La Nato: flessibili sulla feria internazionale di E. St.
La Nato: flessibili sulla feria internazionale La Nato: flessibili sulla feria internazionale BRUXELLES La Nato spera che alla riunione del G-8 che si terrà domani a Bonn si arrivi ad un accordo con Mosca per la soluzione del conflitto nel Kosovo. Non a caso, ieri, il portavoce dell'Alleanza Jamie Shea ha parlato di «flessibilità» su uno dei punti più controversi: la composizione della forza internazionale che dovrebbe garantire il rientro dei profughi. La presenza di questa forza è ima «condicio sine qua non», ha detto Shea, ma sulla sua composizione «la Nato è flessibile, purché l'Alleanza partecipi». Certo è, ha aggiunto, che «Milosevic non è in condizione di dire chi partecipa e chi no». La precisazione era d'obbligo, poiché in una corrispondenza da Roma, il «Financial Times» ha scritto che il leader serbo starebbe valutando l'ipotesi di una forza di polizia Onu, dotata del solo armamento leggero. Citando fonti anonime vicine al governo di Belgrado, il giornale britannico scrive che di questa forza potrebbero far parte militari russi e dei Paesi Nato che non partecipano ai raid aerei. Belgrado sarebbe favorevole all'impegno di Grecia, Portogallo e dei tre nuovi membri Nato: Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. Ma il giornale aggiunge che Milosevic paventerebbe una ri volt a degli alti gradi delle forze armate, ostili a un cedimento. Ad ammorbidire le proprie posizioni è stato ie¬ ri anche il premier francese Lionel Jospin, che parlando all'Assemblea Nazionale ha detto di «pensare» che, se Milosevic «cominciasse a ritirare delle forze» dal Kosovo e «accettasse il principio del ritorno dei profughi», i bombardamenti «cesserebbero immediatamente, per dare un'opportunità al negoziato. Questo - ha precisato - è il punto di vista che avrebbe il governo francese e, penso, il Presidente della Repubblica». Il lavorìo diplomatico, dunque, continua. Il mediatore russo Viktor Chernomyrdin, che secondo il ministero degli Esteri jugoslavo «sarà presto a Belgrado», ha detto ieri che Usa e Russia «capiscono cosa accade nei Balcani e sanno cosa bisogna faro». Chernomyrdin non ha nascosto le differenze riscontrate nel suo incontro con Clinton: «Siamo però arrivati a ima comprensione reciproca e abbiamo tracciato una linea d'azione ha aggiunto -. Dopo questo viaggio il mio ottimismo e aumentato». Indicativo di un'atmosfera più distesa è anche quel che Chernomyrdin ha detto dei nazionalisti russi: «Ci sono politicanti che cercano con ogni mezzo un coinvolgimento della Russia nel conflitto balcanico e propongono di rinunciare alla mediazione russa. Costoro spingono per ottenere il coinvolgimento della Russia in una grande guerra, ci sono cittadini che possono cedere a questo falso patriottismo, ma spero che le posizioni awenturiste restino isolate». [e. st.]
Persone citate: Chernomyrdin, Clinton, Jamie Shea, Lionel Jospin, Milosevic, Viktor Chernomyrdin
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