E' possibile far nevicare sulle Alpi?
E' possibile far nevicare sulle Alpi? METEOROLOGIA E' possibile far nevicare sulle Alpi? DURANTE un recente dibattito circa una probabile carenza di nevicate sul versante occidentale delle Alpi nei prossimi inverni, qualche operatore turistico forse poco informato ha affermato che infittire la rete di bacini idroelettrici sarebbe sufficiente per creare condizioni favorevoli allo sviluppo delle precipitazioni. Utilizzare nuove fonti energetiche, sia per scopi industriali sia per predisporre riserve idriche all'innevamento programmato, sembrerebbe all'apparenza una soluzione plausibile. Però il ragionamento, che ha fatto sorridere climatologi e meteorologi, non regge quando si intende provocare perturbazioni che dovrebbero dare luogo a piogge o nevicate: le precipitazioni, piovose o nevose che siano, in genere traggono origine dalle nubi. Queste si formano per condensazione di masse d'aria umida che, salendo in quota, vengono a contatto con correnti d'aria fredda e temperature negative. Questo fenomeno richiede diverse circostanze: presenza consistente d'umidità che trae origine dalle grandi superfici liquide, dalla vegetazione, dal suolo e dagli esseri viventi; temperature elevate al suolo e negative in quota; assenza di ventilazione; situazione di bassa pressione. Le superfici liquide che più da vicino interessano la displuviale alpina sono l'Oceano Atlantico ed il Mediterraneo che, sia pur con una collocazione geografica diversa come distanza dalla catena alpina, sviluppano la stragrande maggioranza delle perturbazioni. Possiamo anche considerare la presenza di superfici d'acqua di dimensioni più ridotte che, in funzione di un microclima locale, danno pure luogo a precipitazioni più o meno intense ma molto limitate e circoscritte. Infatti come giustificare gli annuvolamenti e le conseguenti precipitazioni che sovente si sviluppano sui rilièvi che circondano i grandi laghi alpini del Nord d'Italia? Come motivare l'abituale piovosità dei monti che fanno corona alla conca d'Oropa (Biella)? Com'è facilmente comprensibile questi fenomeni sono provocati dal contrasto termico in quota tra masse di vapore acqueo provenienti dalle zone lacustri o dalle estese risaie del Vercellese (quando allagate), con le correnti fredde. Per giungere a parziali risultati, che gli operatori turistici desidererebbero, occorrerebbe che i bacini ipotizzati raggiungessero un'estensione ed una capacità idrica tale da !>aragonarsi almeno alle aree acustri. E comunque i risultati sarebbero sempre ridotti e localizzati in piccole aree. Inoltre durante la stagione invernale la copertura superficiale quasi sempre ghiacciata, consentirebbe solo un ridotto apporto idrico per le centrali idroelettriche o per l'innevamento programmato. Altro dato da tenere in considerazione è la scarsa quantità d'acqua che si riversa sul versante interno delle Alpi per scioglimento di nevi e ghiacciai, che va ad alimentare per l'80% i maggiori fiumi europei a Nord delle Alpi quali Rodano, Danubio, Reno, con i quali, per visivo confronto, non può competere il maggiore dei nostri corsi d'acqua, ìlPo. Se ne può dedurre che le sole perturbazioni idonee a fornire un consistente apporto idrico alle regioni occidentali delle Alpi avranno origine dalle grandi masse marittime. La loro intensità ed estensione sarà in funzione di quanto minore è la distanza dal luogo dove si originano a quello dove scaricheranno tutta la loro energia, disperdendone il meno possibile durante il tragitto. Giorgio Minetti
Persone citate: Giorgio Minetti
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