In manette la banda dei minorenni

In manette la banda dei minorenni Caduti nella trappola della polizia: la vittima ha consegnato loro banconote fotocopiate In manette la banda dei minorenni Milano, estorsione ad Un coetaneo MILANO «Tanto, che ci può succedere?», chiedono i cinque ragazzi del cortile, cellulare, capelli corti e Nike fosforescenti. «Tanto...», ribadiscono davanti ai poliziotti del commissariato Greco Turro che da due settimane li tenevano d'occhio, dopo la denuncia di un ragazzino come loro, che non ne poteva più delle botte, dei graffi al motorino, delle continue richieste di soldi e pure della marmitta dello scooter. Succede che adesso quei cinque minorenni sono al centro di' prima accoglienza del carcere minorile Beccaria. Succede che i loro nomi sono in cima a una cartelletta azzurra sulla scrivania della procura dei minori, con l'accusa di estorsione aggravata in flagranza di reato. In flagranza per quelle tre banconote da cinquantamila, fotocopiate e segnate dai poliziotti, che il ragazzino ha consegnato ai cinque coetanei sotto gli occhi degli agenti in borghese. Baby-gang, le chiamano mutuando il linguaggio che arriva dalle bande.di teen ager americane. Quelli del cortile, si chiamavano tra loro, dal luogo di ritrovo poco distante dall'Iris Galvani di via Gatti, a un passo dall'ospedale Maggiore, zona Niguarda, un quartiere di commercianti e impiegati. Un quartiere piccolo borghese come i loro genitori, qualche artigiano, qualche negoziante. «Anche se il fatto è grave, ai genitori ho detto di non drammatizzare. I loro figli non sono dei Totò Rima, qualche notte in riformatorio potrebbe bastare...», spiega il dirigente del commissanato Filippo Bertolami. «Non sono fatti nuovi e per il disagio giovanile la repressione da sola non basta», butta acqua sul fuoco l'Unione degli studenti, preoccupata per il succedersi di troppi casi in pochi giorni. «Bisogna intervenire ma non c'è l'emergenza di gennaio, quando a Milano c'era un morto al giorno», minimizza anche il sindaco Gabriele Alberimi, ieri a Roma per un incontro con il ministro dell'Interno Rosa Russo Jervolino. E allora rimane questa storia di cortile. Di sedicenni e diciassettenni, più un diciottenne tra qulche mese, l'unico ad avere un precedente penale per furto. Ragazzini come tanti, con lo scooter, i jeans firmati e il giubbotto alla moda. Tutti uguali, tutti saltuariamente impegnati a lavorare con i genitori, dopo aver lasciato le scuole alle medie. «Non si può nemmeno parlare di famiglie bisognose o di un quartiere degradato», assicura il dirìgente di polizia, che per primo ha raccolto la segnalazione del quindicenne. Quella denuncia in carta bollata che ha portato agli arresti. Quella denuncia che parte da quindici giorni fa, quando i ragazzi del cortile chiedono al loro quasi coetaneo, conosciuto ai tempi delle scuole medie, di cedere la marmitta del suo scooter, particolarmente rumorosa e per questo molto ambita. Una marmitta da quattrocentomila lire, meno di quanto costi un cellulare, meno di un paio di scarpe americane più i jeans e la felpa firmata. Per due settimane, all'uscita da scuola, c'era sempre qualcuno del cortile a chiedere della marmitta. Fino a quando la marmitta è sparita, ma non per questo sono finite le richieste. Adesso volevano soldi, i ragazzi del cortile. Minacciavano di bruciare il ragazzo in sella al suo motorino, se non sottostava alle loro richieste. Per essere più convincenti, lo avevano circondato e malmenato, sfregiandogli pure lo scooter. Solo allora il quindicenne si è rivolto alla polizia chiedendo protezione, che finissero i so¬ prusi, che quelli del cortile avessero una lezione. E la lezione è arrivata ieri mattina, quando fingendo di accettare il ricatto, il ragazzino si è presentato ai suoi aggressori con tre banconote segnate e fotocopiate, con gli agenti appostati poco distante con le macchine fotografiche. «Però i soldi li do solo al capo», ha detto il quindicenne, non vedendo nel gruppo il ragazzo più grande, nascosto poco lontano e con il cellulare in mano. E' bastata una telefonata, per farlo arrivare. E con lui sono spuntati pure i poliziotti. If. poi.] wsm Il liceo Vittorio Veneto a Milano: qui sono avvenute altre aggressioni di baby gang

Persone citate: Beccaria, Filippo Bertolami, Gabriele Alberimi, Greco Turro, Iris Galvani, Ragazzini, Rosa Russo Jervolino

Luoghi citati: Milano, Roma, Vittorio Veneto