«Licenziate Clark, ci vuole un generale» di John Keegan

«Licenziate Clark, ci vuole un generale» L'esperto militare avverte: se Milosevic resiste ancora qualche mese, per quest'anno ha vinto «Licenziate Clark, ci vuole un generale» Keegan: è un intellettuale, occorre uno Schwarzkopf John Keegan In questa guerra fatta da gruppi ad hoc, che si dice vengano consultati ogni giorno dal presidente degli Stati Uniti sulla gestione della campagna, uno ' dei più significativi risultati dei sondaggi e che, fra i lettori della stampa britannica di qualità, c'è un perfetto equilibrio fra sostenitori e detrattori della guerra. I lettori di tabloid sostengono invece la guerra con un margine del 30 per cento, mentre ci sono significativi margini di approvazione anche fra tutti gli altri gruppi consultati. Il primo ministro (Tony Blair; ndt) può trame conforto. Ha ben motivo di essere preoccupato, tuttavia, dall'assenza di un sostegno maggioritario da parte dell'unica gruppo d'opinione con conoscenza di causa. Queste statistiche, inoltre, sono confermate dalle opinioni che emergono nel flusso di lettere ai giornali e in vari contatti informali. Per quàivio mi riguarda, non ho incontrato quasi nessuno fra coloro che possono essere definiti patrioti tradizionali ufficiali in congedo o in servizio attivo, compagni d'università, professionisti, insomma la salda classe media *~€tì& \ abbia- fiducia nella gestione della guerra. Si dà al primo ministro crediio per l'evidente sincerità del suo impegno nella difesa dei diritti umani. Ma manca la convinzione che si stia vincendo Ja guerra, o che il suo impegno morale sia precursore di un esito positivo. Saranno molti a ritenere che l'accordo fra l'Occidente e la Russia, per una forza internazionale nel Kosovo, giustifichi questa tesi. La fiducia delle persone del cui sostegno egli ha bisogno durante una crisi militare - in quanto sono loro a influenzare gli altri - semplicemente manca. C'è, quindi, un difetto di leadership. E non riguarda esclusivamente il primo ministro. I titubanti riconoscono che gli mancano esperienza e conoscenze degne di un leader in guerra; ma anche che il suo fervore morale non può sostituire né 1 una né le altre. Costoro cercano altrove una leadership: la cercano in Bill Clinton o in qualcun altro. Pochi si aspettano che il Presidente americano possa offrirla. La sua posizione morale è compromessa, mentre la sua decantata abilità nel condurre una campagna è tipica piuttosto dell'opportunista e del sofista che del capo messianico. Né lo aiutano coloro che lo circondano. Il suo segretario di Stato, Madeleine Albright, è una donna confusa, già associata a politiche balcaniche fallite. Il suo capo di stato maggiore, il generale Hugh Shelton, è un professionista di ferro, ammirato dai militari americani ed europei, ma è bloccato a Washington, lontano dalle ostilità. Ciò di cui la Nato ha bisogno, invece, è un leader a contatto con l'azione. In teoria ne ha uno, il Comandante Supremo Alleato per l'Europa (Saceur), il generale Wesley Clark. In pratica, tuttavia, il generale Clark non è emerso come la figura galvanizzante che la prosecuzione della guerra, in questo momento, richiederebbe. A questo punto della Guerra del Golfo, con cui il conflitto balcanico viene sovente paragonato, il volto e il nome del generale Norman Schwarzkopf erano conosciuti in tutto il mondo. Non solo egli dominava completamente i suoi subordinati, ma li ispirava, mentre i suoi modi militareschi senza compromessi lasciavano capire a chiunque • amici e nemici - che avrebbe condotto le sue forze alla vittoria. 11 generale Schwarzkopf è uomo di vaglia e ottimo professionista militare, capace di comprendere le complessità della moderna macchina militare dagli alti comandi alla realtà del plotone. Anche il generale Clark è uomo di vaglia, oltre a essere un coraggioso soldato. In Vietnam, giovane ufficiale, fu ferito gravemente; ed è chiaramente un ottimo comandante di unità, come ebbi modo di constatare quando negli Anni Ottanta visitai il suo battaglione corazzato a Fort Carson, nel Colorado. Il guaio è che, a differenza del generale Schwarzkopf, manca al generale Clark il dono di saper mascherare la propria intelligenza dietro un volto agguerrito, tanto da guadagnarsi al contrario la fama di intellettuale del complesso militare (è uno dei borsisti Bhodes a West Point e successivamente borsista della Casa Bianca). Un intellettuale, è stato detto, è qualcuno che può sostenere contemporaneamente due idee che si contraddicono. Il generale Clark è un esperto e convinto sostenitore del potere della tecnologia militare, che ha assimilato come comandante del National Training Center prima di diventare Saceur. Come Saceur, tuttavia, egli sem¬ bra essere caduto sotto l'incantesimo del Dipartimento di Stato, secondo cui un mix di formule diplomatiche e l'applicazione indiretta della forza multare possono conseguire i risultati auspicati in politica estera. Chi gli è vicino riferisce che, a tratti, si comporta come un solido tecnico militare, ma altre volte come un giovane ufficiale di collegamento fra militari e civili. Ecco spiegata in parte - il presidente americano è altrettanto da biasimare per la mancata nomina di un vero signore della guerra - la straordinaria miscela di strategie che la Nato sta ora perseguendo. I bombardamenti funzioneranno; ma non bisogna aspettarsi risultati rapidi. No alle truppe di terra; ma si sta già pensando di armare i partigiani del Kosovo, l'Uck Contiamo sulla compat tezza della Nato; ma non pen siamo neppure di chiedere ai nuovi Paesi membri di sostenere la loro parte, sebbene confinino con la Serbia. Il tempo è tiranno. Se le truppe non saranno al loro posto entro agosto, il Generale Inverno sarà dalla parte di Milose vie. L'Uck non è un'alternativa alle truppe Nato. I serbi se li mangerebbero per colazione Milosevic ha soltanto da chiedere ai suoi di resistere qualche altro mese e avrà vinto, almeno per quest'anno. I popoli della Nato, che il presidente Usa e il primo ministro britannico hanno coinvolto in questa scialba guerra, non hanno forse il diritto di pretendere qualcuno capace di reggere il confronto con Milosevic in termini di risolti tezza e forza di carattere? Hanno diritto a un nuovo Saceur. Copyright «The Daily Telegraph» e •La Stampa» «E' un bravo ufficiale ma è caduto sotto l'incantesimo della diplomazia» Così Clinton non ha appoggi: la Albright è confusa mentre il capo di stato maggiore Usa è lontano dal campo Si pensa di armare l'Uckmanonè una alternativa alle truppe di terra I serbi io mangeranno per colazione Un B-IB americano In decollo dalla base inglese di Falrford A destra, il generale ÌTWesley Clark, comandante delle truppe Nato in Europa Qui a fianco, il presidente serbo Slobooan Milosevic