone con le teste mozzate degli abehazi, esattamente come i serbi fanno con i kosovari... I russi hanno applicato in Abchazia una pulizia etnica ancora più feroce di quella di Milosevic... Ci sono stati 300.000 profughi, ma a nessuno importava... Una parte della Georgia è ancora occupata e voi non lo sapete... E nessuno è venuto ad "aiutarci", nè con le bombe nè con altri mezzi meno barbari...».
Persone citate: Christa Wolf, Elie Wiesel, Gunther Grass, Hans Magnus Enzensberger, Lietta, Milosevic, Otar Ioseliani, Peter Handke, Vanessa Redgrave
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