UN PATTO ALL'ITALIANA di Boris Biancheri

UN PATTO ALL'ITALIANA UN PATTO ALL'ITALIANA Boris Biancheri Lj ACCORDO c'è: quello tra la Nato e la Russia, cioè l'accordo che conta. L'accordo che non si era trovato a Rambouillet e che era mancato in queste prime frenetiche settimane è stato raggiunto dai ministri degli Esteri del G8, un quadro che ha finito col prendere impudicamente il posto del consiglio di sicurezza dell'Onu, chiamato ora a ratificarne le decisioni. Raggiunta l'intesa con la Russia, la pace con la Serbia seguirà. E' a portata di mano. Possiamo rallegrarcene tutti e più di chiunque altro dovremmo rallegrarcene noi italiani. Sembra infatti una pace all'italiana. La presenza internazionale nel Kosovo dovrà avere carattere civile, ma potrà avere anche carattere militare. Dovrà essere composta da Paesi Nato, ma anche da forze russe, o ucraine, o comunque di Paesi ortodossi. Sarà dotata di armi pesanti ma non pesantissime. Una soluzione, d'altronde, raggiunta tra la Nato (con la decorativa aggiunta del Giappone, sempre utile quando c'è un futuro conto da pagare in vista) e la Russia, ma a Milosevic sarà presentata - per riguardo - da Kofi Annan. Un abile compromesso, dunque, che bene si attaglia alla posizione tenuta dal nostro Paese, bellicoso per solidarietà ma pacifista nell'animo, leale alla Nato ma comprensivo dell'esigenza di non umiliare la Serbia. Quanto tempo impiegherà Milosevic per accettare il diktat? C'è da sperare che non tardi, dato che da questo momento, davvero, ogni morto è un morto inutile. L'altro interrogativo è: saranno disposti, i 6 o 700 mila kosovari fuggiti in Albania e in Macedonia, a tornare a casa? Qui la risposta è più incerta. Sarà questo il primo test al quale l'intesa del G8 sarà sottoposta. L'accordo sull'assetto dei Balcani, cioè l'accordo di pace generale, verrà dopo.

Persone citate: Kofi Annan, Milosevic

Luoghi citati: Albania, Giappone, Kosovo, Macedonia, Rambouillet, Russia, Serbia