L'incubo ponti nel Monregalese di P. Sco.

L'incubo ponti nel Monregalese L'incubo ponti nel Monregalese Sindaci in trincea contro il rischio crolli MONDOVI' La stessa paura: quattro anni e mezzo dopo l'alluvione del novembre '94, due e mezzo dopo quella del '96, che aveva avuto 11 il suo epicentro. Ieri il Monregalese ha rivissuto quel terrore: gli occhi di tutti fissi sulle nubi, dopo quasi due giorni di pioggia battente che ha messo alla prova la tenuta di ponti e strade. A Mondovì il bollettino delle ordinanze di chiusura dei viadotti, firmato dal sindaco Riccardo Vaschetta, sembrava quello di due anni fa: in pochi minuti, sotto la minaccia del torrente Ellero, che nel centro della città sbatteva i tronchi contro arcate e pilastri, sono stati bloccati i due ponti per il rione Borgato (con l'acqua a un paio di metri dal piano), quelli di Molino Lavagna (ricostruito dopo il '94), di Carassone (punto critico da due anni), della provin¬ ciale Morozzo-San Biagio, Per precauzione i viadotti sono rimasti chiusi tutta la notte. Così anche il «Bailey» che collega Mondovì a Mugliano Alpi, al quale il torrente Pesto ha rosicchiato una parte della spalla: il passaggio è «provvisorio» dal gennaio '97, in sostituzione del grande attraversamento crollato l'8 ottobre '96, nella seconda mondazione che colpì il Monregalese. «Il torrente è secso di circa 70 centimetri - ha detto ieri sera il sindaco Vaschetti -, però non vogliamo rischiare di riaprirlo, visto che da una sponda è stato eroso». La decisione sarà presa stamane, alla luce del sole: agli amministratori le esperienze del '94 e del '96 hanno insegnato la massima prudenza. La statale 28, dalla pianura fossanese a quella monregalese, è rimasta dunque interrotta. Anche Bastia Mondovì si è svegliata sotto la pioggia, come gran parte della Granda, dove migliaia di ettari sono stati allagati. Il sindaco Francesco Rocca, famoso per le eclatanti battaglie contro la burocrazia che rallentava la ricostruzione dei due ponti caduti nel '94, ieri mattina non era tranquillo. Anche se oggi i viadotti (terminati appena la scorsa estate) hanno dimensioni rassicuranti, saldamente a cavallo del Tanaro, i ricordi di un passato ancora troppo recente hanno prevalso: così Rocca, il sindaco-alpino che i Costruttori dell'Unione Industriale di Cuneo avevano nominato «pontefice massimo», come chi nell'antica Roma era deputato alla realizzazione dei ponti, sul fiume ci è andato anche ieri. Per fortuna la situazione non era a rischio. Qualche disagio si è invece verificato in un'altra zona tristemente nota per gli eventi alluvionali: all'imbocco dell'Alta valle Tanaro. Fra Ceva e Nucetto, in località Rocchini, poco dopo le 13 si è stuccata una frana, che ha ostruito metà della carreggiata. Nel Cebano le stazioni pluviometriche hanno registrato, in 24 ore, la caduta di 77 millimetri di pioggia. Un livello «di guardia», ma ben sopportato dalle possenti arginature che, dopo il disastro del '94, quasi tutti i comuni hanno predisposto. La messa in sicurezza lungo l'asta dell'Alto Tanaro è ima realtà. Ma per chi ha perso tutto la notte del 5 novembre '94, nessun argine appare abbastanza sicuro. Anche se ieri sera ha smesso di piovere. [p. sco.]

Persone citate: Bailey, Ellero, Francesco Rocca, Granda, Molino Lavagna, Riccardo Vaschetta, Rocca, Rocchini, Vaschetti

Luoghi citati: Bastia Mondovì, Ceva, Mondovi', Mondovì, Morozzo, Nucetto, Roma, San Biagio