Scozia, vincono i laburisti di Fabio Galvano

Scozia, vincono i laburisti Nuovo parlamento: secondo le proiezioni battuti i nazionalisti Scozia, vincono i laburisti Ma senza maggioranza assoluta Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Il primo Parlamento scozzese da 292 anni, da quando con l'Atto d'Unione del 1707 i deputati di Bravehcart furono portati a Westmin8ter, è nato ieri in una pigra giornata di pioggia e di vento che in tutta la Scozia ha tenuto a casa molti Braveheart dei nostri tempi. E' nata la nuova Scozia autonoma, frutto della devolution voluta da Tony Blair proprio per arginare i fermenti nazionalisti con la concessione di limitati poteri legislativi; ma ha subito una battuta d'arresto, stando agli exit poh o allo proiezioni sui primi risultati, la corsa all'indipendenza che è bandiera e sogno di Alex Salmond e del suo Snp. Il Labour, tradizionale forza dominante della politica scozzese, avrebbe rispettato i sondaggi della vigilia prevalendo sul partito nazionalista che prometteva un immediato referendum per l'indipendenza; c anche se per diventare «first ministeri l'attuale ministro per la Scozia Donald Dewar avrà bisogno di un'alleanza con i liberaldemocratics, il futuro dell'Unione non è compromesso. Su 129 seggi, il Labour ne avrebbe colti 55-61 (solo stamane si avranno i risultati definitivi). Essenziali quindi i 10-16 seggi liberal democratici; ma sono significative le conquiste dell'Snp, che dovrebbe conquistare fra 41 e 47 seggi, mentre i conservatori si assestano su una forbice fra 11 e 17 seggi. Ieri si è votato anche per l'Assemblea gallese - una forma di devolution molto più annacquata, senza poteri legislativi indipendenti ma soltanto consultivi e per 362 consigli comunali (circa 13 mila soggi) in molte parti dell'Inghilterra, oltre ohe in Scozia e in Galles. A due anni dalle elezioni politiche che hanno portato il New Labour a Downuig Street, questo doveva essere il primo serio esame del governo laburista e, di riflesso, della discussa leadership di William Hague fra i tories decimati. La buona prestazione dei laburisti in Scozia, dove alcuni illesi fa essi parevano destinati a essere travolti dalle schiere nazionaliste, e ancor più quella in Galles dove gli exit poli indicano per il partito di Blair la conquista di una possibile maggioranza assoluta (28-32 seggi su 60, contro 13-17 per i nazionalisti del Plaid Cymru, 7-11 per i conservatori e 4-8 per i liboraldemocratici), è gradito viatico per il governo di Sua Maestà, in attesa dei più indicativi risultati delle elezioni locali inglesi. Solo oggi queste saranno evidenti nel loro complesso, ma le prime proiezioni - minima l'affluenza allo urne, circa il 29% indicano uno scivolone Labour rispetto ai risultati dolio politiche '97 (dal 44% al 35%, con i conservatori dal 31% al 33% e i libcraldemocratici dal 17% al 27%). In ipotetici termini di elezioni politiche significherebbe che la maggioranza laburista ai Comuni, oggi di 179 seggi, si ridurrebbe a 50. Nonostante il maltempo scozzese o l'apatia degli dottori galle- si, Tony Blair ha potuto festeggiare senza patemi il suo 46° compleanno. E anche Hague, forse, è salvo. I recenti scossoni del partito conservatore, dove la polemica per l'abbandono ideologico del thatcherismo s'interseca con una stolida battaglia di retroguardia contro l'adesione britannica all'Euro, hanno gravemente indebolito il giovane leader, che non pare in grado di risollevare le sorti del partito: una sua sconfitta avrebbe potuto segnarne la fine. Ma è ovviamente alla Scozia che si guarda nella giornata che sarebbe potuta essere - ma non è stata - all'insegnarli Braveheart. Anche perchè l'introduzione di un nuovo sistema elettorale, per cui 73 dei 129 deputati sono stati eletti con il classico sistema maggioritario secco, ma gli altri 56 sono emersi da un secondo voto proporzionale per liste di partito, potrebbe essere il segnale di cose a venire per l'intero Paese. Cosi come potrebbe esserlo, se Dewar non potrà controllare da solo il nuovo Parlamento scozzese, il patto Lab-Lib che molti accarezzano anche in Inghilterra e che, nella terra di Braveheart, potrebbe essere il vero argine contro i nazionalisti di Alex Salmond. Michael Alun, leader del partito laborlsta scozzese, tradizionale forza politica del Paese

Persone citate: Alex Salmond, Dewar, Donald Dewar, Hague, Michael Alun, Tony Blair, William Hague