«Soluzione bosniaca in Kosovo»

«Soluzione bosniaca in Kosovo» : RIPRENDI U SPOLA DEU'iNVIATO DI ELTSÌN.- «Soluzione bosniaca in Kosovo» Clinton: là ha funzionato l'intesa con i russi Andrea di Robilarrt corrtsponcteite da Washington Il modello per il Kosovo deva essere la soluzione messa a punto in Bosnia, dove i russi tanno parte del comando unificato. E' quanto dichiara il Presidente Clinton mentre la diplomazia alleata e quella russa cercano faticosamente di dare un contenuto più preciso al piano di pace annunciato giovedì a Bonn, A Dayton fu deciso di dividere la Bosnia in tre aree geografiche: una sotto il comando britannico, un'altra sotto il comando francese e un'altra ancora sotto comando Usa (con le forze russe). «Ciò che abbiamo fatto in Bosnia ha funzionato», dice il Presidente. E un simile approccio potrebbe funzionare in Kosovo, magari con combinazioni diverse. «Non voglio entrare nel merito dei elettagli». Ma sono proprio questi dettagli che adesso costituiscono gli ostacoli principali ad un accordo definitivo, e che richiederanno probabilmente settimane di intense lavorìo diplomatico dietro le quinte. Il processo che si è messo in moto comunque va avanti. Ieri 2 Presidente russo Boris Ehtdn ha ciato il suo assenso al piano, e spedito nuovamente il suo inviato Vifctor Cemomyrdin a Belgrado per una prima reazione di Slobodan Milosevic. «Certo, se i nostri partner avessero accettato l'idea di una pausa nei bombardamenti ci avrebbero permesso di prendere decisioni in un'atmosfera più calma», si è lamentato il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov. «Ogni ora porta nuove tragedie. Non possiamo ancora dire di essere aduna svolta». Ma la Nato non da alcun segno di voler ridurre i bombardamanti. Anzi, intensifica gli attacchi proprio mentre la trattativa con i russi entra nel vivo. E' di ieri l'annuncio dal Pentagono che altri 176 aerei saranno mandati nel teatro di guerra. «Quando arriveranno avremo a disposizione una forza capace di colpire la Jugoslavia a 360 gradi», ha commentato il portavoce Kenneth Bacon. n «modello Bosnia» rappresenta un passo indietro rispetto all'intenzione faggio di mandare in Kosovo una forza «guidata dalla Nato». Ma nelle ùltime settimane - in pratica da quando gli americani hanno cominciato a lavorare per riagganciare la Russia - la Casa Bianca si era limitata a parlare di un «nocciolo Nato», senza per altro precisare né ia composizione né la dimensione di tale nocciolo. H piano annunciato a Bonn giovedì non parla nemmeno della Nato, ma solo di uria forza di sicurezza «civile e multare» • una notevole concessione verbale alla Russia. Ma appena tornato a Washington dal suo viaggio-lampo in Europa Clinton ò tornato a parlare di «uri nocciolo Nato», una condizione che Mosca non ha ancora accettato pubblicamente. L'Amministrazione fa sapere che questo rimane un punto fermo, irrinunciabile. «Solo la presenza della Nato spingerà i profughi a tornare», spiega il portavoce del dipartimento di Stato James Rubin. Washington vuole evitare hi disastrosa esperienza Unprofor - la prima forza di pace mandata in Bosnia, che era gestita congiuntamente da Orni e Nato. «Sappiamo che c'ò ancora molta, ma molta strada da fare», aggiunge Rubin. Ma gli americani paiono decisi ad arrivare ad un accordo con i russi. Il segretario di Stato Madelcine Albright, dopo aver parlato al telefono con il suo omologo Ivanov, ha annunciato che manderà il suo vice Strobe Talbott a Mosca lunedì «per mettere a punto i dettagli della struttura di comando in modo tale da permettere una partecipazione russa». E viene già dato per scontato che le truppe russe ed eventualmente ucraine andranno a schierarsi nella parte Nord del Kosovo, deve la presenza dei serbi è maggiore che altrove. Il piano annunciato a Bonn, peraltro criticato ieri sia da Belgrado che dai ribelli kosovari («Non garantisce una soluzione stabile del problema né la fine della tragedia kosovara», ha detto un portavoce dell'Uck), prevede un ruolo importante dell'Orni, sia per legittimare la forza internazionale che per gestire il Kosovo dopo la fine del conflitto. Il segretario generale Kofi Annan, dopo aver giocato di rimes¬ sa per buona parte della guerra, torna dunque alla ribalta. E con lui l'ex premier svedese Cari Bildt, già inviato europeo per la Bosnia, che Annan ha nominato ieri inviato speciale per il Kosovo assieme al ministro degli Esteri slovacco Eduard Kukan. Cemomyrdin torna daMilosevic ma l'Uck boccia il piano elaborato dagli 8 Grandi