Mille piazze per battere il cancro di Gabriele Beccaria

Mille piazze per battere il cancro La «festa delle azalee» dell'Aire promuoverà una serie di progetti d'avanguardia Mille piazze per battere il cancro «Un giorno perfinanziare la ricerca» Gabriele Beccaria TORINO ,. Svanita l'illusione della soma testatina, con il serpentone di malati disposti a tutto, ospedali più sovraffollati del solito, scontri giudiziari e denari dilapidati, il mondo della ricerca oncologica (quella vera, scientifica, in team) emergerà dal suo silenzio operoso dopodomani: ha scelto la Festa della Mamma per conquistarsi un momento di visibilità e ai tipici scambi di cioccolatini e regalini affiancherà la sua festa, la «giornata delle azalee». Slogan, «per ogni fiore venduto, fiorirà una nuova provetta». Quest'anno si spera di fare ancora meglio del '98, quando i promotori dell'Aire - l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro - tramutarono tantissime azalee in moltissimi soldi, 18 miliardi. Fondi suddivisi per finanziare una serie di progetti di punta, tra i 612 presentati dai migliori laboratori d'Italia. E il circolo virtuoso per la 15" edizione vuole essere speciale spiegano gli organizzatori - proprio per la contemporanea con la Festa della Mamma: mentre nelle piazze si raccoglieranno i fondi, l'altro obiettivo sarà sensibilizzare le donne e soprattutto «quelle di domani)). «E' fondamentale proteggere la salute fino dall'adolescenza e per difenderla dal cancro - sottolinea il presidente dell'Aire, Jacopo Vittorelli - bisogna cominciare subito, ricorrendo agli strumenti che la ricerca ha già messo a disposizione». E dato che si tratta di una festa, le notizie, una volta tanto, sono buone. La crescente attenzione agli stili di vita (che comincia dall'eliminazione del fumo, dall'esercizio fisico e dall'alimentazione bilanciata), intrecciata ai continui affinamenti delle cure prodotti dalle famose provette dello slogan (vale a dire dagli studi di laboratorio), sta dando ottimi frutti. «La mortalità per tumori femminili calerà sensibilmente entro il 2010», dice Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia di Milano: «In Italia quello al seno colpisce ogni anno 31 mila donne e ogni donna ha una probabilità su 10 di ammalarsi: su tre che si ammalano, tuttavia, due riescono a guarire. Si tratta di un risultato impensabile solo fino a 20 anni fa, quando la percentuale di guarigione non superava il 40%». Se alle donne si aggiungono gli uomini e si alza lo sguardo sul «pianeta» dolente del cancro nel suo complesso, si calcola che «oggi in un caso su due ci si salva», aggiunge Paolo Comoglio, direttore della Divisione di oncologia molecolare dell'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo-Torino. «Ma, se voghamo salvare l'altra metà, la ricerca diventa essenziale. Potremo vincere grazie a ciò che non sappiamo ancora e che dobbiamo scoprire al più presto». Ecco perché gli studiosi dei centri, dei laboratori e degli ospedali si aspettano molto dalla dorflènica delle azalee: le 15 edizioni, sommate alle altre iniziative dell'Aire ih 35 anni, hanno messo insieme oltre 440 miliardi, in un Paese dove lo Stato - è noto - è da sempre avarissimo quando si tratta di provette. Ora la sfida si concentra sul Dna e sul suo malfunzionamento, sulle regole deU'«impazzimento» responsabile dei molteplici tipi di cancro. «Ecco perché cerchiamo di identificare le mutazioni nella struttura dei geni che controllano la crescita cellulare», sottolinea Comoglio, indicando una delle macchine che sequenzia il Dna. «in una notte fa il lavoro che poco tempo fa si faceva in un mese, allineando una per una le decine di migliaia di basi che formano il codice genetico». E questa meraviglia delle di- mcnsioni di una scatola è uno dei risultati delle donazioni piccole e grandi generate dalla giornata delle azalee. Nel suo habitat, uno dei laboratori dell'Istituto di CandioloTorino, gestito dall'università e fiali 'Online Mauriziano e diretto da Felice da vesto, si concentrano oggi una settantina di ricercatori (e centinaia di strumenti d'avanguardia), oltre a un nutrito team di medici. I ricercatori sono in tutto 150, in maggioranza tra i 25 e i 35 anni, e alcuni - fatto che sarà sorprendente per molti - arrivano da altri Paesi d'Europa e dagli Usa, attirati dall'eccellenza delle strutture. Anche questo è un miracolo delle azalee e della simpatia che l'evento ha saputo generare nell'opinione pubblica. E il rapporto tra studiosi e malati si è ulteriormente rafforzato: a Candiolo-Torino è stato creato «Il Filo di Arianna», sito Web (http://hal.ircc.unito.it) per ottenere informazioni on-line sui tumori dalle banche dati e dai migliori specialisti. Ogni 24 ore, grazie a quella giornata della generosità e del civismo, non meno di 10 malati ricevono consigli e indirizzi che li avvicinano alla salvezza. L'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo-Torino

Persone citate: Comoglio, Jacopo Vittorelli, Paolo Comoglio, Umberto Veronesi