«Ecco i miei guerrieri della libertà»

«Ecco i miei guerrieri della libertà» LA KERMESSE TRA INNI E STAR DELLA TELEVISIONE «Ecco i miei guerrieri della libertà» II Cavaliere presenta i candidati «azzurri» retroscena Guido Titaarga : inviato a MILANO E il «grazie particolare per il nostro coro, tutti azzurri e azzurre come noi». E i «nostri guerrieri per la libertà». E l'inno di Mameli che fa scattare tutti in piedi. E l'inno di Berlusconi che fa scattare tutti in piedi con la mano sul cuore: «Sul campanile e giù, fino all'estremo Sud: sopra le vette bianche e sulle onde blu». E il «mio Dio che spavento il nostro presidentone si è sentito male». E i sondaggi, e i comunisti che soii sempre comunisti, e gli attacchi ai giudici, e le «sessioni di istruzione» per i candidati «che non sono abituati a proporsi alla gente». E i Democratici dell'Asinelio «che nella vita non hanno mai combinato niente e adesso cercano una poltrona per sopravvivere»... Insomma, i riti e l'iconografia delle kermesse di Forza Italia sono sempre le stesse. Ma sotto sotto qualcosa è cambiato, nel teatro del centro che ospita il quinto consiglio nazionale del partito. Se qualcuno, nel foyer, prova a definirla «deriva democristiana» si indignano tutti: dai più oscuri peones che enunciano la teoria del «partito muro di gomma che assorbe tutto e non ha paura di nessuno», a Gianni Baget Bozzo, il consigliere del principe in clergyman nero, camicia blu e cellulare nel taschino. «La de è morta e sepolta - taglia corto Baget -. Il partito della Chiesa è finito, ma i democristiani ci sono ancora, non si possono eliminare. E allora lasciate che vengano a noi...». Di ammetterlo non se ne parla nemmeno. Eppure una strana voglia di farsi dò - non si sa quanto inconscia • viene fuori da più di un particolare. Intanto la beatificazione di Andreotti, con Filippo Mancuso clie urla «votiamolo!» e Vittorio Sgarbi che se la rìde: «Un Presidente della Repubblica condannato all'ergastolo, chiuso nel Quirinale agli arresti domiciliari Sarebbe il massimo, un paradigma di democrazia: il primo dei cittadini che è anche l'ultimo dei delinquenti...». Ma Andreotti non basta a spiegare la sensazione, e non basta nem¬ meno la continua quanto già vista esaltazione del Centro. Nel mucchio degli «uomini del fare» che il Cavaliere esalta dal palco, chiamandoli a imo a uno, gli ex democristiani sono presentati personalmente dal Cavaliere. Un onore che tocca a pochissimi tra i candidati a Strasburgo: Marcello Doli' Otri, «grande colpevole, perché senza di lui non sarebbe mai nata Forza Italia». Chiara Moroni, giovanissima e simpatica farmacista, figlia del tesoriere sociali sta suicida in carcere: «Ci sono persone che hanno pagato più di altre». Iva Zanicchi, «la nostra gentile e squisita signora dello spettacolo...». Tre icone del vecchio e uuovo berlusconismo. Ma subito dopo ci sono loro, i transfughi. Peppino Gargani lascia il teatro in mattinata, e nel pomeriggio Berlusconi lo loda in contumacia come un «antico e valoroso combattente del garantismo e dei diritti civili». Carlo Secchi, che a Strasburgo ci era andato per il ppi e che ora ci riprova per Forza Italia, si ritrova arruolalo a furor di popolo: «Me lo hanno imposto i nostri - spiega Berlusconi -. Lo hanno visto al lavoro e si sono innamorati...). E intanto nell'atrio, Gaetano Vano scherza con Sgarbi, suo principale diente ai tempi della presidenza post democristiana della giunta per le autorizazioni a procedere. Parallelamente è sparita la paura del marchio d'infamia, dell'etichet¬ ta spregiativa del partito azienda con cui gli avversari hanno bollato gli esordi del Berlusconi politico. Il Cavaliere, ormai da tempo, dice tranquillamente «i miei