Il guru Moebius ottimista «Crisi finita, torna il Toro» di Ugo Bertone

Il guru Moebius ottimista «Crisi finita, torna il Toro» Il guru Moebius ottimista «Crisi finita, torna il Toro» Ugo Bertone MILANO Possiede case a Honk Kong, Singapore, Washington e Sbancai. Ma trascorre 300 notti all'anno in viaggio, percorrendo in lungo e in largo il pianeta a caccia di occasioni per i 12 miliardi di dollari (più di 21 mila miliardi di lire) amministrati dai fondi di investimento Temploton, area «mercati emergenti». Da .ilninno 12 anni Mark Moebius, tedesco di nascita, una laurea al Mit, gavetta (ovviamente) a Wall Street, è il «guru» indiscusso dogli investimenti nelle arce che scottano: Far East, Europa dell'Est, America Latina. Il primo a prevedere la crisi, il primo, un anno fa, a dire che il peggio stava per passarti. E, tra i primi 28 fondi specializzati al mondo per rendimento, ben otto sono diretti da lui. E adesso, mister Mobius? «Io sono ottimista. Credo che si stiano mettendo le premesse per un mercato Toro, perché, dopo la crisi, le società si stanno adeguando a regole di trasparenza nel corporate govor- nance. Il mercato Orso, nei Paesi emergenti, non dura più di un anno. Poi arriyano tre anni Toro». Quindi per il risparmiatore è il momento di guardare di nuovo a questi mercati? «Dipende da molti fattori. Dall'età, per esempio. E' assurdo suggerire mercati del genere a chi è vicino alla pensione. Ma uno tra i 30 e i 40 anni deve pensarci sù. Nel tempo, i ribassi vengono assorbiti con facilità. E puoi guadagnare molto di più, nell'arco dei 3-4 anni». Quali mercati scegliere? «Meglio rivolgersi a un fondo globale, che ripartisce il rischio tra le varie aree. Altrimenti, meglio America Latina e Asia. Stare lontani dalle piazze meno liquide». E quali strategie suggerisce per un portafoglio vincente? «Per area geografica dico: 1020% mercati emergenti, 50% global equities, ovvero blue chips americane e di altri mercati leaders, il resto mettetelo pure in Italia. E' un buon affa¬ re». Meglio obbligazioni o azioni? «Ormai il rischio viene pagato sempre di meno. Tra gli emergenti è il caso di spostare l'investimento sui titoli azionari». Ma che succederà nel caso di una caduta di Wall Street? «Per ora non la ritengo probabile. Ma mettiamo he succeda. Se sarà un crash violento, allora ne risentiranno le piazze più importanti, Hong Kong e Singapore perché la gente vorrà far cassa. Ma se la discesa del mercato sarà graduale, allora il denaro approderà nelle Borse asiatiche». Non tutti sono così ottimisti. Krugman, il guru del Mit, sostiene che il Giappone fa paura oggi più di ieri... «L'ho letto anch'io. Krugman sostiene cose intelligenti, ma stavolta sopravvaluta le difficoltà. In Giappone sono avvenuti cambiamenti profondi. Per la prima volta si ragiona in termini di ritorno per gli azionisti. E' una rivoluzione. Io mi aspetto cose grandi». E la Cina? «Ha fatto muro sulla svalutazione, per evitare guai ad Hong Kong. Oggi i conti dell'ex colonia britannica sono a posto, ci sono riserve sufficienti per resistere alla speculazione. Penso che, nel giro di sei mesi, la Cina svaluterà per dare ossigeno all'export. L'emergenza sta per rientrare». Un Paese che può riservare sorprese? «Il Venezuela. Se Chavez riesce a metter sotto controllo la corruzione, il decollo è sicuro». E il resto dell'America Latina? «In Brasile le privatizzazioni stanno per dare buoni frutti. In quei Paesi, le società privatizzate chiudono all'inizio in rosso, a causa delle liquidazioni ai dipendenti in eccesso. Poi il ciclo si inverte. L'Argentina, oggi è molto efficiente». Mark Moebius, Il guru più ascoltato quando si tratta di orientare gli investimenti sul mercati dove II rischio è maggiore

Persone citate: Chavez, Krugman, Mark Moebius, Mobius