Lo stile italiano nel costume di guerra

Lo stile italiano nel costume di guerra i fJA Olile ITALIANO Lo stile italiano nel costume di guerra Filippo Ceccarelll A proposito di costume. L'altro giorno, nel campo profughi di Bradze, s'à visto un Tony Blair molto poco ufficiale, molto pratico e molto «umanitario»: in maniche di camicia azzurra. Di Bill Clinton i quotidiani hanno invece pubblicato una foto in cui, ripreso accanto a un pilota nella base di Ramstein, sembra anche lui un militare, In realtà il Presidente americano si limita a indossare un giubbotto da aviatore. E gli italiani? Uno dei tanti modi per capire con chejmirito tb classe politica VTOSr^guerra era di vedere come si sarebbero conciati i parlamentari in visita nei Balcani. Si dirà: è un approccio frivolo. E tuttavia, come i politici ormai sanno benissimo, l'abbigliamento non ò mai neutrale, trasmette anzi messaggi, fa comunicazione. La guerra gli offriva diverse opportunità di metamorfosi e travestimento. E allora? Beh, allora: il più delle volte, e ai più alti livelli, i governanti hanno riproposto nel look la loro immutabilità. D'Alema, che dall'inizio del conflitto sembra aver vieppiù oscurato gli abiti suoi grigi, è sceso dalla nave che lo portava a Durazzo in giacca e cravatta. E così ò restato: mai un berrettino con visieretta, un elmetto o uno stivaletto. Idem la Jervolino, così fedele a se stessa da sfidare il freddo, il fango e il vento degli elicotteri con giacchetta e taOleurino color mattonella. Vestiti come se dovessero andare a Montecitorio anche Cossutta, Ranieri, Scalia (con cravatta gialla) e tutto sommato Bossi. All'estremo opposto i 15 parlamentari delle Commissioni Difesa che, guidati dall'onorevole Spini e dal senatore Di Benedetto, si sono, preservati al campo di Blace, parecchio distante dalle zone di guerra, muniti di giubbotto anti-proiettile provocando, ha scritto II Messaggero, «cinque minuti di felice ilarità in tutti i giornalisti presenti in Macedonia». L'aspetto di Fini e della Silvia Costa e stato giudicato dagli osservatori «sportivello». Mentre la più eccellente varietà di abiti è stata sanzionata dal contemporaneo arrivo a Tirana di Gustavo Selva, in cemputissima grisaglia con panciotto; di «Zgarbi» (come hanno scritto i quotidiani albanesi) per l'occasione senza cravatta; e di Nicki Grauso, jeans a vita bassa, camicia bianca con pizzi lunghi aperta sul petto. Elegante efficienza italiana, anche inaugurando una specie di moda umanitaria in alternativa al rambismo straripante delle uniformi, ha mostrato la Protezione civile. Vedi il pile blu e il pantalone di velluto del professor Barberi e la giacca a vento tosta con cui il disastermanager di Arcobaleno Massimo Simonelli si è presentato anche al Costanzo show.

Luoghi citati: Durazzo, Macedonia, Tirana