giornalisti» per definire gli inviati .Mediaset cui ogni giorno chiede informazioni di prima mano sul Kossovo. A Franco Zeffirelli, che si presenta in platea sotto braccio a una Valentina Cortese con un abito bianco lungo e svolazzante, ricorda «il grande spettacolo che noi mettemmo in scena proprio qui, in questo teatro. Una Maria Stuarda in cui il Maestro mi sbagliò una cosa sola: il budget». Per finire con il più coraggioso degb spot mai messo in onda da Berlusconi. Arriverà nei prossimi giorni a cu- ra dei Club Forza Italia, «perché se l'avessi fatto io non so die cosa mi avrebbero fatto», ammicca. Un'autocelebrazionc inedita del Cavaliere leader d'azienda, con i nomi delle sue imprese che girano sul video al fianco di una foto d'aiutata, con qualche anno in meno e molti capelli in più. Il testo: «Il Parlamento europeo prenderà decisioni importanti che riguardano la tua vita. Silvio Berlusconi, nella sua vita, ha saputo realizzare progetti importanti nell'urbanistica, nell'editoria, nello sport e nella vita pubblica». Sullo schermo scorrono le case di Milano 2, le testate dei esuou giornali, le coppe del Milan, le foto con i Grandi, scattate al tempo del governo polista. Fino alla domanda finale: «Ti farai rappresentare in Europa dai solili politicanti, o da uno come lui?». L'unica paura, almeno in apparenza, è quella di sfilacciare il Polo sulla via del Quirinale Quando dal palco Tajaiu, cordinatorc del Lazio, annuncia che «i rapporti con An, nella provincia di Latina, sono al limite della rottura», Berlusconi lo ascolta preoccupato. E quando la giovane e bionda delegata sarda Maria Gabriella l'into racconta che «a Cagliari terremo An sotto schiaffo», il sorrìso gli si spegne sul volto. Ma è solo una prudenza del momento, legata al vertice di questa sera. Nessun cedimento sulla leadership. Basta vedere come il Cavaliere presenta l'incontro con Fini c Casini: «Loro saranno miei ospiti». Mancuso e Sgarbi «Andreotti al Colle» e il leader replica «Si potrebbe fere...» Baget Bozzo: la de è morta ma lasciate che i democristiani vengano a noi I IL f ONDAG0IO iAMontecItorto come a Palazzo Madama la Uueicia la -limai blocco intoni», a Ciampi, che contìnua a tenere col 28%. IPoloia lievitare ia «mokiaiuia di Gniliaiu; Amato (che raccoglie anche indicazioni dai parliti minori) ma butta sul campo anche nomi di non politici come il governatole Antonio Fazio e il commissario europèo Mario Monti, lanciato soprattutto alla Camera da Ari (che al Senato invece punta su Mancino). Rosa Russo Jw volino ha ancora 1*11%, ma raccoglie previsioni e oinsen^tr&wsaRpiùtto tra Franco Marini, Sergio Mattarella e Nicola Mancino. AONAOI Moria «nato Bninom., MckiCorttf» f^mM^È^, ALf&tl 8 7 ■MARI INAZZOLi, ANDREOTTI! PAISSAN. VIOLANTE, NAPOLITANO. FORMENIINI1 fra MULAS, MICHEtE F GIOVANNI f i, «CHELI 80NAILS < CARIA f.. 3 SUA Olt L GIANCARLO verruca ooNuuvSMLu rooerio ghugneiii, t IfNINA APREA. SABATINO ARALO. os go MASI. ANTONIO ^l^BOGHETTA,MAW0eCflt3)«zì0, MUSSOUM angela MAURO fWeiTA, Ota^ÀUJERWWCAO^ CARLO ROGNONI, (RANCO FRATONI ANGELO FREDDA. PAOLO GAliETTl. GC , FRANCESCO SIMONE GNABA. FRANCESCO GIORDANO. GIOVANNA GRXìMAFHN, TULLIO GRIMALDI, MAROBOROHEZ»; MUSSOLINI ANGELA NAPOU FEDEWCC ' SANrORÌ MCHELE SAPONARA. GERÌ, VALENTINO I a™ WNATTOM. ANGELO S*. SABATINI] GIACOMO STUCCHI. MARCO GIULIANO URBANI. ao0lf0 URSO. ,ANTOf*TTAF ILVWCEWDS .MAR»MORELLI, i ) VlLETtl, WCH VENDOLA Qui accanto Filippo Mancuso e il senatore a vita Giulio Andreotti Sopra il Cavaliere passeggia in Galleria a Milano durante la pausa dei lavori e, a destra, nel palco durante il suo Intervento al meeting di Forza Italia

Luoghi citati: Cagliari, Europa, Latina, Lazio, Milano, Ranco, Strasburgo