DIETRO LE LENTI SI RECITA L'IMPASSIBILITA'

DIETRO LE LENTI SI RECITA L'IMPASSIBILITA' DIETRO LE LENTI SI RECITA L'IMPASSIBILITA' Stetano Bartenaqhl _ IL signor Polaroid sta camminando sul marciapiede, E' un viale di scorrimento, ma non scorre niente: sono le nove del mattino e la doppio fila di macchine che dovrebbe procedere nel senso contrario a quello in cui il signor Polaroid cammina è bloccata da un semaforo, da un ingorgo, della completa paralisi delta circolazione. Mentre passe appena a fianco della doppia fila immobile il signor Polaroid noto che ogni carrozzeria, e sono in tutto un centinaio e più, ospita un singolo abitante: chauffeur di se stesso, pilota e passeggero, conduttore e condotto, automobile e automosso. Il signor Polaroid scuote la teste, ma poi guarda ancora (come gli dicono tutti, è più vecchio di quel che sembra, ma forse non lo è ancora abbastanza da accontentarsi di un luogo comune de pedone) 0 non vede naso, fra quelli dei piloti-passeggeri, elio non sia sormontato dall'inforcatura di un paio di occhiali da sole. In ottétti dietro alle spalle di Polaroid un bel sole quasi estivo abbacina la doppia coda della auto • tripla nei punti in cui la strada è di manica larga. 11 signor Polaroid, che in macchina dispone dei servigi di un paio di lenti scure rimovibili, da pinzare sui suoi occhiali da miope, pensa: «C'è il sole, ci sono gli occhiali da sole». Ma ora la sua memoria gli proietta una serie di diapositive e gli ricurda dio c'è stato un tempo in cui portare occhiali da sole non era de tutti: Mastroianni in «Divorzio all'italiana»; Lolita con gli occhiali a cuore, Ami re y Hepburn in «Colazione da Tiffany»; «Easy Ridai'»... Ecco un'immagine più recente, ed è Alberto Tomba all'apice del suo successo, che entra in un nightclub, bardato da un inverosimile pelliccia da uomo (detta anche «pelliccio») e da un bel paio di occhiali da sole: con le braccia tose in basso, fa ciao ciao al pubblico adorante che si apre al sub passaggio. Il signor Polaroid so la sentirebbe di scommettere: gli occhiali scurì portati sempre, con oltranzismo, anche e soprattutto al chiuso, si sono affannati ile firiitivamente con i Blues Brothers. Ma questo quando erano già passati i Bay - bau a goccia (fiutino di destra, come certo scarno a punta, ma poi non lo furono più; il signor Polaroid li ricorda dietro all'orecchio, dove la stanghetta arrotoli iva il suo rìcciolo a spiralo); quando era già finita le moda transizionnio dolio lem i sfumate e quelle radicale dello lenti a specchio; quando si ora celebrato il progressivo ritorno dello montature pesanti; animilo Franco Bottiato, abitualo portatore di oclùnli scuri, cantava: «C'è chi si mette degli occhiali da sole / per avere più carisma e sintomatico misturo»... 5 .,,321 vedo, noi-, mi vedi. La prima luce da cui mi proteggo non 0 quelle del sole, ma quella del tuo sguardo, e mi motto gli occhiali per accertarmi ohe tu mi guardi, anche so sai elio io potrei vederti guardare. E' per quello che ora inforchi anche tu i tuoi occhiali da sol'), non sai tipo che allunga lo mano verso chi non ha intenzione di stringertela. Forse - si dico ora il signor Polaroid - la vista vole va allontanarsi ancora di più dal tatto: volevo di- venture come l'udito, un senso non reciproco, Met t ere gli occhiali da solo ò mettere i propri ocelli U lucere Oro rimangono due ultime diapositive contrap- poste, quelle di due nemici spesso occhialuti: Di Pietro e Proviti, Guardando mentalmente quelle facce il signor Polaroid pensa che la presenza degli occhiali da sole modifica tutto il viso, non solo gli ocelli. La posizione del capo, l'increspatura della front», l'atteggiamento della bocca: non è solo ini- S««sibiliti*, è anche le recite dell'impassibilità. Chi a gli occhiali da sole, fa la faccia da occhiali da sole, prova a riassumere Polaroid mentre sta finendo di rimontare la fila di automobili immobili. Ma a fare tipologie, conclude, era più bravo quel mio cugino americano.

Persone citate: Alberto Tomba, Di Pietro, Franco Bottiato, Hepburn, Mastroianni