«Graffitari, vi do io lo spazio»
«Graffitari, vi do io lo spazio» L'HAPPENING DEGLI IMBRATTATORI. INVITATI A LUGLIO A MONTEBatiiNO PER COLORARE IL PAESE «Graffitari, vi do io lo spazio» Sindaco ligure: da me non dovrete ripulire i muri la storia Pino Corrisi Inviato a MONTEBRUNO (Genova) SIGNOR sindaco, le leggo l'Ansa sui graffitari di Milano condannati a ripulire con spazzole, solventi e sapone. «Legga», dice Federico Marenco, 24 anni, da 5 sindaco di un paesello di entroterra Ligure, 34 chilometri da Genova, 300 abitanti, che tre mesi fa chiamò a sè i graffitari d'Italia (appuntamento il prossimo luglio) per colorargli Montebruno, assediato dalle frane, dal grigio e dai muri di cemento. L'Ansa dice così: «Un anno fa erano stati colti in flagrante mentre deturpavano, con le solite scritte indecifrabili, un treno della metropolitana di Milano; ieri gli stessi 'imbrattatori', invece di pagare i danni, si sono prestati volontariamente a ripulire una parete della stazione Loreto dol metrò». Continuo? «Continui», fa il sindaco ridendosela. Dice ancora: «L'azienda Trasporti di Mi limo spendo ogni anno 2,5 miliardi per rimuovere scrìtte e graffiti. Novanta sono gli imbrattatori e i vandali denunciati nel 1998 alle forze dell'ordine, 50 dall'inizio del 1999». Ecco, questo è l'essenziale. Lei gli imbrattatori e i v nudali li vuole ancora nel suo Eaestì, o nel frattempo ci a ripensato? «Non ci ho ripensato affatto». E questa condanna come la vede? «La vedo un po' meno repressiva, autoritaria, miope, poliziesca di quanto auspicava il sindaco di Milano quando propo- ne vìi 500 mila lire di taglia per ogni graffittaro denunciato». E' per questo che lei fece il suo bando? «Sì, lo chiamai 'Bando di chiamata alle Arti', usando, proprio per prendere in giro il tono e la sostanza della proposta Alberimi, uno stilema militaresco». Uno stilema? «Sì... per rendere ancora più grottesco il tutto». Ma la sua è una proposta seria. «Certo» Che idea ha dei graffitisti? «Che spesso non sono nò vandali nè imbrattatori. E che un sindaco dovrebbe dialogare con loro, spendersi in proposte creative, non incentivare le denunce anonime aizzando i cittadini». Qualche volta pulire fa bene. «D'accordassimo. Se uno disegna sulla fontana di Trevi va ammanettato, non c'è discussione. E non voglio giustificare nessuno, tanto meno in via sociologica. Dico che l'autorevolezza di una istituzione, un'autorevolezza intesa in. senso weberiano...». Scusi, a parte il sindaco che mestiere fa? «Studente, quarto anno di Giurisprudenza, quattro esami alla meta». Per diventare cosa: politico, magistrato, avvocato? «La prima cosa mi piace moltissimo. Ma sono ancora incerto e ho un po' di tempo per decidere». E' incerto? «Ancora si». Lei guida una lista civica, ma una tessera di partito ce l'ha già in tasca. «Tessera dei democratici di sinistra». Lasciando stare Weber, il suo bando cho effetto ha avuto? «Dirompente». Di proteste o entusiasmi? «Molto entusiasmo, qualche protesta, un po' di minacce anonime, tipo: comunista di merda la pagherai». Parliamo delle proteste. «Una mi ha fatto male: veniva da una sezione ds di Milano. Mi dicevano che mai un compagno può stare dalla parte dei vandali». Elei? «Ho risposto che io non sto dalla parte dei vandali, ma sono contro chi mette le taglie sulla testa dei ragazzi come facevano i nazi contro i ventenni renitenti a Salò. Ho risposto che la nostra valle del Trebbia ò piena di cippi in ricordo di quei ragazzi fucilati». Un po' esagerato. «Magari sì, però mi hanno chiesto scusa». Come si immagina l'happening dei graffitisti? «Ci saranno dei bozzetti, delle proposte da realizzare». Scene agricole o cosa? «Scane legate alla nostra storia». Da dipingere sulle case, come a Orgosolo, o dove? «L'idea è di sfruttare i grandi muri di cemento costruiti tanti anni fa per arginare la franosità del terreno. Roba bruttissima da vedere, in mezzo al verde». Nel suo genere ò una bella turbata. «No, è una cosa nel reciproco interesse: loro mettono i colori, noi i muri e la libertà. Questo è il paese delle mongolfiere, no?». Nel senso? «Che qui, nel 1811, atterrò una bella signora francese in mongolfiera. Si chiamava Sophie Blanchard, era l'aeronauta personale di Napoleone e adesso dorme nel cimitero di Parigi, accanto a Auguste Comte». E atterrò qui a Montebruno? «Non solo ci atterrò, ma venne anche ritratta in un trompel'oeil che ritrovammo sul muro di una casa in demolizione». Un viatico ai graffitisti. «Giusto. Fino all'anno scorso abbiamo organizzato i raduni esitivi delle mongolfiere. Da quest'anno perfezioniamo l'omaggio alla signora Blanchard, chiamando i graffitisti». Davvero è ancora incerto sulla sua prossima professione? «In che senso, scusi». Che come politico va già benone. «Lei dice?». Ma a Milano un gruppo di writers «armato» di solventi e scope ha accettato di ripulire le scritte in una stazione del metrò invece di dover pagare i danni «Se uno disegna sulla fontana di Trevi è giusto arrestarlo ma non tutti vanno considerati vandali» Gli Imbrattatori condannati per aver sporcato le pareti di una stazione del metrò di Milano, ripuliscono i
Persone citate: Auguste Comte, Blanchard, Federico Marenco, Pino Corrisi, Sophie Blanchard
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